Roma da record in Europa League: 98 vittorie e ora la caccia al trofeo

Kone Roma dichiarazioni

Nella foto, Manu Konè durante una partita di Serie A, con la maglia della AS Roma. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 26, 2025

Con 98 vittorie la Roma stabilisce un record assoluto: dopo il successo sul Nizza il club giallorosso punta il grande salto verso il trofeo europeo.

La Roma ha scritto una pagina importante della sua storia europea: con la vittoria sul campo del Nizza, la squadra ha raggiunto il traguardo delle 98 vittorie in Europa League, primato assoluto per un club in questa competizione. È un risultato che va oltre il mero dato statistico: è un simbolo di costanza, ambizione e identità europea. Ora, con questo slancio, la Roma accende i riflettori sulla corsa al trofeo, con la consapevolezza che ogni passo può essere decisivo. In questo articolo analizzeremo il significato del record, l’impatto pratico sugli obiettivi stagionali e le sfide che attendono la squadra.

Il peso del record e cosa rappresenta

Questo traguardo di 98 vittorie assume un valore molto più profondo di un semplice primato numerico. Rappresenta una storia fatta di percorsi europei, di stagioni in cui la Roma è cresciuta, ha sofferto, ma ha dimostrato di sapersi confrontare con l’Europa con credibilità. Ogni vittoria aggiunge una tessera al mosaico dell’identità internazionale del club: non più solo una squadra italiana, ma una formazione con pedigree europeo.

Gian Piero Gasperini Roma
Gian Piero Gasperini
Immagine | Ansa

Il dato è ancora più emblematico se confrontato con altre realtà: superare club storici come il Tottenham (fino a ieri uno dei punti di riferimento in Europa League) rende il primato più significativo. Superare un concorrente forte in questo statistiche significa muovere il segno distintivo della Roma nell’immaginario europeo: non solo partecipante, ma vera candidata.

In termini motivazionali, un record così pesa sui giocatori, sul club e sui tifosi. Per la squadra, è un’iniezione di fiducia: sapere di essere il club con più successi nella storia della competizione porta responsabilità e consapevolezza che ogni gara europea diventa un’occasione da onorare al massimo. Per i dirigenti, è uno strumento di prestigio da valorizzare nei progetti futuri, nel mercato, nelle trattative. E per i tifosi, un motivo in più per credere, sostenere e spingere.

Ma non è solo gloria: un record richiede continuità. Per difenderlo, la Roma dovrà mantenere standard di rendimento elevati, non accontentarsi di prestazioni modeste o vittorie sporadiche. Il cammino europeo sarà un banco di prova costante, ogni fase, ogni girone, ogni match ad eliminazione diretta, potrà pesare sul saldo complessivo.

Infine, questo primato diventa un’arma psicologica: chi affronta la Roma dovrà fare i conti con una squadra che ha spesso costruito la sua reputazione sui campi europei, che già reca in sé l’aspettativa del prestigio. Chiudere con una nuova vittoria significherebbe estendere ulteriormente questo primato, trasformarlo in un alibi per ulteriori obiettivi ambiziosi come la conquista del trofeo stesso.

Impatti sulla stagione e sugli obiettivi europei

Raggiungere il record non è un punto di arrivo, ma un trampolino di lancio: la Roma ora è chiamata a dare concretezza. In termini pratici, ogni competizione europea ha le sue insidie, e il perimetro della Europa League è sempre più affollato e competitivo. Non basta qualificarsi: serve saper arrivare fino in fondo, gestire energie, turni e pressioni.

La squadra giallorossa, dopo aver staccato il Nizza con una prestazione convincente, dovrà dare continuità nel girone. Ogni gara interna e fuori casa conterà, perché in una competizione europea spesso le differenze si fanno nei dettagli: condizioni ambientali, minuti finali, episodi arbitrali. La Roma dovrà dimostrare equilibrio mentale, lucidità nei momenti critici e consapevolezza del valore del record da difendere.

Sul piano mentale, il primato può trasformarsi anche in pressione: la squadra avrà addosso uno “sguardo diverso”, ogni passo falso sarà ingigantito. Gestire le aspettative diventerà cruciale. Il tecnico e lo staff dovranno curare la preparazione psicologica, mantenere i giocatori concentrati sul processo più che sul risultato immediato. Non basta ricordare il record: bisogna costruire partita dopo partita.

Sul fronte del mercato, un record europeo è un titolo appetibile: giocatori con ambizioni europee potrebbero essere attratti dall’idea di indossare la maglia di una squadra che primatica successi continentali. Questo facilita trattative, rafforza la reputazione internazionale del club e può diventare leva per investimenti futuri.

Infine, l’obiettivo reale è il trofeo: il record storico apre una finestra aspirazionale. La Roma non vuole solo partecipare, ma voler vincere. Ogni girone superato, ogni rondo eliminazione vinta, porterà la squadra più vicina alla finalissima. Ma per arrivarci serve struttura, organizzazione e sacrificio: ogni match europeo sarà come una finale, in cui bisognerà gestire pressioni, rotazioni e variabili esterne.

Le sfide che attendono la Roma nella corsa al trofeo

Il percorso verso il trofeo Europa League sarà disseminato di ostacoli. Prima di tutto, l’equilibrio di rosa e turn-over: la Roma dovrà far convivere impegni nazionali (campionato, coppe) con quelli europei. Le energie fisiche e mentali diventano risorsa preziosa: gestire i carichi, dare respiro ai titolari, evitare cali di intensità, sarà un’enorme sfida.

Serve poi essere pronta nelle trasferte europee: molti club d’Europa mettono forte pressione nei match casalinghi, sfruttando contesti ostici, ambienti caldi, condizioni tattiche o climatiche avverse. La Roma dovrà entrare con testa fredda, preparazione dettagliata, e consapevolezza che vincere fuori casa è spesso la chiave per alzare un trofeo europeo.

Un’altra sfida è l’adattamento tattico: durante il torneo, la squadra affronterà moduli diversi, stili vari, avversari che possono cambiare atteggiamento in corsa. Avere una mente flessibile, piani B e varianti tattiche sarà fondamentale. Non si può basare tutto su un singolo assetto.

Inoltre, la gestione della pressione via via crescente: con il passare dei turni, ogni vittoria attira attenzione, critiche e aspettative. Squadre che in Europa hanno la tradizione di lottare per trofei sanno bene quanto conti il fattore mentale nei momenti decisivi (tiratori di rigore, extra time, errori individuali). La Roma dovrà coltivare sana concentrazione, resilienza e freddezza.

Infine, c’è l’incognita del sorteggio: la fortuna del tabellone, l’ordine degli avversari, eventuali imprevisti (infortuni, squalifiche) possono cambiare i piani. Ma chi ha la forza di alzare trofei è chi sa affrontare l’imprevisto con adattabilità. In altri termini: la Roma, forte del proprio record, non può ragionare solo per prestigio, ma con ambizione realistica verso il futuro.

Se davvero la Roma saprà mettere insieme continuità, solidità mentale, gestione fisica e capacità tattiche, quel record da 98 vittorie potrà tradursi non soltanto in un primato storico, ma in qualcosa di più concreto: un trofeo europeo che completi l’affermazione del club nella dimensione internazionale.

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