Il reparto arretrato giallorosso è il migliore della Serie A: continuità, organizzazione e letture perfette. Analisi dei dati difensivi aggiornati alla quinta giornata.
La Roma ha costruito il suo avvio di stagione su una certezza: la fase difensiva. Dopo cinque giornate di Serie A, i giallorossi hanno incassato soltanto 1 gol, piazzandosi al primo posto nella classifica delle difese meno battute del campionato. Nessuna rete subita all’Olimpico, solo un’incertezza lontano da casa. Dati netti, che confermano una linea arretrata solida e ben organizzata, capace di adattarsi a ogni tipo di avversario.
Il merito va diviso tra l’assetto collettivo e le prestazioni dei singoli. Al centro della difesa si sta confermando Hermoso, ormai punto fisso dello scacchiere giallorosso, al fianco di un Gianluca Mancini in ottima forma e del sempre più affidabile Evan Ndicka. Sugli esterni, Celik e Wesley garantiscono equilibrio, mentre il portiere Mile Svilar ha risposto presente nelle rare occasioni in cui è stato chiamato in causa. La Roma non difende solo con i difensori: anche Cristante lavora in copertura in modo continuo e ordinato.
La Roma ha la miglior difesa del campionato: numeri e struttura del bunker giallorosso
Con una media di 0,2 gol subiti a partita, la Roma si presenta come la squadra più difficile da perforare in questa prima parte di stagione. Dopo il gol incassato alla seconda giornata, la porta giallorossa è rimasta inviolata per oltre 280 minuti consecutivi. Contro Fiorentina, Empoli, Lecce e Bologna, la squadra ha limitato al minimo le conclusioni verso la porta, riducendo il numero di interventi d’emergenza.

La chiave del rendimento difensivo sta nella lettura delle traiettorie e nella pulizia degli anticipi. Ndicka ha vinto 11 duelli aerei su 13, mentre Mancini è primo nella squadra per palloni recuperati nella propria metà campo. Dati che testimoniano un lavoro di reparto ben coordinato, sempre coperto nei raddoppi e attento negli scivolamenti.
Anche il contributo del centrocampo è stato determinante. Konè ha aumentato la qualità nella distribuzione ma anche nel recupero palla, mentre Cristante – regista difensivo aggiunto – legge e copre le uscite dei compagni con precisione. La Roma ha rinunciato a un pressing alto sistematico, preferendo restare compatta e corta, aspettando l’errore avversario per ripartire in velocità. Questo approccio ha funzionato, almeno fin qui.
Solidità e ripartenze: così la Roma costruisce il gioco partendo da dietro
La Roma non si limita a chiudere gli spazi: costruisce. L’azione parte spesso da dietro, con Ndicka che verticalizzano subito verso i centrocampisti o cercano la profondità sugli esterni. Lo stesso Svilar si mostra coinvolto nella manovra, con lanci precisi e scelte rapide, utili per uscire dalla pressione.
Il possesso palla viene gestito con intelligenza. I difensori non si limitano a scaricare sul portiere o a giocare corto, ma cercano spesso soluzioni in diagonale che spiazzano il pressing avversario. Il movimento degli esterni, coordinato con quello delle mezzali, crea linee di passaggio stabili. La squadra può quindi salire con ordine, senza sbilanciarsi. Questo riduce il rischio di contropiedi, altro aspetto che rende oggi la Roma tra le squadre meno vulnerabili del torneo.
L’attenzione ai dettagli tattici si nota anche nei calci piazzati, dove la difesa ha sempre avuto la meglio. Nessun gol subito su corner o punizione, mentre il pressing situazionale negli ultimi 20 minuti ha permesso di recuperare palla in zona avanzata. I giallorossi difendono in avanti solo quando serve, ma sempre in blocco.
L’identità è chiara: una squadra che parte dalla difesa, che non concede spazi e che ha imparato a soffrire con ordine. Non è spettacolare, ma è efficace. E oggi, con appena 1 gol subito in 450 minuti, i numeri raccontano il resto.
