Il Benfica annuncia ufficialmente José Mourinho come nuovo allenatore: contratto fino al 2027, ritorno a casa per lo Special One che punta a riscrivere la storia del club portoghese.
José Mourinho torna a casa. Il Benfica ha annunciato ufficialmente l’ingaggio del tecnico portoghese con un contratto valido fino al 2027. Dopo l’esperienza alla Roma, conclusasi nel gennaio scorso, l’allenatore lusitano sceglie di ripartire dal suo Paese, accettando una panchina storica ma anche molto esigente. L’accordo è stato formalizzato con una nota pubblicata sui canali ufficiali del club, seguita da una foto che lo ritrae con il presidente Rui Costa. La conferenza stampa di presentazione è attesa nei prossimi giorni, mentre in città è già esplosa la curiosità dei tifosi.
Un ritorno in patria dopo 24 anni
José Mourinho non allenava in Portogallo dal 2004, quando lasciò il Porto dopo aver conquistato la Champions League. L’annuncio del suo ritorno è arrivato il 18 giugno 2025, data destinata a restare nei ricordi dei tifosi del Benfica, club con cui il tecnico ha un conto aperto da decenni. Nel 2000, infatti, proprio sulla panchina dei lisbonesi, iniziò la sua prima esperienza da capo allenatore, ma fu interrotta bruscamente a causa di divergenze dirigenziali. All’epoca Mourinho aveva appena 37 anni.

A distanza di 25 stagioni, lo Special One torna in un ambiente profondamente cambiato, ma con lo stesso desiderio di vincere e incidere. Il Benfica, reduce da una stagione altalenante in campionato e senza titoli importanti, ha deciso di affidarsi alla sua esperienza per dare nuova linfa al progetto tecnico.
Il contratto firmato con il club biancorosso prevede un impegno triennale, con opzione per un ulteriore anno. Non sono stati resi noti i dettagli economici, ma secondo indiscrezioni locali l’accordo sarebbe tra i più onerosi mai sottoscritti nella storia del club. Mourinho, da parte sua, avrebbe chiesto garanzie sul mercato e sulla possibilità di costruire una squadra competitiva fin da subito, con obiettivi dichiarati in Europa.
Le prime parole ufficiali dell’allenatore sono attese a breve, ma già dalle indiscrezioni emerge la sua volontà di chiudere un cerchio iniziato proprio al Da Luz. La missione è chiara: riportare il Benfica a vincere, anche fuori dai confini nazionali.
L’eredità lasciata e le nuove sfide
L’ultima esperienza di Mourinho alla Roma si è chiusa tra luci e ombre. Dopo aver conquistato la Conference League nel 2022 e sfiorato l’Europa League nel 2023, il portoghese ha lasciato Trigoria a gennaio 2025, con la squadra lontana dalle prime posizioni in Serie A. A Roma ha lasciato un’impronta forte, sia sul piano tattico che emotivo, entrando nel cuore di gran parte della tifoseria. Non a caso, anche dopo l’addio, molti lo hanno invocato come simbolo di una mentalità vincente che in passato era mancata.
Il Benfica rappresenta una sfida diversa. Si tratta di uno dei club più vincenti del Portogallo, ma anche di uno dei più pressanti in termini di aspettative. La stampa sportiva locale ha già acceso i riflettori, interrogandosi sulla compatibilità tra la visione pragmatica di Mourinho e una squadra storicamente votata al gioco offensivo. Il suo stile, spesso difensivo e orientato al risultato, potrebbe rappresentare una rottura rispetto all’identità tradizionale dei lisbonesi.
Lo spogliatoio del Benfica, d’altra parte, conta diversi giovani emergenti, alcuni dei quali nel mirino di grandi club europei. Mourinho dovrà riuscire a mantenere l’equilibrio tra valorizzazione dei talenti e necessità di risultati immediati. Un compito non semplice, specie considerando che la prossima stagione inizierà con i preliminari europei già a fine luglio.
Secondo quanto riportato dai quotidiani portoghesi, il tecnico avrebbe già avuto colloqui individuali con alcuni dei senatori della rosa, tra cui Otamendi e Rafa Silva. Previsti anche diversi movimenti di mercato: si parla del possibile ritorno di Matic, svincolato dopo l’esperienza al Rennes, e dell’interesse per il terzino sinistro croato Gvardiol.
Il nuovo ciclo si apre con aspettative alte e con la consapevolezza, da parte del club, di avere affidato la guida tecnica a uno dei profili più esperti e titolati in circolazione. Mourinho non ha mai nascosto il suo attaccamento alla terra d’origine. Ora che è tornato, toccherà a lui dimostrare che la sua storia nel calcio europeo è tutt’altro che finita.
