I numeri parlano chiaro: troppi gol subiti, pochi interventi efficaci. Tudor deve ritrovare equilibrio difensivo per restare competitivo.
La juventus è alle prese con un problema evidente: la difesa non funziona come dovrebbe. Dopo un inizio di stagione ricco di aspettative, la solidità difensiva, che in passato aveva costituito un pilastro, appare vacillante. Con molti tiri concessi agli avversari, gol incassati in più partite e sbavature tattiche che pesano, l’urgenza è chiara: serve trovare soluzioni immediate per ricostruire fiducia e sistema. In questo articolo analizziamo le cause principali dei problemi, le possibili soluzioni tattiche da adottare, e l’importanza della difesa per le ambizioni della stagione.
Analisi del problema: cosa non va nella difesa bianconera
La difesa della juventus mostra segnali di debolezza non solamente nelle cifre ma anche nei comportamenti in campo. Rispetto allo scorso anno, il numero di gol subiti è cresciuto in modo significativo: un aumento non solo quantitativo, ma soprattutto qualitativo, ossia nel modo in cui avversari penetrano la linea difensiva. I numeri parlano: nelle prime partite di Serie A la Juventus ha incassato gol che sarebbero potuti essere evitati con maggiore attenzione tattica, tempismo negli interventi e copertura delle zone centrali e laterali.

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Uno dei principali punti critici è il posizionamento. I difensori centrali spesso si scoprono troppo, lasciando spazi dietro o tra la linea difensiva e il centrocampo. Gli esterni, quando spingono, non vengono sempre coperti a dovere, mentre nei momenti in cui è la squadra a difendere bassa, le linee appaiono troppo alte o troppo “staccate”, consentendo agli avversari di lanciare cross pericolosi o ricevere palla alle spalle della difesa.
Un altro problema rilevante è la reattività nei momenti di transizione. Quando la Juventus perde palla in fase offensiva o quando subisce uno scatto rapido da parte dell’avversario, la difesa sembra arrivare in ritardo, senza organizzazione nei rientri. Ciò che un tempo era affidato a una linea difensiva compatta ora appare vulnerabile ad attacchi rapidi e profondi. Anche il portiere viene messo in difficoltà non solo per la qualità degli avversari ma perché la copertura davanti a lui non è sufficiente nei momenti decisivi.
Infine, pesa anche la continuità: errori individuali commessi in più partite, evidente calo di concentrazione nei secondi tempi, difficoltà nel mantenere ordine quando la partita si fa fisica. Tutto ciò rischia di compromettere l’obiettivo alto della stagione se non si interviene su più fronti, tattico, psicologico e di struttura della rosa.
Soluzioni tattiche e cambi di assetto: che cosa può fare Tudor
Per superare le difficoltà difensive servono interventi mirati sia nella disposizione in campo che nella gestione della rosa. Innanzitutto, la difesa potrebbe aver bisogno di tornare a una linea a quattro piuttosto che quella a tre, in modo tale da garantire maggiore copertura sugli esterni e ridurre gli spazi dietro le punte avversarie. Questo cambio permetterebbe anche ai terzini di bilanciare meglio le fasi offensive con quelle difensive, con un supporto maggiore dai centrocampisti.
Inoltre, nel centrocampo è fondamentale inserire giocatori con doti di interdizione e posizionamento, capaci di schermare la difesa, recuperare palloni e tagliare le linee di passaggio. Un centrocampo più “pesante” nei momenti chiave, con mediano o mezzala abile nei recuperi, può ridurre la pressione immediata sulla retroguardia, evitando che ogni avversario abbia il tempo e lo spazio per dettare il gioco.
Il lavoro sugli automatismi è altrettanto essenziale: movimenti sincronizzati nella linea difensiva, compattamento tra reparto difensivo e centrocampo, letture preventive nei cross, e compiti chiari nei calci piazzati. Serve che ogni giocatore sappia chi marcature, quando uscire, quando restare, come muoversi senza palla, e come comunicare. Avere un capitano o leader difensivo con personalità che guidi gli altri può fare la differenza nei momenti complicati.
Infine, la gestione degli infortuni e del turnover. Mantenere alta la freschezza è cruciale, soprattutto quando la stagione è fitta. Alcuni difensori possono mostrare cali fisici o di concentrazione; rotazioni intelligenti, inserimenti graduali per chi ritorna da assenze, e lavoro personalizzato in allenamento possono aiutare a mantenere la solidità nelle gare più difficili.
Difesa forte = ambizioni reali: cosa significa per la stagione
Una difesa che torna ad essere affidabile non è solo una questione difensiva, è la base su cui costruire una squadra che possa puntare in alto. Per la Juventus, avere una retroguardia più solida significa poter attaccare con più fiducia, rischiare di meno sui contropiede, gestire meglio i momenti di difficoltà, e sopratutto non perdere terreno in classifica per errori individuali evitabili. Il processo di miglioramento della difesa impatta direttamente su obiettivi come la qualificazione, la lotta ai vertici, e la partecipazione ai trofei nazionali ed europei.
Sul piano mentale, una squadra che subisce pochi gol acquisisce sicurezza, compattezza e diffonde tra i giocatori una fiducia che si riflette anche nel possesso palla, nel coraggio di salire, nel pressare senza paura. Quando la difesa è percepita come un punto di forza, anche gli attaccanti possono esprimersi meglio, sapendo che dietro c’è protezione. Questo equilibrio è ciò che può permettere la Juventus di ritornare protagonista senza dover dipendere solo dall’estro o dalle singole individualità.
Le ambizioni societarie e delle tifoserie richiedono che la juve non commetta passi falsi contro squadre considerate meno forti, ma che sappia essere solida anche nei big match. La perdita di punti per gol evitabili può costare caro: nel campionato moderno spesso succede che la differenza tra chi vince lo scudetto e chi arriva secondo o terzo sia determinata da pochi errori difensivi. Per questo, ogni partita diventa un test, non solo dell’attacco, ma della capacità di reggere la pressione, chiudere il risultato, gestire momenti complessi.
In definitiva, lavorare sulla difesa ora non è solo una necessità contingente, ma un investimento per il futuro. Se Tudor riuscirà a trovare equilibrio, disciplina, struttura tattica e mentalità giusta, la Juventus potrà davvero ambire a risultati importanti, non essere solo una candidata, ma una pretendente concreta allo scudetto e agli altri trofei.
