L’esclusione dell’esterno dalla lista azzurra sorprende. Dietro ci sarebbero valutazioni tecniche e non solo.
Tra i nomi esclusi dalla lista azzurra per l’amichevole contro l’Estonia, spicca quello di Federico Chiesa. Una scelta che ha fatto rumore già nelle prime ore successive all’annuncio, accendendo dubbi e speculazioni. Il calciatore della Juventus, rientrato a pieno regime nella seconda parte della scorsa stagione e protagonista nelle prime uscite ufficiali, non figura nell’elenco diramato dal commissario tecnico Gennaro Gattuso.
Il caso non è isolato, ma per peso mediatico e valore del giocatore ha assunto un risalto particolare. In ambienti federali, la decisione viene descritta come frutto di “valutazioni tecniche legate al momento fisico e alle caratteristiche richieste in questa fase”. Ma non è tutto. Secondo fonti vicine al gruppo squadra, tra Chiesa e lo staff azzurro ci sarebbe stata una distanza comunicativa nelle ultime settimane. Nessun episodio eclatante, ma una serie di dettagli che hanno portato il ct a fare un passo indietro.
Gattuso e il gruppo: cosa pesa davvero sulla scelta di lasciare fuori Chiesa
Da quando ha assunto la guida della Nazionale, Gattuso ha costruito il proprio gruppo con criteri che vanno oltre la singola prestazione. Si è parlato spesso di profili “compatibili”, disponibilità al sacrificio, ruolo tattico ben definito. In questa visione, Federico Chiesa — almeno per ora — non trova spazio.

Le ultime uscite con la Juventus avevano mostrato segnali incoraggianti dal punto di vista atletico, ma non c’è stata continuità. L’attaccante ha alternato accelerazioni importanti a fasi di gestione. La Nazionale, in questa finestra, cerca equilibrio e un tipo di pressing che non sempre rientra nelle corde dell’esterno bianconero. A questo si somma una gestione comunicativa mai del tutto fluida tra il calciatore e lo staff federale.
Gattuso, da parte sua, ha scelto il silenzio. Nessuna dichiarazione diretta sul caso, solo un passaggio generico in conferenza: “Chi non è convocato, non è fuori”. Una frase che conferma l’assenza di rottura definitiva ma che lascia aperte diverse interpretazioni. Il gruppo costruito per l’Estonia punta su giocatori in condizione e in linea con una precisa identità tattica. In questo contesto, Chiesa non è stato ritenuto utile. Non è una bocciatura, ma un segnale.
Le prossime mosse di Chiesa e le possibilità di rientro in azzurro
Il futuro in maglia azzurra resta aperto. Chiesa non ha preso pubblicamente posizione dopo l’esclusione. Nessun post, nessuna replica. Il suo entourage ha fatto sapere che il giocatore continuerà a lavorare in silenzio, con l’obiettivo di convincere sul campo. La stagione è lunga, e con l’Europeo alle porte, ogni scelta potrà essere rivalutata.
Chi lo conosce bene descrive un ragazzo consapevole della sua situazione, ma anche abituato a reagire quando messo all’angolo. Il rientro in Nazionale dipenderà da due fattori: rendimento e compatibilità. Se nelle prossime settimane dimostrerà di essere al massimo sia fisicamente che mentalmente, il ct potrebbe riconsiderarlo. Ma non sarà scontato.
L’impressione è che ci sia bisogno di un chiarimento, anche non pubblico, per riallineare aspettative e comunicazione. Non è il primo caso, e non sarà l’ultimo. Ma quando un nome come Chiesa resta fuori da una convocazione, qualcosa si muove sotto la superficie. Lo sanno i tifosi, lo sa la Juventus, lo sanno a Coverciano.
