Juventus, rivoluzione ai vertici: Comolli verso l’AD e Chiellini entra nel cda

Comolli

Damien Jacques Comolli, direttore generale della Juventus FC. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 26, 2025

La Juventus si prepara a una profonda trasformazione societaria: Damien Comolli verso la nomina ad amministratore delegato, Giorgio Chiellini pronto a entrare nel consiglio di amministrazione e un nuovo presidente in arrivo. Ecco cosa cambia davvero per il futuro bianconero.

La Juventus è nel pieno di una rivoluzione dirigenziale che promette di ridefinire assetti e responsabilità interne al club. Il manager francese Damien Comolli è sul punto di assumere la carica di amministratore delegato, mentre l’ex capitano Giorgio Chiellini farà il suo ingresso nel consiglio di amministrazione con un ruolo chiave nella gestione strategica. Queste mosse non sono casuali: rispondono a una visione di consolidamento del potere decisionale attorno a figure ritenute di fiducia dalla proprietà.

L’obiettivo è chiaro: creare un modello societario più coeso, rapido nelle decisioni, capace di sostenere un nuovo ciclo vincente sia sul campo che fuori. In questo articolo approfondiremo come si è arrivati a queste scelte, quali implicazioni avranno sul funzionamento della Juventus e quali scenari si possono aprire in vista del futuro.

Le ragioni del rinnovamento e la figura di Comolli

Da qualche tempo non era più più semplice gestire la Juventus con modelli istituzionali tradizionali: la società è passata attraverso periodi intensi sul piano giudiziario, pressioni di bilancio, cambi in panchina e fino a una certa disconnessione tra il vertice societario e la squadra. È in questo contesto che emerge la necessità di un riassetto manageriale profondo, con figure in grado di mediare tra i desideri della proprietà, le esigenze tecniche e la complessità del sistema calcio odierno.

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Comolli insieme a Giorgio Chiellini. – @ANSA

Damien Comolli, già nominato direttore generale, si affaccia ora come possibile AD, aumentando il suo peso nel governo operativo del club. La scelta non è casuale: il suo profilo combina esperienza internazionale e visione moderna, con una predisposizione all’uso di analitica, gestione dei dati e strategie di lungo periodo. In diversi ambienti sportivi, Comolli è spesso associato a un approccio “data driven”, sebbene lui stesso abbia precisato che questi strumenti non sostituiscono la presenza umana e il rapporto diretto con giocatori e staff.

Dietro questa promozione c’è la volontà della proprietà, guidata da John Elkann, di radicare nel club figure di fiducia che possano tradurre idee in decisioni concrete senza passaggi dilatori. L’accordo con Comolli non è un semplice cambio di incarico, ma un vincolo di centralità operativa: la futura nomina nel cda stabilirebbe una convergenza fra strategia societaria e gestione quotidiana.

In questo scenario, ogni scelta — dal mercato ai rapporti con lo staff tecnico — passerà per un organo snello e con ruoli chiari. Il rinnovamento pretende di ridurre le zone grigie e di rendere la Juventus capace di reagire più rapidamente alle sfide, sia sportive sia economiche, che il calcio moderno impone.

Il ruolo di Chiellini e il cda del futuro

L’ingresso di Giorgio Chiellini nel consiglio di amministrazione rappresenta una mossa simbolica e concreta allo stesso tempo. Il suo passato come capitano, la sua conoscenza profondissima del club e il rispetto che gode nel mondo juventino gli conferiscono una legittimità che va ben oltre il semplice nome di richiamo.

A lui potrebbe spettare la responsabilità di direttore della football strategy, un ruolo ibrido che richiede di mediare fra ambizioni sportive e vincoli gestionali. In pratica, Chiellini sarà chiamato a interpretare il pensiero del club nelle scelte tecniche, collaborando con Comolli, il presidente e l’area tecnica. Il suo compito sarà difficile: dovrà farsi carico dell’idea di continuità, del dialogo con lo staff tecnico e del rispetto degli equilibri interni, pur non avendo esperienze dirigenziali consolidate.

Nel cda, la presenza di Chiellini rafforza l’idea che il club voglia avere nello stesso consiglio persone con esperienza “sul campo”, non solo manager estranei al mondo del calcio. Questo avvicina l’organo di governo alle esigenze tecniche e permette una lettura più diretta delle priorità sportive. Inoltre, la sua figura potrebbe fungere da ponte tra la squadra e la proprietà, attutendo possibili disallineamenti e favorendo una visione condivisa.

Un aspetto importante sarà la composizione complessiva del cda: com’è noto, un consiglio troppo numeroso o con interessi divergenti può rallentare le decisioni. In questa fase, la Juventus parrebbe orientarsi verso una struttura più snella e con membri scelti sulla base della fiducia reciproca. Ciò significa che il cda servirà da organo esecutivo effettivo, non da semplice “vetrina istituzionale”.

Possibili scenari e ostacoli da superare

Questo progetto rinnovativo presenta ambizioni elevate, ma non è privo di rischi: per essere efficace, dovrà affrontare resistenze, contrasti interni e la complessità del mondo calcio.

Un primo nodo è il consenso interno: dirigenti già presenti, figure storiche del club o manager con incarichi consolidati potrebbero sentirsi defraudati o emarginati. La chiave sarà l’equilibrio tra innovazione e rispetto per chi ha contribuito finora. Se il nuovo corso non sarà accompagnato da un’adeguata comunicazione e da ruoli chiari per tutti, il rischio di conflitti è concreto.

Un secondo ostacolo riguarda il tempo: il calcio non concede pause. Le operazioni di calciomercato, le trattative contrattuali e le scelte tecniche richiedono decisioni rapide. Se il nuovo assetto non sarà operativo sin da subito, la stagione potrebbe risentirne. Sarà fondamentale che Comolli e Chiellini possano subito incidere, con poteri riconosciuti formalmente e in modo trasparente.

Inoltre, il progetto dovrà misurarsi con le aspettative dei tifosi, coi media e col confronto con altri club emergenti. Quando una società blasonata come la Juventus si rimette in discussione, ogni passo viene osservato. Qualsiasi esitazione, indecisione o risultato negativo sarà amplificato: il nuovo corso dovrà fin da subito dimostrare concretezza e visione.

Infine, c’è il tema del nuovo presidente: nelle ultime settimane sono emerse ipotesi riguardanti nomi come Del Piero o Platini come possibili figure simboliche da chiamare a dirigere la Juventus. Se, da una parte, un presidente carismatico potrebbe rafforzare le attese, dall’altra potrebbe creare sovrapposizioni di potere con il nuovo AD. Bisognerà quindi stabilire con chiarezza i confini fra ruoli esecutivi e figure di rappresentanza.

Se riuscirà a superare queste sfide, la Juve potrà davvero cambiare pelle. Comolli e Chiellini sono chiamati non solo a occupare ruoli, ma a tracciare una direzione condivisa. Il futuro del club passerà da come riusciranno a mettere ordine, a far dialogare capacità tecnica e ambizione, e a trasformare la fiducia in risultati concreti.

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