Il tecnico giallorosso chiede intensità in campo, serenità fuori: “I derby che restano sono solo quelli vinti, bisogna essere micidiali”
Gian Piero Gasperini si prepara al suo primo derby della capitale alla guida della Roma con parole chiare, determinazione e una certa dose di avvertimento. In conferenza, l’allenatore ha parlato non solo della partita in sé, ma anche del clima che la circonda, della rivalità, dell’importanza dei risultati contro la Lazio. Il messaggio è doppio: servono prestazione forte dentro il campo, e rispetto e pacatezza al di fuori.
La filosofia di Gasperini: solo la vittoria lascia il segno
Gasperini non nasconde le sue ambizioni: “i derby che restano sono solo quelli vinti” è una frase che sa tanto di sfida, di stimolo, di pressione. Per lui il derby non è semplicemente un altro incontro contro una rivale storica, ma un momento che può segnare un allenatore, una squadra, una stagione. Per questo la vittoria non è accessoria, è l’unico risultato che può costruire memoria, fiducia, identità.

La Roma con Gasperini cerca non solo di giocare bene questo derby, ma di essere micidiale, di mettere pressione, di sfruttare ogni dettaglio, di non lasciare nulla al caso. Vuole dominare l’aspetto mentale quanto quello tattico, fare sentire la propria presenza fin dal primo minuto, imporsi sull’avversario; e non semplicemente competere o limitarsi a evitare sconfitte, ma puntare al massimo.
Tutto questo mentre – ha sottolineato – serve equilibrio emotivo: la carica non deve diventare nervosismo, la tensione non deve sfociare in forzature che portano errori. Per Gasperini, l’atteggiamento conta tanto quanto la tattica, la grinta tanto quanto il sistema di gioco. Preparare la squadra a un derby “micidiale” significa anche mentalmente essere pronti a non abbassare mai la guardia, a sopportare i momenti di difficoltà, a sfruttare le occasioni, a reagire se lo svantaggio arriva.
Il contesto: rivalità, violenza e responsabilità sociale
Ad accompagnare la sfida tattica, c’è un forte appello alla responsabilità: Gasperini ha detto che spera in un derby sereno, che la lotta resti solo in campo, che si eviti la violenza. Ha usato parole forti sul tema: “la violenza uccide il calcio”. Vuole che lo spettacolo sia acceso, che l’intensità ci sia, ma che non oltrepassi certo i limiti del rispetto, della sportività.
In una città divisa, in un match che richiama tifosi, passioni e anche contrasti, Gasperini richiama alla calma: fuori dallo stadio, nei comportamenti tra tifosi, nei media, nella gestione delle settimane che precedono e seguono la partita. Vuole che il confronto resti sul campo, che ogni parola, ogni gesto, non diventino motivo di tensione degenerata, ma solo parte dello spettacolo sportivo.
Questo invito alla serenità dimostra che Gasperini non vede il derby solo come partita, ma come evento sociale. È una questione di immagine, di responsabilità verso la città, verso i tifosi, verso il calcio. Ricorda che quando il conflitto supera il limite, non è solo la Roma o la Lazio a perdere, ma l’essenza stessa del gioco. Vuole che la partita abbia significato sportivo, umano, emozionale, ma anche che resti incorniciata nella dimensione del rispetto.
Le sfide tattiche e psicologiche che attendono la Roma
Sul piano tattico, Gasperini sa che la resa della Roma nel derby dipenderà da vari fattori: scelte di formazione, intensità fisica, capacità di recupero e pressione contro il possesso avversario. Serve una Roma che non si nasconda, che non conceda spazio, che sappia essere aggressiva quando serve e paziente quando conviene. Deve bilanciare la qualità offensiva con la compattezza difensiva.
Dal punto di vista psicologico, invece, la sfida è duplice: dare ai giocatori la convinzione che è possibile vincere contro una Lazio magari in buona forma, magari avvantaggiata in alcuni reparti, ma anche tenere alta la concentrazione senza farsi andare fuori giri. Evitare che la tensione diventi ansia, che il desiderio di riscatto per passate sconfitte diventi egoismo o errori. Gli uomini devono essere pronti a interpretare la partita da derby: momento intenso, con pressioni extra, con pubblico coinvolto, con aspettative altissime.
Inoltre, la rosa è sotto osservazione: assenze, stanchezza, adattamenti tattici sono variabili che possono pesare. Gasperini dovrà lavorare sulle motivazioni individuali, far sentire ad ogni elemento che può essere utile, che ogni minuto conta, che anche chi entra dalla panchina può cambiare la partita. La gestione del turnover, del ritmo di gioco, e delle transizioni — mentalmente e fisicamente — sarà essenziale.
