Un accordo che proietta Milano verso una struttura moderna, condivisa e simbolo di rinascita sportiva e urbana.
Nel giorno in cui la giunta comunale di Milano approva la delibera per la vendita dell’attuale stadio di San Siro e delle aree circostanti, Inter e Milan annunciano di aver affidato al gruppo di architettura Foster + Partners e Manica, guidati da Norman Foster e David Manica, la progettazione del nuovo impianto che sostituirà il celebre Meazza. Il progetto prevedrebbe una capienza di circa 71.500 posti suddivisi su due anelli, con l’obiettivo di costruire uno stadio all’avanguardia che rifletta le ambizioni globali dei club e risponda alle necessità urbane della città.
Il passaggio decisivo: delibera comunale e quadro normativo
La giunta milanese ha dato via libera alla proposta che consentirebbe a Inter e Milan di acquisire la proprietà dell’attuale area di San Siro. Questa delibera è il tassello necessario per avviare il processo formale che porterà poi al voto finale del consiglio comunale. Il percorso istituzionale prevede l’esame nelle commissioni competenti, che dovranno valutare gli aspetti urbanistici, ambientali, economici e logistici.

Tra le condizioni imposte spiccano quelle relative al destino dell’area circostante: il 50% sarà destinato a verde urbano, con almeno 80.000 metri quadrati complessivi, di cui 50.000 a verde “profondo”. Dopo i lavori, gli spazi verdi saranno restituiti alla città, mentre la manutenzione dell’intera struttura e delle aree resterà a carico dei club per almeno 30 anni.
Il prezzo complessivo per la vendita dello stadio da parte del comune è stabilito in circa 197 milioni di euro, con 73 milioni da versare immediatamente alla firma, mentre il resto sarà rateizzato e garantito tramite fideiussioni. Sono previste inoltre clausole di tutela come l’earn-out, che obbligheranno i club a corrispondere una percentuale delle plusvalenze in caso di vendita futura a terzi nei primi cinque anni.
Il progetto architettonico: Foster + Partners e Manica
Se il voto finale confermerà la delibera, Inter e Milan hanno già pronto il piano con due studi di prestigio: Foster + Partners, noto studio britannico guidato da Lord Norman Foster, e Manica, realtà internazionale specializzata in design sportivo.
Il nuovo stadio dovrebbe avere 71.500 posti distribuiti su due anelli, pensato per garantire visibilità ottimale, comfort e accessibilità. L’impianto sarà progettato per soddisfare i requisiti tecnologici e ambientali richiesti dai principali eventi internazionali, come le finali di Champions League o tornei UEFA.
Il design architettonico dovrà integrarsi con il contesto urbano, prevedendo spazi verdi, accessi pubblici, mobilità sostenibile e infrastrutture moderne. L’obiettivo è creare non solo uno stadio, ma un vero polo di aggregazione per la città: uno spazio multifunzionale che possa ospitare non solo partite di calcio, ma anche concerti, eventi culturali e manifestazioni di respiro internazionale.
Tempistiche, sfide e impatti futuri
Il progetto resta condizionato dall’esito del voto del consiglio comunale e delle commissioni: senza approvazione politica e amministrativa non potrà partire. Restano inoltre i vincoli legati all’urbanistica, alle normative ambientali, agli obblighi per il verde urbano e ai tempi di concessione dei permessi.
Un altro nodo centrale riguarda il costo complessivo: oltre agli esborsi per la costruzione, saranno necessari fondi per la gestione, la manutenzione e la mobilità dei tifosi. La scelta di destinare 50.000 metri quadrati a verde profondo impone grande attenzione progettuale, affinché lo stadio resti integrato con l’ambiente circostante.
Secondo le prime stime, il completamento dell’impianto potrebbe avvenire entro la fine del decennio. Questo permetterebbe a Milano di candidarsi come sede per eventi internazionali futuri, come l’Euro 2032.
Infine, l’impatto culturale e simbolico: il vecchio San Siro è uno stadio mitico, custode di ricordi ed emozioni per generazioni di tifosi. Il nuovo progetto deve confrontarsi con questa eredità storica, senza rinunciare a guardare avanti. Se realizzato con equilibrio tra innovazione e memoria, il nuovo stadio potrebbe diventare un modello di riferimento per l’intero continente.
