Mondiali 2030, vertice a New York: si discute l’ipotesi da 64 squadre

Mondiali 2030

Gianni Infantino, presidente FIFA. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 25, 2025

A Trump Tower la proposta argentina-sudamericana trova ascolto, ma Uefa e Concacaf frenano sull’espansione drastica.

In un incontro tenutosi nella sede americana della Fifa, è stata analizzata con attenzione la proposta di ampliare i Mondiali 2030 a 64 nazionali, rispetto alle 48 fissate per l’edizione successiva. L’idea, sostenuta principalmente dalle federazioni sudamericane, cerca un rilancio globale per celebrare il centenario del torneo, ma si scontra con dubbi su competitività, logistica e identità sportiva.

Le dinamiche del vertice di New York e le spinte sudamericane

Il vertice è stato convocato nella sede newyorkese della Fifa con la partecipazione del presidente Gianni Infantino e del segretario generale Mattias Grafström, affiancati da rappresentanti di Uruguay, Paraguay e Argentina. Al centro della discussione c’era la proposta di far disputare i Mondiali 2030 con 64 squadre, un’idea che va oltre le 48 già previste per il 2026.

Mondiali 2030
Mondiali 2030, Nazioni ospitanti. – @ANSA

Le federazioni sudamericane che ospiteranno le prime gare spingono affinché il torneo del centenario assuma un carattere ancora più inclusivo, estendendo la platea delle nazionali partecipanti. In base alle prime ipotesi, si passerebbe da un torneo con 104 partite a uno con circa 128 incontri, con una fase a gironi più ampia e duplicazione di alcuni match.

Non tutti però appoggiano questa visione. Uefa e Concacaf hanno espresso cautela e resistenze, temendo che un’ulteriore espansione possa diluire la qualità delle partite, allungare eccessivamente la durata del torneo e generare problemi logistici. Secondo diversi osservatori, ci sarebbe il rischio di perdita di senso competitivo e di un carico organizzativo ingestibile.

Il ruolo della presidenza Fifa appare quindi cruciale: se da un lato c’è disponibilità ad ascoltare, dall’altro prevale prudenza. Trasformare la proposta in realtà significherebbe infatti modificare regolamenti, format e piani organizzativi già stabiliti per gli anni successivi.

I pro e i contro dell’espansione: analisi approfondita

L’idea di estendere il torneo a 64 nazionali porta con sé vantaggi evidenti. Sul piano simbolico, offrirebbe maggiori opportunità a federazioni meno presenti, incrementando la partecipazione globale e accrescendo il richiamo mediatico. In termini economici, più partite significherebbero potenziali maggiori introiti da diritti televisivi e sponsor. Inoltre, per il centenario, un’apertura simile verrebbe percepita come un gesto storico e inclusivo.

Tuttavia, i contro sono altrettanto significativi. Il primo riguarda la qualità del torneo: con più squadre, si rischierebbero partite squilibrate, con risultati scontati e minore fascino competitivo. Altro nodo è quello del calendario: per ospitare così tanti incontri servirebbero settimane aggiuntive, con effetti su campionati nazionali e coppe continentali.

La logistica è un altro aspetto critico: stadi adeguati, trasporti, ospitalità, coordinamento tra i Paesi ospitanti. In un’edizione già distribuita su più continenti, l’aggiunta di ulteriori squadre complicherebbe enormemente il quadro organizzativo. Anche il tema ambientale non è secondario: più squadre significherebbero più spostamenti, voli e maggiore impatto sull’impronta carbonica.

Infine, l’espansione rischia di svalutare il prestigio delle qualificazioni continentali: con tanti più posti disponibili, l’esclusività del pass mondiale perderebbe di valore, riducendo la tensione e l’interesse delle fasi preliminari.

Scenari possibili e la strada che resta da percorrere

Al momento, la proposta rimane un’ipotesi in discussione. Le federazioni sudamericane la spingono con forza, ma le resistenze europee e nordamericane lasciano presagire che difficilmente si arriverà a un via libera immediato.

Uno scenario intermedio potrebbe essere quello di un’edizione “speciale” da 64 squadre solo per il 2030, legata alla ricorrenza storica, per poi tornare al formato da 48 squadre nelle edizioni successive. In alternativa, si potrebbe decidere di mantenere l’attuale struttura, limitandosi a discutere modifiche future con tempi più lunghi.

Per le confederazioni, l’obiettivo rimane lo stesso: ottenere più posti garantiti e più visibilità per i propri membri. Ma per la Fifa la vera sfida sarà trovare un compromesso tra espansione, sostenibilità e competitività.

In ogni caso, il vertice di New York ha segnato un passaggio importante: l’idea è ora ufficialmente sul tavolo e continuerà a generare dibattito nei prossimi mesi. Il futuro dei Mondiali potrebbe essere più grande e inclusivo, ma solo se riuscirà a bilanciare visione, realtà organizzativa e rispetto della tradizione.

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