La nazionale guidata da Bubista può entrare tra le qualificate per il primo Mondiale a 48 squadre. Un traguardo mai raggiunto, che ora è a un passo grazie al successo contro il Botswana.
A Praia, nella sera del 9 settembre 2025, Capo Verde ha scritto una pagina decisiva del suo percorso nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2026. La vittoria per 2-1 contro il Botswana, ottenuta nello stadio Nacional, ha spinto la nazionale africana in vetta al proprio girone e l’ha messa nella condizione di giocarsi tutto nella prossima partita. Se dovesse arrivare un’altra vittoria nel match di novembre, la qualificazione diventerebbe realtà. Sarebbe la prima volta nella storia che l’arcipelago dell’Atlantico partecipa a una fase finale di un Mondiale.
Il commissario tecnico Pedro Leitão Brito, conosciuto come Bubista, ha saputo costruire un gruppo solido, che mescola calciatori esperti e giovani emersi tra Portogallo, Francia e i campionati africani. Il risultato ottenuto contro il Botswana non è arrivato per caso: il primo tempo si è chiuso sull’1-1, poi nella ripresa il gol decisivo lo ha firmato Jamiro Monteiro, centrocampista del San Jose Earthquakes in MLS, già leader carismatico del gruppo. La rete ha scatenato l’entusiasmo sugli spalti e anche fuori dall’isola, dove la diaspora capoverdiana ha seguito l’evento con attenzione.
L’importanza storica della qualificazione e i protagonisti del gruppo
La qualificazione al Mondiale del 2026, che per la prima volta vedrà la partecipazione di 48 squadre, rappresenta un’occasione irripetibile per Capo Verde. Mai prima d’ora la selezione oceanica era riuscita a superare la fase a gironi nelle qualificazioni. Il cambiamento nel formato, che garantisce più posti alle squadre africane (9 qualificazioni dirette più una possibile ai playoff), ha acceso nuove speranze, e Capo Verde ne ha approfittato con una campagna quasi perfetta.

Il girone comprende anche Camerun, Angola, Eswatini e Mauritius, oltre al già citato Botswana. Attualmente, Capo Verde è in testa al gruppo con 10 punti, frutto di tre vittorie e un pareggio. Alle sue spalle c’è il Camerun, che insegue a quota 8. Il prossimo scontro diretto, previsto per novembre 2025, si preannuncia decisivo. Se Capo Verde riuscisse a vincerlo, la qualificazione diventerebbe matematica.
Il CT Bubista ha impostato la squadra con un modulo flessibile, capace di adattarsi agli avversari, ma con un’identità chiara: difesa compatta, ripartenze veloci, e attenzione alle palle inattive. Oltre a Monteiro, altri nomi di rilievo sono Ryan Mendes, ex Le Havre e Kayserispor, e Lisandro Semedo, esterno d’attacco che milita nel Radomiak Radom in Polonia. In porta il titolare è Vozinha, che gioca in patria ed è considerato una figura carismatica all’interno dello spogliatoio.
Nella rosa figurano anche giocatori cresciuti nei vivai di squadre europee. Il collegamento con il Portogallo resta forte: molti giovani talenti hanno doppio passaporto e scelgono di rappresentare l’arcipelago d’origine. Questa dimensione mista è una delle forze della squadra, che ha saputo trasformare la dispersione geografica in un vantaggio.
Il sogno della diaspora e la spinta popolare verso un traguardo storico
Il calcio a Capo Verde è più di uno sport: rappresenta un collante nazionale e un modo per sentirsi uniti tra le isole e i milioni di emigrati all’estero. La popolazione residente è di poco superiore al mezzo milione, ma nel mondo si stimano oltre un milione di capoverdiani, in particolare tra Portogallo, Olanda, Francia e Stati Uniti. Per loro, vedere la nazionale al Mondiale sarebbe un motivo di orgoglio enorme, un riconoscimento identitario oltre che sportivo.
Il governo locale ha già espresso sostegno pubblico, annunciando investimenti nelle infrastrutture sportive nel caso arrivi la qualificazione. Anche le aziende locali e alcuni sponsor esteri hanno iniziato a muoversi, segno che l’attenzione mediatica cresce. La Federazione Capoverdiana di Calcio, presieduta da Mario Semedo, ha chiesto ai tifosi “rispetto e pazienza”, ricordando che manca ancora un passo per scrivere la storia.
La partita decisiva si giocherà contro il Camerun, in trasferta a Yaoundé, nel weekend del 16-18 novembre 2025. Un pareggio potrebbe bastare, ma lo staff tecnico ha già dichiarato che la squadra andrà in campo per vincere. “Non vogliamo fare calcoli”, ha detto Bubista ai microfoni della tv locale TCV. “Abbiamo fatto tanto, ma non è finita. Serve la testa giusta e il cuore, come sempre”.
L’entusiasmo ha contagiato anche i social: video di bambini in strada con le maglie della nazionale, bandiere alle finestre, cori improvvisati. Il sogno è reale, e stavolta sembra davvero a portata di mano.
