Settembre e ottobre unite in una maxi-sosta: ecco cosa cambia per club e nazionali.
La FIFA ha annunciato una riforma del calendario internazionale che modifica il modo in cui vengono gestite le soste per le nazionali. Nella stagione imminente, le finestre per gli impegni internazionali saranno quattro: dal 1 al 13 settembre, dal 7 al 18 ottobre, dal 10 al 22 novembre e dal 23 marzo al 4 aprile. Le novità riguardano in particolare le prime due, che non saranno più distinte: settembre e ottobre si fonderanno in una maxi-sosta, creando un’unica pausa prolungata per lasciare più tempo alle nazionali, ridurre i viaggi e dare respiro anche ai club. Le restanti soste non subiranno modifiche sostanziali. Vediamo nel dettaglio come cambiano gli scenari.
La maxi-sosta di settembre-ottobre: struttura, motivazioni e implicazioni
La fusione delle due finestre internazionali tradizionali di settembre e ottobre in un’unica maxi-sosta rappresenta il cuore della riforma. Questa decisione nasce da esigenze concrete: limitare gli spostamenti continui dei giocatori, migliorare la gestione fisica e mentale, dare un calendario più ordinato ai club che spesso si trovano a dover affrontare impegni ravvicinati con stipendi, viaggi, impegni europei e nazionali.

In pratica, nella nuova stagione la pausa unica sarà più lunga del normale: dall’1 al 13 settembre e poi continuità fino al 18 ottobre nella finestra successiva, ma ora unite, ciò vuol dire più giorni dedicati alle nazionali, più tempo per allenamenti, più preparazione. La durata è notevole: quasi tre settimane per la sola sosta combinata, che impatterà i calendari dei campionati nazionali. Per i tornei che normalmente giocano in queste settimane, significa dover pianificare anticipi, posticipi o turni di riposo per evitare sovraccarico.
Le motivazioni dietro la scelta sono diverse: preservare il benessere dei giocatori, ridurre il numero complessivo di giorni dedicati alle soste sparse, aumentare l’efficienza degli spostamenti internazionali, dare continuità alle nazionali che devono disputare più partite. C’è anche la volontà di rendere il calendario più prevedibile per club, tifosi e federazioni: una pausa chiara, lunga, concentrata, anziché soste brevi e frequenti.
Le implicazioni sono molte: i club dovranno adattarsi a questa pausa più lunga, con sessioni d’allenamento adatte, gestione del carico di lavoro, recuperi post-internazionali. Le nazionali avranno tempi più larghi per prepararsi, ma anche per alternare formazioni, testare nuovi giocatori, usare risorse senza correre. Potrebbe cambiare anche l’approccio tattico: partite internazionali consecutive nella stessa sosta richiederanno gestione della rosa, rotazioni, attenzione agli infortuni.
Effetti per i club, i giocatori e il calendario dei campionati
Per i club la maxi-sosta rappresenta sia un’opportunità che una sfida. Da un lato, avranno meno interruzioni stagionali sparse, ma una pausa centrale più lunga che può interferire con il ritmo di campionato, la preparazione fisica e le dinamiche interne alla rosa. Serve che gli staff tecnici pianifichino bene: chi recupera dai viaggi, chi subisce infortuni, chi può rientrare in breve, come gestire i giocatori che rientrano da Nazionale e devono tornare ad alta intensità.
I giocatori potrebbero beneficiare: più tempo con le nazionali per test, meno trasferte disperse; ma la pressione aumenta: in quella finestra unica si giocheranno più partite internazionali, meno pause tra un match e l’altro. Serve attenzione al recupero, prevenzione, preparazione atletica specifica. Chi gioca titolare in nazionale rischia di arrivare più stanco ai campionati; chi è riserva avrà opportunità maggiori, ma dovrà essere pronto a rispondere.
Per i campionati nazionali, in particolare nei grandi tornei europei come la Serie A, la Premier League, la Liga, cambia la struttura: dovranno fermarsi per tutta la durata della maxi-sosta, anche per due fine settimana completi. Ciò significa ripensare fi lo del calendario, anticipi o posticipi, gestione degli impegni interni, armonizzazione con le federazioni per evitare doppi impegni o congestione. Durante la pausa, le gare dei club saranno sospese, permettendo alle nazionali di convocare, usare tempo per preparazioni e partite qualificatorie senza sovrapposizioni.
Scenari futuri, criticità e opportunità
Guardando oltre la riforma immediata, emergono scenari interessanti ma anche criticità da considerare. L’allungamento della sosta unificata di settembre-ottobre potrebbe diventare modello per altre finestre: c’è chi ipotizza che diventi standard anche per quelle successive, o che si valutino altre fusioni (per esempio novembre-dicembre) per razionalizzare al massimo il calendario.
Tra le criticità c’è il rischio che una pausa così lunga rompa il ritmo dei campionati, che i calciatori perdano continuità, che squadre meno profonde risentano maggiormente. Anche la gestione degli infortuni, e della condizione fisica, diventa centrale: serve che le società, le federazioni e la FIFA collaborino per monitoraggio sanitario, supporto atletico, flessibilità nei calendari.
Sul fronte delle opportunità, la riforma può rendere le finestre internazionali più attrattive: più partite nella stessa pausa, migliori preparazioni, meno dispersione. Le nazionali potranno programmare meglio, utilizzare l’intero staff, testare elementi nuovi, lavorare tatticamente con più calma. I tifosi potranno avere un quadro più nitido di quando fermano i campionati, quando riprendono: meno sorprese, meno spostamenti.
Infine, questa rivoluzione del calendario appare allineata con le esigenze del calcio moderno, che richiede equilibrio tra club, nazionali, benessere dei giocatori, sostenibilità degli spostamenti e rispetto dei tornei internazionali. Se ben gestita, può diventare una svolta positiva: meno stress, maggiore efficienza, più tempo per preparazione e recupero, e un calendario che rispecchi meglio le esigenze reali di giocatori, club e federazioni.
