Verona Juventus: Rapuano paga caro l’arbitraggio, retrocesso in serie B

VAR-annuncio.

Il pubblico dello stadio osserva in silenzio mentre l’arbitro comunica la decisione via microfono. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 22, 2025

Dopo il pareggio contestato al Bentegodi, l’AIA decide: errori in rigore ed espulsione costano la Serie A a Rapuano. Polemiche, proteste e scelte che segnano il suo futuro arbitrale.

Il pareggio per 1-1 tra verona e juventus non è passato inosservato per il direttore di gara Antonio Rapuano: il rigore concesso ai padroni di casa per un tocco di mano, e la mancata espulsione di Orban dopo una gomitata netta su Gatti hanno suscitato critiche. Tali episodi hanno spinto i vertici dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) ad adottare una misura drastica: Rapuano verrà retrocesso alla Serie B per alcune giornate, come conseguenza diretta della sua direzione giudicata non convincente. Questo caso apre un dibattito su responsabilità, standard arbitrali e pressione nelle partite chiave.

Gli episodi che hanno scatenato la decisione

Nel corso di verona-juventus, due momenti sono stati fondamentali per innescare le critiche nei confronti di Rapuano. Il primo è il rigore assegnato al verona: Joao Mario viene ritenuto responsabile di un tocco di mano in area. La natura del tocco — se fosse volontario o no — e il fatto che la palla fosse forse inaspettata sono stati elementi dibattuti. Questa decisione ha generato proteste, perché ritenuta pesante per le conseguenze: non solo per il gol del verona, ma per come è intervenuto il VAR, se con la dovuta severità e controllo.

Igor Tudor Juventus
Igor Tudor, allenatore della Juventus
Immagine | Ansa

Il secondo episodio riguarda la gomitata di Orban su Gatti, che avrebbe meritato una espulsione immediata. Il contatto è parso gravissimo, evidente e degno di cartellino rosso secondo molti osservatori. Invece, Rapuano ha ammonito Orban, lasciando la partita con un giocatore che secondo molti avrebbe dovuto uscire. Anche questo episodio è stato oggetto di forte censura da parte dell’AIA, che lo ha considerato un errore grave, non solo tecnico, ma anche di gestione disciplinare della gara.

Questi due episodi, ben distinti, non sono isolati: si inseriscono in una prestazione complessiva giudicata insufficiente da più fonti, che hanno messo in luce sia errori piccoli — gestione del gioco, posizionamento, letture — sia quelli macroscopici. L’arbitro è stato valutato con voti molto bassi dai principali quotidiani sportivi, con sufficienze risicate e critiche anche sul supporto del VAR, percepito come non sempre efficace o tempestivo.

È importante sottolineare come l’AIA consideri non solo il singolo errore, ma la somma di fattori: qualità della direzione, effetto sugli equilibri della partita, reazioni post-gara, segnale che arbitrare oggi significa essere costantemente sotto valutazione, non solo per quello che si fa, ma per ciò che si lascia fare.

La retrocessione in Serie B: cosa significa per Rapuano e per il sistema arbitrale

Il provvedimento preso dall’AIA è chiaro: per qualche giornata Rapuano non dirigerà partite di Serie A, ma verrà inviato a gare di Serie B. La retrocessione è una sorta di sanzione disciplinare interna, concepita per i direttori di gara che, a giudizio dell’associazione, non rispettano gli standard richiesti nelle partite più delicate. È una misura che colpisce professionalmente e reputazionalmente: non solo perde la visibilità della massima serie, ma rischia anche di essere escluso dalle designazioni più importanti in futuro se nuovi errori si sommano.

Per Rapuano, da arbitro relativamente giovane, con una carriera in crescita, questo passo indietro sarà un banco di prova. Dovrà dimostrare che può imparare dagli errori, che può gestire la pressione nelle sfide delicate, che può interagire con il VAR, con gli assistenti e soprattutto con le situazioni disciplinari in modo netto e coerente. La retrocessione non è necessaria fine di un percorso, ma richiede che il direttore di gara risponda con prestazioni impeccabili nelle partite successive, indipendentemente dalla categoria in cui opera.

Per il sistema arbitrale in Italia, questo episodio è significativo perché manda segnali chiari: l’AIA non tollera direzioni di gara che, secondo la valutazione interna, compromettono l’equilibrio della partita, e ritiene doveroso intervenire con misure tangibili. Serve dare credibilità alle designazioni arbitrali, assicurare correttezza percepita dai club, dagli allenatori, dai tifosi. Il ricorso alla Serie B come misura disciplinare non è nuovo ma è raro: serve preservare l’immagine e il funzionamento del campionato.

Inoltre, questa decisione potrebbe avere ricadute anche sul comportamento futuro degli arbitri: sarebbero più cauti nel gestire episodi controversi, nel consultare il VAR, nel prendere iniziative disciplinari chiare quando necessario. Può essere visto anche come un deterrente: sanno che le telecamere, le moviole, le reazioni ufficiali, e le valutazioni post-gara pesano, e che errori ritenuti gravi hanno conseguenze concrete.

Reazioni, conseguenze e scenari per il futuro

Le reazioni non si sono fatte attendere: allenatori, giocatori, media e tifosi hanno commentato il provvedimento. Alcuni considerano la retrocessione giusta, altri la ritengono esagerata, sostenendo che l’arbitraggio è umano, che errori capitano, specialmente in partite intense e fisiche come quelle tra verona e juventus. Ig not, molti riconoscono che gli episodi incriminati erano oggettivamente limpidi, difficili da difendere.

Juventus, in particolare, ha manifestato malumore: Tudor ha espresso pubbliche proteste su come sia stato interpretato il gioco, sull’effetto di certe decisioni arbitrali su momenti chiave della partita. Verona ha ribattuto che il rigore concesso — e la sanzione mancata ad Orban — hanno fatti discutere, ma che le proteste arbitrali fanno parte del calcio.

Per l’AIA, questa retrocessione è un esempio di come intende muoversi: maggiore rigore, valutazioni post-gara più severe, capacità di intervenire anche con sanzioni per arbitri titolari quando la prestazione lo impone. Ma ci sono anche limiti: arbitri in carenza, designazioni complicate, possibili ricorsi, senso di ingiustizia se il giudizio è percepito come soggettivo.

Guardando avanti, il futuro di Rapuano dipenderà molto da come reagirà: accetterà la misura come stimolo o reagirà male? Quanto durerà la sospensione nella A? Chi lo sostituirà nelle designazioni? Nel medio termine, potrebbe rientrare se mostra miglioramenti chiari e costanti.

Infine, per il calcio italiano l’episodio è monito: arbitri, media e tifosi devono andare verso trasparenza, chiarezza nei criteri arbitrali, supporto al VAR che funzioni bene e responsabilità condivisa. Solo così si può ridurre la conflittualità e le polemiche che tendono a erodere la fiducia nel sistema arbitrale.

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