Gli azzurri si giocano tutto nella quarta giornata del girone: la qualificazione non ammette errori, e Gattuso deve sciogliere ancora diversi dubbi.
L’Italia arriva alla quarta giornata del girone di qualificazione con un peso sulle spalle. Il pareggio con la Svizzera ha lasciato scorie. La vittoria contro la Georgia ha rimesso in piedi la classifica. Ma adesso, con Israele, non si può sbagliare. I punti servono, e servono subito.
Azzurri secondi nel gruppo, dietro alla Spagna che viaggia spedita. E dietro spingono forte, proprio gli israeliani. Gattuso lo ha detto chiaro nello spogliatoio: questa è la partita della verità. Chi sbaglia resta fuori. Chi regge, va avanti. Non a caso, l’allenamento a porte chiuse di ieri a Coverciano è stato l’ultimo vero banco di prova.
Gli occhi sono su Raspadori, che sta guadagnando terreno nelle scelte offensive, e su Scamacca, che potrebbe partire fuori. Gattuso vuole corsa, idee, e gamba. Sa che Israele è squadra compatta, che aspetta e riparte. Sa anche che l’Italia ha il dovere di fare la partita. Ma senza scoprirsi.
Le scelte di Gattuso: ballottaggi aperti e gerarchie ancora fluide
La formazione resta un rebus fino all’ultimo. L’idea iniziale era confermare il blocco che ha battuto la Georgia. Ma alcuni meccanismi non hanno convinto. Per questo Gattuso ha mischiato le carte già dalla seduta del mattino, provando un 4-2-3-1 più verticale.

Frattesi e Barella sono certi del posto in mezzo. Dietro torna Di Lorenzo, che ha smaltito il fastidio al polpaccio. In avanti il nome che sta salendo nelle quotazioni è quello di El Raspadori, che ha fatto bene nell’amichevole interna e piace per capacità di saltare l’uomo.
Discorso a parte per il portiere: Donnarumma non si tocca, ma la prestazione opaca con la Svizzera ha riaperto discussioni. Nulla di concreto, ma intorno a lui c’è attesa. Chi spera in un errore è Provedel, che lavora in silenzio e convince tutti in allenamento.
Sul piano tattico, Gattuso vuole una squadra che pressa alta e non concede. Il nodo resta l’equilibrio: contro Israele serve una Nazionale corta, che recuperi palla in zona avanzata e verticalizzi senza fronzoli. L’errore commesso con l’Ucraina — troppi spazi tra i reparti — non va ripetuto.
Israele coperta, ma insidiosa: la Nazionale dovrà essere lucida e concreta
Nonostante i pochi nomi di grido, Israele ha mostrato personalità e disciplina nelle prime tre giornate. Ha bloccato l’Ucraina, resistito per un tempo alla Spagna, e battuto Cipro. Una squadra costruita per difendersi bene e ripartire con precisione.
Il modulo dovrebbe essere un 5-4-1 molto compatto, con un attaccante mobile — probabilmente Weissman — e linee basse per chiudere tutti gli spazi centrali. L’Italia dovrà essere brava a non innervosirsi, perché il possesso sarà alto ma sterile se non accompagnato da movimenti rapidi e tagli tra le linee.
La partita si gioca anche sulla testa. Gattuso sta lavorando più sulla concentrazione che sulla tattica, perché sa che basta un dettaglio per girare una partita del genere. Troppe volte l’Italia si è fatta sorprendere da avversari chiusi e disciplinati. Stavolta no.
L’ambiente sarà caldo, e anche questo peserà. Chi non regge l’urto rischia di affondare. Il messaggio dello staff tecnico è stato chiaro fin da subito: servono 90 minuti di fame vera. Perché stavolta la classifica non aspetta.
