Benfica taglia Bruno Lage dopo la batosta in Champions, trattative avanzate per riportare lo “Special One” a Lisbona dopo 25 anni.
Per il Benfica è tempo di svolta. Dopo la sorprendente sconfitta casalinga contro il Qarabag in Champions League, la dirigenza lusitana ha deciso di esonerare Bruno Lage e sta per ufficializzare il ritorno di José Mourinho come allenatore. Classe 1963, una carriera costellata di successi nazionali e internazionali, Mourinho torna al club dove tutto iniziò nel 2000 per una nuova sfida: riportare le Aquile al vertice del calcio portoghese e restituire il prestigio perduto nelle ultime stagioni.
Il contesto attuale: perché il Benfica ha scelto il cambiamento
Negli ultimi anni il Benfica ha perso parte del suo dominio nel panorama del campionato portoghese. Dopo aver finito secondo nelle ultime due stagioni, il club sente la pressione di Sporting e delle altre concorrenti più aggressive. Il ko per 3-2 contro il Qarabag, in particolar modo, è diventato l’ultimo capitolo di una serie di prestazioni altalenanti che hanno messo in discussione la leadership tecnica dello staff.

La decisione di esonerare Bruno Lage è maturata proprio dopo quella partita di Champions League, che non è stata solo una sconfitta sul campo, ma ha amplificato le insoddisfazioni dei tifosi e lo stato di tensione a livello dirigenziale. Rui Costa, presidente del club, ha motivato l’addio parlando di “bisogno di una nuova direzione”, segno che non si trattava semplicemente di risultato, ma di identità mancata.
In più, il Benfica si trova già sotto esame: la stagione è solo all’inizio, ma il rendimento in campionato è stato al di sotto delle aspettative, e la Champions League è un banco di prova troppo importante per affrontarlo con dubbi sulla panchina. Serve una figura che abbia esperienza internazionale, spessore mediatico e credibilità: Mourinho sembra rispondere perfettamente a questi requisiti.
Mourinho come ritorno alle origini: la storia che torna
José Mourinho iniziò la sua esperienza da allenatore nel 2000 proprio con il Benfica, sebbene per un periodo molto breve. Quel primo incarico fu segnato da sfide interne difficili, dall’instabilità dirigenziale e da contrasti che spinsero il tecnico ad andare altrove. Ma in quegli stessi mesi si colse già la stoffa del futuro campione: personalità, compattezza, risultati importanti anche contro club storici.
Da allora Mourinho ha attraversato le panchine più prestigiose d’Europa: Porto, Chelsea, Inter, Real Madrid, Manchester United, Tottenham, Roma, fino all’ultima parentesi al Fenerbahce. Ha vinto titoli nazionali in più paesi e manifestazioni internazionali nonché la Champions con Porto e Inter. Ogni tappa ha forgiato la sua reputazione, ma adesso torna a Lisbona con l’occasione di completare un cerchio e dimostrare che il suo percorso non è nostalgia, ma progetto concreto.
Questo ritorno non è solo simbolico. Mourinho conosce l’ambiente portoghese, capisce le pressioni mediatiche e le aspettative delle tifoserie, e possiede un bagaglio di esperienza che può servire per imprimere un cambiamento immediato. Rimettere il Benfica al centro del calcio portoghese significa non solo vincere il titolo, ma rifondare una mentalità, una cultura della vittoria che negli ultimi anni sembra essersi affievolita.
Le sfide che lo attendono: cosa dovrà fare Mourinho subito
Ripartire non sarà semplice. Mourinho si troverà di fronte a diverse sfide già nelle prime settimane:
- Recuperare fiducia e identità: la squadra ha evidenziato fragilità difensive, poca incisività in attacco e scarsa continuità. Mourinho dovrà ridisegnare un sistema solido, credibile, dove il dover vincere non sia un ostacolo, ma una condizione naturale.
- Gestire la pressione interna ed esterna: i tifosi del Benfica sono abituati ad alti livelli, e la stampa portoghese non perdonerà errori. In Champions League in particolare, ogni partita è sotto osservazione. Mourinho dovrà far coesistere la tensione con serenità, trasmettere leadership e convincere il gruppo.
- Preparazione fisica e mentale: dopo l’allontanamento da Fenerbahce, Mourinho è a casa ma dovrà rimettere in sesto la squadra sotto il profilo atletico, intervenire sulla rosa se necessario, valorizzare i giovani, gestire i carichi di lavoro per evitare cali nel corso della stagione.
- Obiettivi a breve e medio termine: vincere la Primeira Liga è imprescindibile. Tornare a competere in Champions League da protagonisti è un imperativo. La dirigenza non vorrà solo un miglioramento, ma un salto di qualità. Mourinho non dovrà solo motivare, ma dare risultati concreti.
In sintesi, il ritorno di Mourinho al Benfica è una mossa ad alto rischio e alta speranza. Serve un allenatore che sappia andare oltre la retorica, che sappia cambiare mentalità e strutturare tutto: la squadra, l’approccio, le aspettative. Se ci riuscirà, il Benfica potrà nuovamente tornare a essere protagonista in Portogallo e in Europa.
