Un verdetto severo che mette in discussione il futuro del Meazza e apre il dibattito sul calcio italiano.
La Uefa ha certificato che lo stadio di San Siro non rispetta l’idoneità necessaria per ospitare competizioni internazionali: solo l’Official Hospitality Area ha ricevuto il massimo punteggio, mentre più della metà dei parametri richiesti non sono stati soddisfatti. Una valutazione che rischia di compromettere la candidatura dell’Italia a Euro 2032 e che rilancia con forza il dibattito sulla necessità di un nuovo impianto.
I criteri Uefa: dove San Siro non è all’altezza
Secondo la valutazione, San Siro non rispetta 11 dei 22 requisiti fissati dal massimo organo calcistico europeo. Particolarmente critici i punteggi legati al benessere degli spettatori, valutato solo 2 su 6, e alla sicurezza dell’impianto, con un misero 6 su 16. Altri voti negativi riguardano la sostenibilità, l’accessibilità, i servizi dedicati ai VIP e l’ospitalità commerciale dei partner.

Il risultato mette in evidenza non solo i limiti di una struttura ormai datata, ma anche le difficoltà complessive di un sistema calcistico che non ha saputo rinnovare le proprie infrastrutture al passo con gli standard europei. Paesi come Inghilterra, Germania e Spagna hanno stadi di proprietà moderni e multifunzionali, mentre l’Italia resta indietro.
Le ripercussioni sulla candidatura a Euro 2032
Il verdetto Uefa non è solo tecnico ma politico: senza adeguamenti, Milano rischia di perdere uno dei suoi simboli sportivi come sede designata per Euro 2032. Un colpo durissimo per la città, che sperava di sfruttare la visibilità internazionale e l’indotto economico legato a un grande evento calcistico.
Tra i rilievi spicca anche il mancato rispetto della regola “fence-free”, ovvero l’assenza di barriere di separazione tra i settori, considerata oggi un requisito essenziale per la sicurezza e la modernità degli impianti. Su questo punto, San Siro appare molto distante dagli standard richiesti e difficilmente recuperabile con semplici interventi di ristrutturazione.
Il nodo politico ed economico
La bocciatura si inserisce in un momento già delicato: la giunta comunale di Milano ha approvato la delibera per la vendita dell’area a Inter e Milan, che hanno scelto gli studi Foster + Partners e Manica per il progetto del nuovo stadio. La valutazione della Uefa rende ancora più urgente la decisione politica, ponendo il consiglio comunale davanti a una scelta: investire su una struttura datata e difficilmente adattabile, o dare il via libera definitivo al nuovo progetto.
Sul piano economico, i vincoli relativi al verde urbano, ai costi di costruzione e alla gestione futura restano complessi. Tuttavia, il report Uefa evidenzia che il mantenimento del Meazza nelle condizioni attuali non è più sostenibile per ospitare eventi internazionali.
Il peso della storia e la necessità di guardare avanti
San Siro è molto più di uno stadio: è un simbolo del calcio italiano, teatro di notti europee, derby memorabili e finali leggendarie. Ma il giudizio Uefa mette a nudo un paradosso: l’eredità storica non basta a garantirne il futuro. Inter e Milan dovranno ora bilanciare la memoria dei tifosi con l’esigenza di un impianto moderno, efficiente e competitivo a livello globale.
Il rischio concreto è che, senza un nuovo stadio, Milano venga esclusa dai grandi scenari calcistici internazionali. Per questo, la bocciatura può diventare il vero spartiacque: o una spinta decisiva per il nuovo progetto, o un ostacolo che rischia di trascinare la città e l’Italia in un declino infrastrutturale difficile da recuperare.
