Krstovic-show: l’Atalanta travolge il Torino con un primo tempo perfetto

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Torino - Atalanta. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 22, 2025

Doppietta del montenegrino, gol di Sulemana e Torino incapace di reagire. Dea a quota 8 punti, Toro sotto pressione: contestazione e infortuni pesanti.

All’Olimpico-Grande Torino è andato in scena uno spettacolare avvio di stagione per l’Atalanta: un 3-0 netto che non lascia spazio a interpretazioni. Nikola Krstovic segna una doppietta, Kamaldeen Sulemana fa la voce grossa e il Torino resta, per gran parte del primo tempo, completamente in balia degli ospiti. Tra proteste dei tifosi e problemi fisici in squadra, la prestazione granata è da dimenticare. In questo articolo analizziamo i momenti chiave del match, i protagonisti che emergono e le conseguenze per entrambe le squadre.

Primo tempo a senso unico: come l’Atalanta ha costruito il successo

L’Atalanta ha imposto fin da subito un ritmo elevato, dominando il possesso palla e la pressione offensiva, costringendo il Torino a difendersi continuamente. Pur dovendo affrontare subito due infortuni — Zalewski (risentimento al flessore) e Hien (problema all’adduttore) nel corso del primo tempo — Juric riesce a mantenere stabilità, grazie a sostituzioni ben calibrate (Bellanova al posto di Zalewski già al 10’, Ahanor per Hien al 27’).

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Ivan Juric, allenatore dell’Aatalanta. – @ANSA

È nel giro di pochi minuti che la partita si decide: al 30’ Krstovic approfitta di un passaggio filtrante di Samardzic e segna il suo primo gol con la maglia nerazzurra in Serie A. Cinque minuti dopo, Sulemana imbecca il tap-in per il 2-0, col Torino incapace di reagire. Appena tre minuti più tardi, Krstovic firma la sua doppietta con un tocco preciso su assist dello stesso Sulemana. Il tutto accade tra il 30° e il 38° minuto — un blackout totale della difesa granata.

Il Torino si presenta con poche idee: ostacolato, statico, incapace di costruire gioco nelle proprie aree; l’Atalanta invece sfrutta la profondità, la mobilità degli esterni e la rapidità nei cambi di gioco. Da segnalare che il pubblico del Torino presente nello stadio è in stato di contestazione verso la proprietà, che si riflette nell’atmosfera generale: tensione che forse pesa anche sull’atteggiamento dei giocatori.

Nel primo tempo la Dea mette in evidenza anche qualità difensive: non concede occasioni limpide, si chiude bene nelle transizioni, tiene compatta la linea e tiene alto il livello di attenzione anche nei momenti in cui il Torino prova a uscire. Il risultato parziale al 45’ è poco sorprendente: Atalanta meritatamente in vantaggio 3-0, Torino praticamente annullato.

Ripresa, Torino che cerca ma Atalanta attenta

Nel secondo tempo Baroni prova a cambiare pelle al Torino: entrano Tameze, Adams e Casadei al posto rispettivamente di Maripán, Aboukhlal e Ilic. L’intento è più aggressivo, con una disposizione più offensiva, per tentare la rimonta o quantomeno recuperare dignità. Giovanni Simeone è uno dei pochi a provarci seriamente, con serpentine, iniziative personali che però finiscono sempre per infrangersi contro un attento Carnesecchi o una difesa nerazzurra ben piazzata.

Non manca un momento cruciale: al 73’ Zapata conquista un rigore su fallo di Kossounou su Saul Coco. Sembra l’occasione per il Torino per cambiare la partita ma il colombiano si fa parare il rigore da Carnesecchi, che evita il gol della bandiera. Questo episodio è uno specchio della giornata: il Toro prova ma non riesce a concretizzare.

L’Atalanta, dal canto suo, non abbassa la guardia. Pur gestendo il risultato, rimane pericolosa: Sulemana va vicino al quarto gol, la difesa rimane concentrata, e il portiere Carnesecchi esibisce sicurezza, specialmente sul rigore sbagliato da Zapata. Nei minuti finali, Juric concede il ritorno in campo di Ademola Lookman (86’), che quindi vede il suo esordio stagionale dopo un lungo caso legato al mercato estivo. Non incide, ma è simbolico per la squadra: richiamo di unità e fiducia.

Così la ripresa diventa una parentesi per far passare il tempo, controllare senza rischi, e costruire solidità mentale. Fine partita senza altre emozioni degne di nota, l’Atalanta porta a casa un successo più largo della distanza reale, risultato netto, convinzione ritrovata.

Protagonisti, implicazioni e scenari per il futuro

Nikola Krstovic è il grande protagonista: doppietta, primo gol in Serie A con l’Atalanta, già protagonista attivo come uomo-gol. La sua predisposizione a sfruttare gli spazi, a muoversi bene dentro l’area, e la freddezza nelle conclusioni, non passano inosservate. Diventa in breve un fattore determinante per la Dea, che continua a costruire non solo risultati, ma identità.

Kamaldeen Sulemana merita menzione: entra da subito nel vivo del gioco, partecipando con un gol e un assist, mostrando rapidità, capacità di inserirsi, e incisività. Per lui anche un’azione decisiva nell’assist per Krstovic. Se Juric riuscirà a far convivere i suoi esterni con equilibrio e profondità, il potenziale offensivo dell’Atalanta è altissimo.

Per il Torino invece il momento è complicato. Quarta giornata, 4 punti in classifica, sconfitta netta in casa davanti ai propri tifosi. Oltre al risultato, preoccupano la fragilità difensiva manifestata, la mancanza di idee offensive efficaci, la poca personalità nei momenti di pressione. Anche la condizione fisica non pare ottimale: infortuni pesanti nel primo tempo che costringono a cambi obbligati, e la difficoltà a reagire quando l’avversario preme. Anche la gestione psicologica: la contestazione dei tifosi verso il presidente Cairo mette ulteriore pressione.

Per Atalanta, questa vittoria ha almeno tre effetti importanti: consolidare la fiducia dopo il ko in Champions League, confermare che la rosa ha profondità (nonostante infortuni) e inviare un messaggio forte alle altre pretendenti al ritorno nelle posizioni alte della Serie A. Per il Toro, serve una reazione immediata: ritrovare equilibrio in difesa, più idee in attacco, gestire le assenze e recuperare morale.

Lo scenario per le prossime giornate appare duplice: se l’Atalanta mantiene la continuità, può puntare a diventare una delle outsider vere del campionato; per il Torino, invece, serve riorganizzare con lucidità, fare tesoro delle prestazioni individuali come quella di Simeone, evitare errori e preparare mentalmente la squadra a resistere alle difficoltà.

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