Il giovane centravanti in prestito dal Brighton ha segnato in nazionale ma deve ancora sbloccarsi in Serie A.
Evan Ferguson, classe 2004, ha ritrovato il sorriso con la maglia dell’Irlanda, segnando un gol pesante durante l’ultima pausa per le nazionali. Una rete che ha fatto rumore, non tanto per il contesto — un’amichevole — quanto per il momento che sta vivendo il giovane attaccante a Roma.
Arrivato in prestito dal Brighton, Ferguson ha raccolto fin qui diverse presenze in giallorosso ma nessuna rete all’attivo. Una situazione che comincia a pesare. Gian Piero Gasperini, che ha dato fiducia al ragazzo sin dall’inizio della stagione, continua ad aspettare segnali concreti. Ma finora, al di là del lavoro sporco e dei movimenti in profondità, i numeri non lo premiano.
Nel frattempo, la concorrenza interna cresce e i margini di errore si riducono. Il gol in nazionale può aiutare a sbloccare il meccanismo psicologico che, finora, ha impedito a Ferguson di mostrare il suo vero potenziale in Serie A.
Un talento in costruzione tra Premier e Serie A
Il nome di Evan Ferguson ha cominciato a circolare con insistenza nel 2022, quando il Brighton lo ha lanciato in Premier League a soli 17 anni. Fisico imponente, buona tecnica e senso del gol: questi i tratti che avevano convinto molti osservatori, tanto da portare la Roma ad anticipare la concorrenza con un prestito secco per la stagione 2025/26.

In Serie A, però, l’impatto è stato più complicato del previsto. Ferguson ha trovato una realtà tatticamente più rigida, dove gli spazi sono più stretti e i difensori meno indulgenti. Nelle prime uscite ha mostrato impegno, ma anche difficoltà nel trovare il tempo giusto negli inserimenti e nel dialogo con i compagni di reparto.
Gasperini, che non è noto per avere troppa pazienza con chi non risponde sul campo, ha inizialmente insistito su di lui, convinto che la continuità avrebbe portato risultati. Ma dopo otto partite senza reti, la fiducia comincia a incrinarsi. Il tecnico ha già iniziato a ruotare le scelte offensive, lasciando Ferguson fuori da alcune formazioni iniziali.
Eppure, la Roma non ha abbandonato l’idea di costruire attorno a lui una soluzione d’attacco più verticale, che sfrutti le sue doti fisiche e la capacità di attaccare la profondità. Il tempo, però, comincia a diventare un fattore da non sottovalutare.
Il gol in nazionale e l’urgenza di sbloccarsi in Serie A
La rete segnata con l’Irlanda è arrivata in un momento chiave. Ferguson, partito titolare nel match contro la Finlandia, ha colpito su azione costruita da palla recuperata, finalizzando con freddezza e lucidità. Un’azione semplice, ma eseguita con determinazione.
Quel gol ha riportato fiducia nell’ambiente giallorosso, ma anche messo pressione: ora non ci sono più alibi. Se riesce a segnare in nazionale, deve farlo anche in campionato. La Serie A, è vero, è un altro tipo di sfida. Ma Ferguson è stato preso proprio per fare la differenza davanti.
Lo spogliatoio lo sostiene, i senatori lo hanno preso sotto la loro ala, e Gasperini — almeno per ora — continua a ripeterlo nei colloqui individuali: “Crediamo in te, ma tocca a te dimostrarlo”. Il ragazzo ascolta, lavora, ma deve accelerare.
Il calendario della Roma non lascia molto spazio per gestire le situazioni individuali: le sfide contro Napoli e Milan incombono, e le scelte in attacco saranno influenzate dai risultati. Ferguson, che ha tutto per imporsi, si trova ora davanti a un bivio: trasformare quel gol con l’Irlanda in slancio positivo, o rischiare di finire indietro nelle gerarchie.
