Dopo errori sotto esame in Champions e Serie A, Tudor conferma Michele Di Gregorio come portiere titolare; Perin resta l’alternativa ma non è (per ora) il favorito.
Michele Di Gregorio è al centro delle polemiche dopo le prestazioni altalenanti viste contro l’Inter e il Borussia Dortmund. Nonostante le sbavature – e le critiche che fioccano da parte dei tifosi – l’allenatore della Juventus, Igor Tudor, non ha dubbi: nessun cambio tra i pali per ora. La scelta è dettata da un mix di fiducia nel gruppo, esigenza di continuità e dalla classifica che, al momento, sorride ai bianconeri. Questo articolo esplora i motivi della conferma, le critiche mosse al portiere e gli scenari che potrebbero portare Perin in campo.
Perché Tudor conferma Di Gregorio: continuità, fiducia e strategia
Nonostante l’onda di critiche, Tudor ha scelto di mantenere Michele Di Gregorio come primo portiere della Juventus. Le ragioni dietro questa decisione sono multiple e vanno oltre i singoli errori recenti. Primo elemento: la continuità. Tudor sembra dare molta importanza al concetto che la stabilità nei ruoli chiave, come quello del portiere, sia fondamentale per costruire una squadra solida. Cambiare per cambiare, specie in vista di partite delicate come Verona in campionato, potrebbe generare solo ulteriore instabilità.
Secondo, la fiducia nel gruppo. Non solo nel singolo, ma anche nell’ambiente che circonda Di Gregorio: compagni, staff tecnico, preparatori. Una delle frasi chiave che Tudor ha usato è che, in questo momento, la cosa più importante è avere fiducia e unità, soprattutto quando la classifica è ancora positiva. L’allenatore ha sottolineato come la Juventus stia raccogliendo punti e, sotto questo profilo, restare compatti è un fattore che può fare la differenza nei momenti difficili.
Terzo, l’aspetto strategico: Tudor considera che Di Gregorio, anche se reduce da prestazioni discutibili, abbia ancora qualità che possono emergere nei momenti più delicati. È la convinzione che proprio nei momenti di difficoltà si misuri il valore di un giocatore, e che la capacità di reagire, di fare parate decisive, possa riequilibrare l’immagine negativa generata dagli errori.
Infine, l’aspetto della gestione interna: Tudor non vuole che la Juventus appaia reattiva alle pressioni esterne — tifosi, media, critiche — con cambi impulsivi. Il messaggio è chiaro: si valuta tutto, ma oggi la porta è di Di Gregorio. Perin resta alternativa esperta, ma non è considerata una scelta da sostituzione immediata.
Le critiche a Di Gregorio: quali errori pesano e cosa aspettarsi
Le critiche nei confronti di Di Gregorio non sono casuali: sono figlie di momenti in cui il portiere ha mostrato limiti, soprattutto in gare importanti. Il punto di partenza è la partita contro l’Inter, dove alcune indecisioni hanno generato preoccupazione; poi è arrivata la sfida con il Borussia Dortmund in Champions, in cui sono stati subiti quattro gol che molti considerano evitabili.

Uno degli aspetti più contestati è il tempismo delle sue reazioni: parate che potevano essere effettuate, uscite non tempestive in alcuni casi, posizionamento non sempre perfetto. Anche se ha compiuto alcune buone parate, la sensazione è che quando la pressione cresce – o quando le partite richiedono il massimo – emergano quelli che sono considerati limiti mentali oltre che tecnici.
Altro elemento di critica è la richiesta di cambiamento: molti tifosi invocano Perin come alternativa. Perin, portiere con esperienza, è entrato in causa in passato senza mai tradire, ma finora non ha convinto Tudor di essere il titolare.
In aggiunta, le critiche non si limitano al portiere: si estendono alla difesa, al centrocampo, alla mancanza di equilibrio tattico. Molti sostengono che Di Gregorio paga anche per le disfunzioni difensive davanti a lui, che lo espongono più del dovuto. Se la linea difensiva non copre bene, se le distanze tra i reparti si allungano, le responsabilità del portiere aumentano, ma non possono essere uniche.
Infine, l’elemento mentale: la pressione per un portiere è sempre alta, ogni errore diventa un caso. Di Gregorio sta vivendo un periodo in cui la fiducia esterna vacilla, ma Tudor pare deciso a supportarlo. I prossimi match saranno importanti per misurare se il portiere saprà rispondere alle critiche con prestazioni solide.
Gli scenari che possono cambiare la situazione: Perin, turn over e futuro
Sebbene Tudor confermi Di Gregorio, non è escluso che in futuro qualcosa possa cambiare, a seconda degli sviluppi. Vediamo quali sono gli scenari principali.
Perin come alternativa concreta
Mattia Perin è l’alternativa più credibile al momento. È un portiere con esperienza, che quando chiamato ha dimostrato affidabilità. Molti tifosi invocano il suo rientro tra i titolari per dare maggiore stabilità al reparto. Se Di Gregorio dovesse incappare in altri errori gravi o la difesa non riuscisse a limitare le occasioni degli avversari, Tudor potrebbe ricorrere al turn over tra i pali, come gesto per scuotere l’ambiente. Ma finora non ci sono segnali ufficiali in tal senso.
Turn over e gestione del gruppo
La stagione è lunga, e Tudor ha parlato esplicitamente di avere una panchina forte, giocatori capaci di cambiare le partite. Questo significa che nei momenti in cui Di Gregorio dovesse necessitare di riposo o abbandonare il momento di forma, Perin potrebbe essere chiamato non solo come riserva “di emergenza”, ma come alternativa attiva. La competizione interna può essere stimolante, ma deve gestirsi con attenzione: troppe pressioni o lanciare Perin troppo presto rischierebbe di generare conflitti o incertezze anche nello spogliatoio.
Futuro a breve: Verona e oltre
La prossima gara contro il Verona sarà un banco di prova importante. Se Di Gregorio confermerà la sua presenza, avrà l’occasione per rispondere con prestazioni solide. Un clean sheet importante, qualche parata decisiva, potrebbe placare le critiche e rafforzare la sua posizione. Al contrario, un’altra prestazione incerta, con gol evitabili o errori sotto pressione, darebbe forza all’idea che Perin debba essere gettato nella mischia.
Posizione della società e gestione mediatica
Infine, la Juventus nel suo complesso dovrà gestire anche le spinte esterne: tifosi, media, opinione pubblica. Se l’impressione diventa diffusa che Di Gregorio non regge la pressione nelle partite importanti, la società potrebbe essere spinta a intervenire, non necessariamente cambiando portiere, ma magari con affiancamenti, supporto tecnico, o comunicazione più esplicita. Tudor finora ha scelto la linea della fiducia e della stabilità, ma non è detto che questa sia una strada senza ostacoli.
