Il Governo ti nasconde 300 euro: svelato il trucco per sbloccare il Bonus Sport con un click

Bonus Sport

Luca Antonelli

Settembre 30, 2025

Dal 29 settembre 2025 è attivo il click day per richiedere il Bonus sport da 300 euro dedicato ai ragazzi tra i 6 e i 14 anni.

La misura, inserita nella legge di bilancio 2025, vuole promuovere lo sport giovanile e alleggerire le spese delle famiglie con redditi bassi. Ma dietro il contributo si nascondono regole severe, limiti nei fondi e differenze territoriali che rischiano di escludere molti aventi diritto.

Le caratteristiche del bonus sport 2025

Il Bonus sport 2025 offre un contributo di 300 euro per le iscrizioni a corsi sportivi destinati ai minori dai 6 ai 14 anni. Non è però accessibile a tutti: possono richiederlo soltanto le famiglie con ISEE minorenni non superiore a 15.000 euro, per un massimo di due figli.

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Un incentivo nascosto che può cambiare le spese sportive delle famiglie italiane. – www.footbola.it

Il contributo non arriva direttamente ai genitori ma viene versato alla società sportiva accreditata, a condizione che il corso preveda almeno due allenamenti settimanali, inizi entro il 15 dicembre 2025 e si concluda entro il 30 giugno 2026.

L’erogazione è suddivisa in tre tranche: 30% all’avvio del corso, 40% a metà percorso e 30% alla fine. È prevista anche una regola severa sulle presenze: se il ragazzo supera il 30% di assenze, la famiglia perde il diritto al contributo e deve restituire le somme già ricevute.

Il meccanismo di accesso è quello del click day: le domande vengono accolte in ordine cronologico fino all’esaurimento dei fondi. Con uno stanziamento complessivo di 30 milioni di euro, si stima che il bonus possa coprire circa 100.000 beneficiari. Per fare domanda servono SPID o carta d’identità elettronica e l’allegato dell’ISEE minorenni. Qualsiasi errore nella compilazione comporta l’esclusione e la cancellazione della domanda fa perdere la priorità acquisita.

Queste condizioni rendono il bonus uno strumento utile ma molto selettivo, che richiede precisione e rapidità da parte delle famiglie.

Le criticità del sistema: fondi, click day e rigidità

Nonostante l’obiettivo positivo, il Bonus sport 2025 presenta diverse criticità. La prima è la scarsità dei fondi: con 30 milioni disponibili, solo una parte limitata dei ragazzi potrà accedervi, lasciando fuori la maggioranza.

Il sistema del click day accentua il problema, trasformando il sostegno in una vera e propria gara digitale. A fare la differenza non è soltanto il reddito ma anche la velocità della connessione, la disponibilità di dispositivi adeguati e la possibilità di presentare la domanda esattamente all’orario stabilito. In questo modo, le famiglie con meno risorse tecnologiche rischiano di rimanere escluse.

La rigidità delle regole è un ulteriore ostacolo. Superare il limite del 30% di assenze, anche per motivi indipendenti dalla volontà della famiglia, comporta la perdita del bonus. Ciò può penalizzare chi affronta malattie, difficoltà di trasporto o imprevisti scolastici. Inoltre, il bonus non è compatibile con altri contributi per attività sportive erogati da comuni o regioni: chi riceve già un sostegno locale non potrà beneficiare di quello nazionale.

Questi elementi trasformano un’iniziativa nata per aiutare in uno strumento che rischia di essere accessibile solo a chi è più pronto e attrezzato.

Le disuguaglianze territoriali e l’impatto reale per le famiglie

Il Bonus sport 2025 evidenzia anche grandi disuguaglianze territoriali. L’accesso non dipende solo dai requisiti economici e dalla rapidità nella domanda, ma anche dalla presenza di enti sportivi accreditati sul territorio.

Le regioni del nord e quelle con città più grandi offrono un numero elevato di società sportive pronte ad accogliere i ragazzi. Al contrario, in alcune aree interne o del sud, gli enti accreditati sono pochi e distribuiti in modo disomogeneo. Questo significa che molte famiglie, pur avendo ottenuto il bonus, potrebbero non trovare corsi disponibili nelle vicinanze e dover rinunciare o affrontare spostamenti costosi e complicati.

Il problema è aggravato dall’assenza di quote territoriali o di correttivi che bilancino le differenze. Tutto dipende dall’ordine di presentazione delle domande, favorendo le regioni più digitalizzate e con un’offerta sportiva più capillare.

Dal punto di vista pratico, il bonus può diventare poco efficace per i nuclei che vivono in zone periferiche o rurali, dove i corsi sono scarsi e i costi aggiuntivi per raggiungerli possono annullare il vantaggio dei 300 euro. Così, la misura finisce per amplificare il divario tra famiglie che vivono in territori ricchi di servizi e quelle che, pur avendone bisogno, restano escluse.

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