Milan, la Curva Sud esplode: il comunicato che cambia tutto prima del Napoli

Curva Sud Milan

Immagine | Ansa

Luca Antonelli

Settembre 28, 2025

Il momento spartiacque per la tifoseria rossonera che decide di riappropriarsi dell’identità

Per la sfida attesa contro il Napoli, la Curva Sud del Milan ha alzato la voce con un comunicato dal tono determinato: “Ripartiamo da noi”. Dopo un lungo periodo di silenzio e tensioni interne, gli ultras hanno deciso di tornare a tifare, con striscioni, cori e partecipazione attiva. Ma dietro quel gesto risiede una pulsione più profonda: il bisogno di ritrovare sé stessa e di farsi sentire sul serio.

Il silenzio si rompe: la decisione della curva

Negli ultimi mesi, la Curva Sud rossonera aveva vissuto un momento di inattività e distanza: limitazioni, scontri interni e scelte altalenanti avevano ridotto al minimo la sua presenza udibile negli incontri casalinghi. La mancanza di striscioni e bandiere in certe gare aveva alimentato il dibattito interno: un tifo silenzioso per protesta, oppure un segnale di disaffezione?

Modric
Massimiliano Allegri, attuale tecnico del Milan. -@ANSA

Con l’avvicinarsi di Milan–Napoli, la curva ha rotto gli indugi. In un comunicato ufficiale, il messaggio è chiaro: «Ripartiamo da noi. Al di là delle chiacchiere che da giorni si rincorrono, stamattina abbiamo deciso di tornare a fare il tifo anche a San Siro. Questa decisione scaturisce dal ritorno ufficiale di striscioni, bandiere e stendardi …»

La scelta ha un valore simbolico potente: non si tratta solo di tornare a sostenere la squadra, ma di ribadire un’identità che rischiava di dissolversi. Gli ultras hanno voluto affermare che il loro tifo non è condizionato: anche in assenza di certe condizioni ideali, devono tornare a essere protagonisti. Riprendono gli spazi – fisici e emotivi – che ritengono propri.

Dietro la dichiarazione c’è la consapevolezza che la tifoseria organizzata è una colonna portante del club. Non un ornamento, ma un elemento vitale, capace di dare un respiro emotivo ai momenti difficili. Tornare a tifare non è solo un atto di fede, è una mossa strategica per reclamare rilievo e ascolto.

Le ragioni profonde: identità, protesta e stimolo

Per comprendere a fondo il gesto della curva, bisogna guardare ai fattori che ne hanno provocato, anche indirettamente, il “silenzio”. In primis le tensioni interne: divergenze tra gruppi ultras, regole restrittive negli stadi, eventuali conflitti con la società. Quel silenzio era diventato, in alcuni casi, una forma di protesta contro la gestione del tifo e delle relazioni con il club.

Tuttavia, dietro le quinte, cresceva una ferita: la perdita di centralità. Quando la curva non canta, non espone bandiere, non si muove, lo stadio cambia volto. Diventa più neutro, più freddo, meno vivo. Per chi ama il calcio come esperienza totale, quel “vuoto” pesa.

Riprendere il tifo significa rivendicare il proprio ruolo nel racconto della stagione. Significa dire: «Non siamo spettatori silenziosi, siamo un fattore». Vuole essere un impulso alla squadra, ma anche un messaggio alla società: «Ricordatevi che ci siamo».

Nel comunicato si accenna a una paradossale situazione: in trasferta, la curva ha sentito di stare “in casa”, con partecipazione massiccia e calore; a San Siro, spesso, il silenzio dominava. È come se il campo interno fosse l’ultimo presidio da riconquistare. Ripartire lì significa ricostruire il legame tra squadra e pubblico, tra identità rossonera e appartenenza concreta.

Inoltre, la rivalità con Napoli, l’importanza della partita, aggiungono un incentivo: non è una gara qualsiasi. È un banco di prova anche per chi tifa, un momento per dimostrare che il loro ritorno non è simbolico, ma vivo.

Che impatto avrà su squadra, ambiente e società

Il ritorno della Curva Sud non è un fatto isolato: avrà ricadute concrete su più piani. Sul piano sportivo, il sostegno più caloroso può spingere mentalmente i giocatori: il boato, l’energia, il senso di “casa che spinge” tornano a pesare. In gare tese, quell’effetto può fare la differenza.

Sul piano dell’ambiente di club, la società dovrà fare i conti con una tifoseria più vigile, più presente e più esigente. Il tifo non sarà più marginale, ma interlocutore. Se la curva torna a parlare, vorrà anche essere ascoltata. Diventerà parte del dialogo, delle scelte, delle critiche costruttive.

E infine, a livello culturale e identitario, questo gesto potrebbe segnare una svolta. Il Milan non è soltanto squadra; è rappresentazione di valori, storia, passione. Quando la Curva Sud si riappropria del suo spazio, richiama alla memoria le glorie passate, i momenti più intensi, gli inni condivisi. È un richiamo al “noi rossonero” che va oltre vittorie o sconfitte.

Ripartire significa dunque guardare avanti: non cancellare il passato, ma riprenderlo, rinnovarlo. La curva mostra di voler tornare al centro della narrazione milanista, non come spettatrice, ma come protagonista attiva. Se sarà un ritorno duraturo o una fiammata passeggera lo dirà il campo e il clima interno. Ma oggi, quel “ripartiamo da noi” pesa come una promessa.

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