San Siro, la vendita infiamma Milano: Consiglio comunale spaccato prima del voto decisivo

San Siro

Stadio San Siro. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 25, 2025

La delibera arriva in aula con la maggioranza divisa: servono 25 voti favorevoli per il sì definitivo.

La città di Milano è pronta a vivere giornate decisive per il futuro di San Siro. Domani il Consiglio comunale discuterà la delibera che potrebbe sancire la vendita dello storico impianto a Inter e Milan. Una partita politica e sociale che vede la maggioranza divisa, con sette consiglieri pronti a votare contro e almeno due ancora indecisi. Sul tavolo non c’è solo il destino dello stadio, ma il modello stesso di sviluppo calcistico e urbano della città.

La delibera in aula e i numeri che decideranno tutto

Il documento che approda in Consiglio prevede la vendita di San Siro e delle aree limitrofe ai due club, con l’obiettivo di procedere alla demolizione del Meazza e alla costruzione di un nuovo impianto. Per essere approvata, la delibera necessita di almeno 25 voti favorevoli entro il 30 settembre, data di scadenza della proposta presentata da Inter e Milan.

San Siro
San Siro – Unsplash – footbola.it

La maggioranza guidata dal sindaco Beppe Sala conta su 32 consiglieri, ma la realtà è più complessa: sette hanno già annunciato il loro voto contrario e due non hanno ancora preso posizione. Con queste defezioni, il margine si restringe pericolosamente, rendendo ogni voto determinante. Dall’altra parte, il centrodestra non ha ancora chiarito se parteciperà alla votazione o se sceglierà la strada dell’astensione, mossa che potrebbe incidere sull’esito finale.

Il clima è teso: il Consiglio è convocato a oltranza, anche per lunedì 29 settembre, giornata che viene già definita il “D-Day”. Quel giorno, tra emendamenti e dibattiti accesi, arriverà la decisione finale. La partita politica non riguarda solo i numeri, ma anche le visioni contrapposte: chi sostiene la vendita parla di occasione unica per rilanciare la città e il calcio milanese, chi si oppone teme invece una perdita irreparabile di identità e memoria storica.

La posizione dei club e il peso del futuro calcistico

Se Palazzo Marino vive divisioni interne, Inter e Milan si mostrano invece compatti. I due club hanno ribadito la necessità di un nuovo stadio moderno, evidenziando come San Siro non rientri più nei parametri UEFA e non sia stato inserito tra gli impianti di Euro 2032. I dirigenti parlano di un’occasione irrinunciabile: infrastrutture nuove, ricavi maggiori, competitività internazionale.

Il presidente rossonero Paolo Scaroni ha sottolineato che il progetto rappresenta un passo avanti non solo per i club, ma per tutta la città, criticando chi si oppone a una trasformazione che considera inevitabile. Anche Beppe Marotta, amministratore delegato nerazzurro, ha rimarcato come Milano rischi di rimanere indietro rispetto ad altre metropoli europee se non abbraccia il cambiamento.

Le società insistono sul fatto che senza un nuovo stadio non sarà possibile garantire la sostenibilità economica e sportiva di lungo periodo. Un discorso che si inserisce in un contesto più ampio: il calcio moderno richiede strutture all’avanguardia, capaci di generare entrate e di ospitare eventi internazionali di livello. Ecco perché Inter e Milan vedono nel voto del Consiglio una tappa fondamentale, non solo per il futuro del calcio milanese, ma anche per l’immagine della città nel panorama europeo.

Le divisioni politiche e il destino di San Siro

All’interno del Consiglio comunale la spaccatura riflette sensibilità politiche e culturali diverse. Una parte della maggioranza teme che la demolizione di San Siro cancelli un simbolo identitario di Milano, non sostituibile nemmeno con un nuovo stadio. Per loro, il Meazza non è solo un impianto sportivo, ma un patrimonio storico, teatro di emozioni collettive che vanno oltre il calcio.

Chi è contrario alla vendita sottolinea anche i rischi di un progetto urbanistico non chiaro, che potrebbe trasformarsi in un affare economico per pochi e in una perdita per la collettività. Sul piatto ci sono temi come l’impatto ambientale, i costi di demolizione, il destino delle aree circostanti.

Dall’altra parte, i sostenitori della delibera parlano di visione a lungo termine: Milano deve rinnovarsi, restare competitiva, dotarsi di infrastrutture adeguate per ospitare grandi eventi sportivi e culturali. La demolizione del Meazza è vista come un sacrificio necessario, un passo doloroso ma indispensabile per garantire sviluppo e modernità.

Il dibattito di domani e dei giorni successivi sarà quindi cruciale. La scelta del Consiglio non definirà solo il destino di uno stadio, ma anche il rapporto tra memoria e futuro, tra tradizione e innovazione. San Siro, con la sua storia gloriosa, si trova a un bivio: resistere come monumento del passato o lasciare spazio a una nuova era del calcio milanese.

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