Spagna pronta a boicottare il Mondiale 2026 se Israele si qualificherà

Yamal

Lamine Yamal, Nazionale Spagnolo. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 18, 2025

Il Governo apre alla clamorosa ipotesi di rinuncia: pesano le tensioni legate al conflitto a Gaza e la richiesta di sanzioni sportive contro Israele.

La notizia è destinata a scuotere il mondo del calcio internazionale: la Spagna starebbe valutando la possibilità di boicottare il Mondiale 2026 in caso di qualificazione di Israele. Le parole del portavoce socialista Patxi López al Congresso hanno aperto uno scenario senza precedenti, con conseguenze che potrebbero andare oltre il calcio, toccando equilibri politici, diplomatici e sportivi.

Le parole del Governo e l’ipotesi senza precedenti

Il dibattito nasce da una presa di posizione netta. Il portavoce socialista al Congresso, Patxi López, ha dichiarato che la Spagna potrebbe rinunciare a partecipare al prossimo Mondiale di calcio, previsto negli Stati Uniti, in Messico e in Canada. Il nodo centrale riguarda il conflitto in corso a Gaza e la richiesta, avanzata da più parti, di applicare sanzioni sportive nei confronti di Israele.

Gaza city
Foto delle esplosioni a Gaza City. – @ANSA

Le sue parole hanno un peso rilevante: «Perché con la Russia sì e con Israele no? Dov’è la differenza?», ha sottolineato López, facendo riferimento all’esclusione della Russia dalle competizioni internazionali in seguito alla guerra in Ucraina. La Spagna, in linea con questa posizione, ha annunciato l’intenzione di chiedere agli organismi sportivi competenti di sanzionare Israele. Nel caso ciò non fosse possibile, l’ipotesi estrema sarebbe il ritiro della Nazionale spagnola dalla fase finale del torneo.

Una decisione simile rappresenterebbe un precedente unico nella storia del calcio: mai prima d’ora una delle grandi potenze europee aveva minacciato di ritirarsi da un Mondiale per motivazioni politiche. Il dibattito, dunque, non riguarda solo l’ambito sportivo, ma si allarga a scenari diplomatici complessi, con possibili ripercussioni sull’immagine della Spagna e sulla stabilità del torneo stesso.

Le possibili conseguenze sportive e politiche

Una scelta di questo tipo aprirebbe scenari complicati per la FIFA. L’organismo che governa il calcio mondiale non tollera l’ingerenza politica negli affari sportivi: negli ultimi anni ha sospeso federazioni come Pakistan e Congo proprio per la presenza di influenze governative dirette. In caso di un intervento deciso da parte dell’esecutivo spagnolo, la FIFA potrebbe considerare la misura una violazione delle proprie regole.

Le conseguenze immediate sarebbero pesanti. La Spagna è una delle nazionali più prestigiose del calcio mondiale, campione del mondo nel 2010 e campione d’Europa in tre edizioni. Una sua assenza al Mondiale 2026 ridurrebbe notevolmente l’attrattiva della competizione, privandola di una delle squadre più seguite a livello internazionale. Dal punto di vista politico, la mossa rafforzerebbe la posizione di Madrid nello scenario internazionale, ma rischierebbe di creare tensioni diplomatiche non solo con Israele, ma anche con gli organismi calcistici.

C’è poi la questione interna: l’opinione pubblica spagnola si troverebbe divisa tra chi appoggia la decisione per motivi etici e chi, invece, vedrebbe in essa una punizione ingiusta per i tifosi e i calciatori, estranei alle dinamiche geopolitiche. Una frattura che renderebbe ancora più delicata la gestione di un tema già altamente sensibile.

I precedenti storici e i rischi per il Mondiale

Sebbene il calcio internazionale abbia già vissuto episodi di esclusioni e boicottaggi, l’eventuale ritiro della Spagna avrebbe un impatto diverso. Durante la Guerra Fredda, alcune nazioni boicottarono i Giochi Olimpici per motivi politici, ma in ambito calcistico episodi del genere sono stati rarissimi. L’esclusione della Russia nel 2022 è un caso recente, ma decisa direttamente dagli organismi sportivi, non da un ritiro volontario della nazionale interessata.

Il rischio principale riguarda la credibilità della FIFA e la tenuta stessa del Mondiale. Se altri Paesi decidessero di seguire l’esempio spagnolo, la competizione rischierebbe di perdere parte della sua legittimità sportiva. Il Mondiale 2026, che per la prima volta sarà ospitato da tre nazioni e avrà un formato allargato a 48 squadre, si presenta già come un evento storico. Un boicottaggio di questa portata potrebbe trasformarlo in un caso diplomatico globale, con conseguenze difficili da prevedere.

Il futuro dipenderà dalle decisioni degli organismi sportivi e dalla linea che la FIFA sceglierà di adottare. In ogni caso, il dibattito aperto dalla Spagna segna un punto di non ritorno: il calcio non è mai stato così intrecciato con le questioni geopolitiche.

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