Conte cerca soluzioni nuove con Hojlund punta mobile: corridoi per De Bruyne, inserimenti per Anguissa, ritmi più rapidi e attacco meno prevedibile.
Il Napoli ha scelto Rasmus Hojlund come punto di riferimento offensivo per dare nuova profondità al gioco e sfruttare meglio gli spazi centrali e laterali. La decisione, condivisa dallo staff tecnico, è arrivata mentre Lukaku è fermo ai box e Lucca sta ancora integrandosi nei meccanismi. L’idea è chiara: meno palloni addosso alla punta statica, più tagli in diagonale, appoggi veloci e transizioni rapide. L’attaccante danese si muove molto, cerca corridoi e accompagna l’azione in corsa, offrendo soluzioni che prima mancavano. Il modulo oscilla tra 4-3-3 e 4-1-4-1, con De Bruyne e Anguissa che si alternano nel ruolo di costruttori e rifinitori.
Compiti e movimenti: cosa fa Hojlund e come si adattano De Bruyne, Anguissa e i compagni
Hojlund non è un attaccante da area che resta fermo in attesa. Si stacca dalla marcatura, propone movimenti in profondità e chiede il pallone sulla corsa. Questo cambia la postura dei compagni: i passaggi devono essere più rapidi, spesso di prima, con triangolazioni strette e verticalizzazioni improvvise. Il danese si allarga sul centro-sinistra per attirare un difensore, poi rientra sul primo palo o sul secondo, secondo la lettura dell’azione.

Il suo gioco spalle alla porta è funzionale: controlla, scarica subito e si rimette in moto. Ma se il centrocampo non accompagna, il rischio è lasciarlo isolato. Per questo De Bruyne ha un ruolo chiave. Si muove tra le linee, pronto a ricevere e a rifinire con precisione. Quando il danese attacca lo spazio, il belga può filtrare il pallone oppure girarlo sul lato debole, creando superiorità numerica.
Anguissa completa il triangolo centrale. Quando l’azione parte da sinistra, resta in copertura ma poi si inserisce in seconda battuta. Questo garantisce equilibrio e presenza in area in caso di respinta. Il centrocampo è costruito per alternare qualità e corsa, appoggio e inserimento. Tutto ruota attorno a Hojlund, che diventa l’innesco di un attacco meno statico e più difficile da leggere.
Con lui in campo, anche i cross cambiano traiettoria: si cerca il taglio sul primo palo o il passaggio arretrato, non il pallone alto per un colpo di testa. I movimenti diventano più sincronizzati, i tempi devono essere esatti. Basta un tocco sbagliato e si rischia la ripartenza avversaria. Ecco perché il lavoro senza palla diventa essenziale: il mediano stringe, il terzino opposto chiude, la squadra resta corta.
Alternative di modulo, stato degli attaccanti e impatto numerico atteso con Hojlund in rosa
C’è anche una seconda ipotesi in cantiere. Conte potrebbe avvicinare Hojlund alla trequarti e riportare Lucca al centro, formando una coppia atipica: uno fisico e statico, l’altro veloce e dinamico. In questo scenario il danese giocherebbe più da rifinitore in corsa che da finalizzatore. Ma serve spazio, altrimenti la manovra si intasa. Bisognerà vedere come rispondono i centrocampisti e se gli esterni saranno in grado di adattarsi a questo tipo di gioco.
Nel classico 4-3-3, Hojlund resta l’unico terminale avanzato, mentre gli esterni si stringono in area per offrire soluzioni al cross. Il ritmo deve essere alto, la manovra fluida, le scelte rapide. Per questo la squadra lavora molto sui tempi, sulle letture e sulle seconde palle. Con lui davanti, il Napoli può guadagnare in numero di azioni manovrate e in attacchi costruiti, ma solo se il collettivo regge il ritmo.
Sul piano fisico e numerico, Hojlund arriva da una stagione intensa con molte presenze e un buon bottino di gol. È giovane, ha margini e vuole spazio. Il suo prestito al Napoli consente a Conte di avere una risorsa subito utilizzabile, in attesa che Lukaku completi il recupero. Il belga sta lavorando a parte e non ha ancora una data precisa per il rientro. Lucca, invece, ha iniziato il percorso di integrazione, ma non è ancora al livello richiesto per i compiti di manovra richiesti.
Con De Bruyne ormai stabilmente al centro del gioco e Anguissa a cucire la fase di transizione, Hojlund può diventare la chiave per una squadra più verticale, capace di rompere le linee e sorprendere le difese. Se tutto funziona, il Napoli guadagna in ritmo, imprevedibilità e volume offensivo. Ma serviranno settimane di lavoro, sincronismo e coraggio nei momenti chiave.
