Un solo guizzo, ma efficace: il gol di Iker Bravo regala tre punti pesanti all’udinese, che con solidità difensiva e controllo nervoso porta a casa la vittoria. Pisa recrimina occasioni sprecate, Udinese dimostra maturità crescente nel momento cruciale.
All’arena garibaldi di Pisa, l’udinese espugna il campo toscano per 1-0, grazie al gol di Iker Bravo nel primo tempo. La squadra allenata da Runjaic ottiene il suo terzo risultato utile (due vittorie e un pareggio), dimostrando concretezza e resistenza contro un Pisa che ha provato a reagire, ma senza trovare lucidità negli ultimi metri. Una partita decisa da un episodio, e l’udinese lo gestisce con precisione tattica e disciplina.
La partita: equilibrio, errori e il lampo decisivo
Il match inizia con un Pisa un po’ “macchinoso”, privo di alcuni elementi chiave come Marin (rimasto in panchina a causa di stanchezza post-nazionali), Stengs e Nzola. Il modulo scelto è un 3-5-2, con Tramoni che si abbassa/innalza dalle trequarti per cercare varietà nei movimenti offensivi. Udinese non sorprende, ma si prepara a sfruttare gli spazi: ampiezza, triangolazioni, cambi di fronte veloci.

Appena all’8’ Davis sfiora il vantaggio, calciando sull’esterno della rete dopo essere riuscito a saltare Canestrelli. È un segnale: l’udinese vuole colpire in velocità. Al minuto 14 la svolta: Bravo approfitta di una triangolazione tra Atta e Davis, ottiene un rimpallo favorevole in area e anticipa tutti per battere Semper. È il gol che decide la partita. Pisa prova a reagire, ma nel fraseggio appare ancora impreciso, lento. Moreo a più riprese ha occasioni: al 32′ su tocco sbagliato di Solet, al 41′ su cross invitante di Touré; ma le conclusioni mancano di forza, scelta sbagliata del piede o tempi non perfetti.
Udinese riesce comunque a gestire con intelligenza: non si espone in modo eccessivo, controlla la zona centrale, impedisce al Pisa di creare pericoli strutturali. Nel primo tempo finisce con il vantaggio, ma con la consapevolezza che il Pisa avrebbe avuto margini di rimonta se avesse capitalizzato meglio.
La ripresa: Pisa alza il ritmo, Udinese aspetta e colpisce nel finale
Nel secondo tempo il Pisa entra con maggiore determinazione, mette dentro forze fresche: dentro Leris, Nzola e Bonfanti per cercare di dare profondità e diversificare l’attacco, fuori chi era meno lucido. Modulo e assetto non cambiano radicalmente, ma l’atteggiamento è più offensivo, la pressione continua: si cerca cross, si tenta di puntare sulle fasce, si coinvolgono i centrocampisti per costruire gioco.
Udinese, però, non si scompone. Mantiene una linea difensiva attenta, con i difensori che riescono a neutralizzare soprattutto le incursioni laterali e i tentativi da lontano. Ci sono momenti in cui il Pisa sembra vicino al pareggio: un colpo di testa su corner, un’uscita del portiere Semper un po’ incerta, ma manca la precisione nell’ultimo passaggio o nel tiro finale. In particolare, l’ultima parte del match vede il Pisa sbilanciato, a caccia del pari, ma vulnerabile contro le ripartenze bianconere.
L’operazione difensiva dell’udinese trova il suo apice nei minuti finali: Kristensen su cross di Bonfanti anticipa Meister con tempismo, legge bene la palla, tocco di testa da grande difensore che taglia la linea e spegne l’ultima fiammata del Pisa. È un momento che fotografa la solidità mentale e tattica dei friulani: aggrediti, messi sotto pressione, ma sempre pronti a chiudere ogni spazio, senza concedere occasioni limpide.
Implicazioni: classifica, fiducia e cosa deve migliorare ciascuna
Per Runjaic e l’udinese questo successo vale molto più dei tre punti: è segno che la squadra cresce, che l’equilibrio tra difesa e organizzazione può fare la differenza anche nei match ostici. La capacità di saper soffrire, l’uso intelligente delle risorse, la lucidità nel momento decisivo (il gol di Bravo) e la gestione dei minuti finali mostrano progressi importanti. In classifica la squadra si ritrova al terzo posto, in solitaria, con il morale alto.
Per il Pisa, invece, rimane il rammarico: occasioni che potevano cambiare il corso della partita ma non concretizzate. Serve più precisione, più varietà nella finalizzazione, maggiore lucidità sotto pressione. Il potenziale offensivo c’è, specie con giocatori come Moreo o Nzola, ma devono trovare continuità e fiducia nei momenti topici. Inoltre, la capacità di reagire immediatamente al vantaggio subito sarà determinante per evitare di restare sotto una pressione psicologica pesante.
In chiave campionato, l’udinese dimostra che non sarà facile da battere nei confronti diretti: quando tiene la porta inviolata e sfrutta anche un solo momento, punge. Pisa ha l’obbligo di capitalizzare le sue occasioni future, migliorando l’assetto offensivo e rimediare agli errori tecnici che, purtroppo, costano caro. Se continuerà così, vedremo un duello interessante nella parte medio-alta della classifica.
