Mile Svilar, portiere della Roma e protagonista assoluto dell’ultima stagione in Serie A, si trova oggi in una situazione paradossale: il talento cresciuto tra Serbia, Belgio e Portogallo non ha ancora una patria calcistica riconosciuta. E guarda le qualificazioni dal divano, da dove rischia di seguire anche il Mondiale 2026.
Il curioso caso di Svilar, fra Belgio e Serbia
Nato ad Anversa da genitori serbi, Svilar ha indossato la maglia del Belgio dalle giovanili fino all’Under 21, percorrendo l’intero percorso con i Diavoli Rossi. Nel 2021, però, su spinta del padre Rakto – ex portiere della Jugoslavia – ha risposto alla convocazione della Serbia, esordendo in un’amichevole vinta 4-0 contro il Qatar. Da quel momento la sua carriera internazionale è rimasta sospesa. Da un lato, il Belgio lo vorrebbe integrare nel roster a disposizione di Rudi Garcia, soprattutto dopo l’infortunio di Courtois. Dall’altro, la Serbia rivendica un diritto sulla sua scelta, forte di quel debutto già maturato. Il risultato è che Svilar si ritrova senza una nazionale nonostante sia considerato da molti il miglior portiere della Serie A.
Il nodo del regolamento FIFA
La questione ruota attorno al regolamento FIFA sui cambi di nazionalità sportiva. Le norme prevedono che un calciatore possa cambiare federazione anche dopo aver vestito una prima maglia, purché rispetti alcuni criteri precisi: non aver superato le tre presenze ufficiali e non aver disputato la prima partita prima di compiere 22 anni. Nel caso di Svilar, l’esordio con la Serbia è avvenuto in un’amichevole, dunque non in una gara ufficiale, ma quattro giorni dopo il suo ventiduesimo compleanno. Un dettaglio che complica l’intera vicenda. Il suo entourage sostiene che, trattandosi di un test amichevole, ci sarebbero margini di manovra per un ritorno al Belgio. Tuttavia, la decisione spetta al FIFA Football Tribunal.
La furia di Stojkovic
A complicare ulteriormente la situazione ci sono le parole di Dragan Stojkovic, commissario tecnico della Serbia, che non ha nascosto la propria delusione per l’atteggiamento di Svilar. “Gli ho dato l’opportunità di esordire con la Serbia quando era ancora la riserva del Benfica e anche quando alla Roma stava dietro a Rui Patricio, ho continuato a chiamarlo. Poi ha deciso che non dovevamo più farlo. È arrivato il Belgio e ha scelto la strada sbagliata, colpa sua”. Nel frattempo, Rudi Garcia si gode Courtois, mentre Svilar continua a brillare con la Roma, dove ha appena rinnovato il proprio contratto. In attesa della decisione della FIFA, il futuro internazionale di Mile Svilar resta in sospeso e l’unica certezza è che continuerà a difendere la porta della Roma dove nessuno osa discuterlo.
