Tra rimorsi, motivazioni e futuro: cosa significa davvero il gesto della curva per l’attaccante nigeriano e la squadra.
Ademola Lookman torna ad allenarsi con il gruppo dell’Atalanta dopo un periodo turbolento di tensioni, richieste di cessione e allenamenti separati. Ma non tutti sono pronti a congratularsi: fuori dal centro sportivo di Zingonia è apparso uno striscione firmato “Vecchia guardia” con un chiaro messaggio rivolto a lui: «11 reintegrato… Ma per noi rimani un ingrato», il numero barrato da una croce rossa. Il gesto testimonia che il reintegro societario, per quanto deciso, non basta a sanare le ferite lasciate da un’estate fatta di instabilità.
Lo striscione: simbolo di un risentimento che non si dissolve facilmente
Il testo dello striscione è netto, senza mezzi termini: anche se Lookman è stato reintegrato nella rosa dell’Atalanta, per molti tifosi rimane “un ingrato”. Il numero 11 è barrato con una croce rossa, un immagine forte che rappresenta il rifiuto non solo della sua assenza, ma di quanto gli è stato attribuito come mancanza di rispetto verso la squadra. Questo gesto esterno al campo evidenzia un malessere che non riguarda solo il rendimento: riguarda il legame emotivo, il senso di appartenenza, la percezione che un giocatore debba non solo essere utile ma rappresentare la maglia, la città, la tifoseria.

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Lo striscione compare fuori da Zingonia – luogo simbolico del lavoro quotidiano dell’Atalanta – ed è firmato dalla “Vecchia guardia”, uno dei gruppi storici della tifoseria. Ciò significa che la critica non viene da elementi isolati, ma da una parte organizzata e sentita della curva, che rivendica coerenza, rispetto, lealtà. Non è solo il gesto a contare, ma il chi lo firma, quando e dove lo espone: è un chiaro segnale che alcuni sostenitori non si sentono soddisfatti dal reintegro, lo vivono come qualcosa imposta dall’alto, ma non condivisa.
Per Lookman è una sfida diversa da quella tecnica: non basta ritrovare la forma fisica, rientrare negli allenamenti con la squadra, dimostrare impegno. Serve ricostruire un rapporto che va oltre il campo. E per Atalanta, per Juric, è un momento che richiede equilibrio: riconoscere il disagio dei tifosi, rispettarlo, ma anche chiedere a tutti di guardare al futuro, ai risultati, al contributo concreto.
Reintegro e dichiarazioni: la società fa chiarezza, ma il percorso è lungo
Nonostante lo striscione, la società ha deciso che Lookman tornerà a far parte del gruppo. Il tecnico Ivan Juric ha confermato che il giocatore ha parlato con lui, con lo staff e con i compagni, ha avuto la possibilità di chiarire le proprie posizioni, ed ha ricevuto una accoglienza formale positiva. In allenamento, secondo quanto comunicato, è apparso bene: impegno, disponibilità, voglia di rimettersi in gioco. Queste sono valutazioni tecniche importanti, ma non risolvono immediatamente il forte elemento emotivo e ambientale che il gesto dei tifosi ha messo sul tavolo.
Lookman non era più presente nelle convocazioni da alcune partite, aveva effettuato allenamenti separati, in seguito a tensioni estive legate a un tentativo di trasferimento e ad atteggiamenti percepiti come problematici da parte del club. Il suo ritorno segna la fine di una “punizione” o isolamento, ma non annulla la memoria degli atteggiamenti contestati. Juric ha dichiarato che la sua autonomia è ancora limitata – non sarà automaticamente titolare – e che bisognerà valutare bene il suo stato fisico ed emozionale. Le parole di Juric sottolineano che il reintegro è una decisione tecnica e disciplinare, ma con consapevolezza.
La società, allo stesso modo, dovrà gestire il messaggio ai tifosi, mantenere chiarezza e coerenza: riconoscere che il rapporto con Lookman è danneggiato, ma anche manifestare fiducia nel potenziale contributo che può apportare, se riuscirà a riportare anche l’atteggiamento adatto, la dedizione, la lealtà visibile. L’Atalanta si trova così in bilico tra perdono sportivo e richiesta di responsabilità umana.
Le implicazioni sportive ed emotive: cosa rischia e cosa può guadagnare Atalanta
Dal punto di vista sportivo, Lookman può rappresentare una risorsa importante, soprattutto visto che il reparto offensivo bergamasco ha avuto momenti di monotonia, assenze e mancanza di soluzioni alternative. In questa fase della stagione, ogni opzione diventa preziosa: avere un giocatore che conosce società, compagni e ambiente può dare alternative sia in attacco che nei cambi. Se Lookman dimostrerà nelle prossime partite di aver ritrovato la serenità e la voglia, potrebbe essere decisivo.
Tuttavia, il carico emotivo che il gesto dello striscione porta con sé rischia di essere un freno: giocare con il peso di dover “guadagnarsi” ogni applauso, con l’occhio critico di parte della curva, può essere psicologicamente difficile. Se non gestito bene, può influire sulle prestazioni, sulla confidenza, sulla determinazione. La sua forza mentale sarà cruciale: come reagirà sotto pressione, come saprà dialogare con l’ambiente, e quanto riuscirà a trasformare una critica in carburante per dare il meglio.
Per la squadra e per il tecnico, questa vicenda è anche un test di carattere. Juric dovrà selezionare, motivare e fare gruppo: convincere che il passato è passato, che il percorso ora è condiviso, che la maglia va onorata da tutti, compreso chi ha sbagliato. Il club dovrà sostenere il giocatore ma anche rispettare le aspettative dei tifosi, mantenere una leadership chiara. Se riusciranno a trasformare questo momento in una svolta positiva, sarà una vittoria non solo sul campo, ma nei valori che fanno grande una squadra.
