La Nazionale cerca certezze in vista della sfida decisiva contro Israele: Gattuso valuta nuove soluzioni tattiche e tiene tutti sulla corda.
Nel ritiro azzurro a Coverciano si respira tensione, ma anche concentrazione. La sfida con Israele, in programma tra pochi giorni, sarà uno snodo cruciale per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Gennaro Gattuso lo sa bene e continua a lavorare senza tregua per trovare un assetto definitivo. Le prove tattiche degli ultimi allenamenti hanno mostrato un chiaro segnale: nessuno è sicuro del posto. Neanche in attacco.
L’ex tecnico del Napoli è alle prese con un dilemma non da poco: una sola punta o due attaccanti di movimento? Tra dubbi e incastri, il nome di Raspadori inizia a circolare con insistenza. Non è detto che parta titolare, ma la sua intensità negli allenamenti ha acceso un dibattito interno. Con Retegui non al top, Scamacca che fatica a convincere e Immobile ancora in bilico, l’idea di schierare un giocatore più duttile come il fantasista del Napoli diventa sempre più concreta.
Gattuso osserva e corregge: ancora in prova la formazione titolare
Gli allenamenti a porte chiuse degli ultimi giorni hanno mostrato una Nazionale ancora alla ricerca della sua identità. Gattuso, affiancato dal suo staff, continua a testare moduli diversi. A Coverciano si è passati da un 4-3-3 classico a un più compatto 4-2-3-1. In entrambe le soluzioni, il nodo resta sempre lo stesso: come costruire gioco e chi finalizza.

Il tecnico ha chiesto ai suoi uomini di alzare i ritmi, soprattutto nelle transizioni offensive. Le sedute mattutine sono state dedicate alla fase di possesso, con particolare attenzione alle sovrapposizioni dei terzini e ai tagli delle mezzali. Nel pomeriggio, spazio al pressing alto e alla reattività in fase di recupero palla. Non sono mancate pause, confronti individuali, richiami. Gattuso si è fatto sentire, eccome. Il messaggio è chiaro: contro Israele serve una squadra corta, aggressiva, affamata.
Nel frattempo, il clima all’interno del gruppo resta positivo. Alcuni veterani, tra cui Barella e Donnarumma, si sono presi il compito di tenere alta l’attenzione dei più giovani. Lo spogliatoio sembra compatto, ma le gerarchie non sono ancora consolidate. Ogni allenamento diventa un esame. E chi spera in una maglia da titolare dovrà meritarsela giorno dopo giorno.
Raspadori osservato speciale: possibile sorpresa nell’undici di partenza
Il nome che ha fatto alzare più di un sopracciglio nelle ultime ore è quello di Giacomo Raspadori. Il classe 2000 si sta allenando con grande intensità e Gattuso lo osserva con interesse crescente. Non è il centravanti classico che il tecnico sembrava preferire a inizio raduno, ma ha mostrato una duttilità e una qualità nei movimenti tra le linee che potrebbero rivelarsi decisive proprio contro una squadra chiusa come Israele.
Con Retegui ancora alle prese con un fastidio muscolare e Scamacca che non ha brillato nelle amichevoli, la carta Raspadori prende quota. I test interni lo hanno visto spesso inserito come finto nove o addirittura in posizione di trequartista alle spalle della punta. Una soluzione che darebbe maggiore fluidità al reparto offensivo e faciliterebbe l’inserimento dei centrocampisti.
La decisione finale arriverà solo alla vigilia del match, ma lo scenario è chiaro: Gattuso non vuole più certezze anagrafiche, ma risposte in campo. E Raspadori, finora, è stato uno dei più convincenti. Anche se non partisse titolare, è destinato ad avere un ruolo chiave nell’economia della partita. Per ora si scalda, ma potrebbe essere proprio lui l’uomo giusto al momento giusto.
