Roma sotto accusa, dopo Nizza scatta l’allarme: tifosi a rischio stop in Europa

Stadio olimpico ASROMA

Stadio olimpico dalla curva sud. - @ASROMA

Luca Antonelli

Settembre 27, 2025

La trasferta a Nizza ha colpito nel profondo la tifoseria della Roma: tra scontri, lancio di oggetti e comportamenti violenti è scattato l’allarme in casa Uefa

Il caos all’estero che potrebbe costare caro ai tifosi giallorossi. Il pericolo concreto è che venga imposto un divieto di trasferta per i prossimi impegni europei, con gravi conseguenze per i sostenitori giallorossi. In gioco non c’è solo una partita, ma il diritto a viaggiare con la propria squadra, la fiducia istituzionale e il peso della responsabilità collettiva.

Gli scontri a Nizza e il clima di allerta

La serata di Nizza si è trasformata da semplice trasferta a terreno di conflitto. All’esterno dello stadio sono esplosi scontri tra i tifosi della Roma e le forze dell’ordine, incrociando anche ultras locali armati di passamontagna. Le immagini circolate mostrano lancio di oggetti, cariche e momenti di tensione urbana che hanno richiamato l’attenzione dell’Uefa. Il tutto aggravato dal ritrovamento, nei posti di blocco, di martelli, spranghe, coltelli e altri strumenti atti a generare danno.

Scontri tifosi atalanta
Foto degli scontri. – @ANSA

Il bilancio è pesante: 102 arresti, dei quali 89 liberati con divieto di ingresso nelle zone delle Alpi Marittime per sei mesi. Gli altri tredici dovranno rispondere di accuse gravi quali partecipazione a un raggruppamento finalizzato alla violenza o al danneggiamento, oltre al porto d’armi vietato. Il fatto che la tifoseria romanista fosse già attenzionata in passato – per episodi a Budapest e Bilbao – ha aggravato la situazione, innescando un meccanismo di sospetti e pregiudizi.

Dentro l’UEFA si è acuita la determinazione a punire seriamente chi travalica i limiti: nulla potrà essere considerato lieve dopo Nizza. Il dossier che sta per essere aperto si fonda non solo sulle singole responsabilità, ma su un contesto percepito come rischio sistemico. Se si decidesse a favore del divieto di trasferta, il settore ospiti per la Roma potrebbe restare chiuso per le prossime gare contro Celtic, Rangers e Panathinaikos, amplificando l’isolamento della tifoseria giallorossa.

Le implicazioni per i tifosi e la Roma

Un eventuale divieto di trasferta rappresenterebbe una sanzione collettiva che colpirebbe molti cittadini che non hanno preso parte agli atti violenti. La disuguaglianza tra colpevoli e innocenti rischierebbe di creare malcontento sia tra i tifosi sia nel mondo sportivo. Si aprirebbe una ferita nella relazione tra società, istituzioni e tifoseria, rendendo più difficile il dialogo futuro e aumentando la tensione sociale intorno al club.

Per la Roma, il divieto significherebbe subire una penalizzazione anche sul piano sportivo. Giocare fuori casa senza il sostegno del proprio pubblico può incidere sull’ambiente, sulla psicologia dei giocatori e sulla pressione sulle squadre ospitanti. In più, il club potrebbe essere chiamato a rispondere davanti all’Uefa non solo per inadempienze tecniche, ma anche per la gestione del tifo, la sicurezza e la capacità di controllare i propri seguaci.

La società romanista dovrà prendere una posizione chiara: cooperare con le autorità, condannare gli eccessi, promuovere controlli e solidarietà all’interno della curva. Ogni ritardo o silenzio potrebbe essere interpretato come complicità o connivenza. Il rischio è che l’immagine del club venga danneggiata a livello europeo, riducendo credibilità, appeal e capacità di trattare provvedimenti futuri con più margini di trattativa.

Le scelte dell’Uefa e le prospettive future

L’Uefa ha già segnalato che è al lavoro su un provvedimento restrittivo che potrebbe andare ben oltre la semplice multa. L’ipotesi più concreta è un divieto di trasferta valido fino alla conclusione del girone di Europa League. Ciò includerebbe il blocco del settore ospiti nelle gare contro Celtic, Rangers e Panathinaikos. In particolare, la trasferta ad Atene è considerata rischiosa, dato il potenziale attrito con la tifoseria dell’Olympiacos, storicamente in rivalità.

Il provvedimento potrebbe essere esteso, aggravato o calibrato nel tempo, a seconda dell’evoluzione dei fatti. La Roma ha la possibilità di impugnare, contestare le prove, fornire osservazioni difensive o collaborare per attenuare la misura. Ma molto dipenderà dalla forza delle immagini, delle prove raccolte e dalla capacità del club di dimostrare che il grosso della tifoseria è estranea a comportamenti violenti.

In uno scenario più severo, oltre al divieto, potrebbero essere imposte sanzioni economiche, penalizzazioni sul campo o obblighi di provvedimenti interni alle curve. Si aprirebbe una fase in cui la gestione del tifo diventerebbe oggetto di stretta sorveglianza: obblighi, controlli più pesanti, responsabilità preventive. La Roma potrebbe essere costretta a ridefinire il proprio rapporto con gli ultras, ridefinire sistemi di accesso e revisione dei profili identificati.

Il destino della tifoseria romanista passa da pochi atti: se il club reagirà con fermezza, trasparenza e prevenzione potrà attenuare l’impatto. Se invece si lasceranno spiragli di ambiguità, il sistema UEFA potrebbe reagire con severità, facendo un esempio che travalica il caso Roma. Il peso delle scelte nelle prossime ore è enorme: il calcio europeo guarda, giudica, decide.

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