Il Milan nasconde la verità su Tomori: il segreto che fa tremare i tifosi prima della Juventus

Tomori

Nell'immagine,Fikayo Tomori. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 30, 2025

Un problema muscolare al grande difensore mette in allarme i rossoneri: le alternative, le scelte tattiche e l’urgenza di reagire.

La rosa del Milan sta perdendo pezzi preziosi proprio nel reparto che avrebbe dovuto essere uno dei pilastri: la difesa. L’ultimo a rallentare è Fikayo Tomori, vittima di un risentimento all’adduttore, che rischia di farlo saltare la sfida contro la Juventus. In un momento delicato, emerge la necessità di alternative, soluzioni di emergenza e cambi di strategia che potrebbero incidere sul cammino rossonero.

Le condizioni di Tomori e le alternative in difesa

Il primo nodo da sciogliere riguarda il grado del problema fisico del centrale inglese. Un risentimento all’adduttore, muscolo cruciale per i movimenti laterali, la spinta e i cambi di direzione, non è da sottovalutare: se il fastidio persiste, entra in gioco il rischio che la condizione peggiori in partita. Sostituire Tomori non è semplice: lui è stato figura centrale nella difesa, garanzia di spinta, copertura e lettura della linea.

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Nell’immagine,Fikayo Tomori. – @ANSA

Senza Tomori, il Milan deve mettere mano alla rotazione interna: uno spazio può prenderlo Gabbia o Kalulu, giocatori già inseriti ma forse meno rodata la coppia difensiva. Alternative non mancano, ma richiedono coraggio e fiducia. Il rischio aumento: il cambio può generare disordine, errori di posizionamento e timori nei compagni dell’assetto arretrato.

Un’altra soluzione è l’adattamento tattico: passare a un modulo con tre centrali — con Tomori fuori — potrebbe dare più copertura e sicurezza. In questo schema, il mister può inserire laterali più spinti o difensori più coperti, sacrificando in parte la spinta offensiva. Tuttavia, la scelta è obbligata se il problema fisico persiste.

In ogni caso, la situazione serve da campanello d’allarme: la difesa del Milan non è infinitamente fragile, ma ha bisogno di ricambi credibili, preparazione fisica e gestione oculata dei carichi. Se Tomori non dovesse recuperare, le alternative dovranno essere all’altezza — e l’allenatore dovrà mettere in campo un piano B ben consolidato per non vacillare dietro.

Impatti tattici e organizzativi sul resto della squadra

Una mancata disponibilità di Tomori non grava solo sulla retroguardia: incide su tutta la struttura tattica e mentale della squadra. La fase difensiva si modifica, i reparti agiscono con percezioni differenti e la fiducia collettiva può subire scossoni.

Se si passa a una difesa a tre, gli esterni dovranno coprire di più: laterali che prima potevano pensare al supporto offensivo devono rientrare e abbassarsi, rinunciando a certe azioni. I centrocampisti di centrocampo possono dover scalare più indietro, fungendo anche da filtro aggiuntivo per alleggerire il carico. Nel complesso, il gioco offensivo rischia di diventare più prudente.

Ma la scelta tattica non è solo tecnica: ha risvolti psicologici. I compagni dovranno abituarsi a nuovi riferimenti in difesa, nuove sicurezze e responsabilità. Se qualcuno non è pronto, l’insicurezza può contaminare tutto il reparto. È un momento in cui l’allenatore deve esercitare anche capacità motivazionali e di gestione del gruppo.

Infine, in partite ad altissima tensione come Milan contro Juventus, ogni errore difensivo è amplificato. L’assenza di Tomori può creare terreno fertile per attaccanti esperti, infilare blocchi e provocare disordine. Il Milan ha sì personalità, ma dovrà giocare con attenzione extra, non concedere spazi e non esporre chi è più debole su quella fascia.

Le rotazioni studiate, i piani di emergenza e i centralini difensivi devono essere provati: non si può sperare nell’improvvisazione se si vuole competere ad alti livelli.

Le possibili reazioni del Milan e scenari per il futuro

Alla luce dell’emergenza difensiva, il Milan dovrà decidere se adattarsi o resistere con il modulo classico. L’opzione più conservativa è affidarsi alle risorse interne, dando fiducia a giocatori come Gabbia, Kalulu o altri centrali del vivaio, e modulare la fase difensiva con lavoro di squadra e coperture preventive.

Un’altra reazione potrebbe essere l’acquisto “last minute” nel calciomercato, se aperto, per aggiungere un centrale esperto in grado di colmare il vuoto. Non è semplice trovare un giocatore pronto, ma in casi di emergenza le società possono attivarsi.

Parallelamente, il Milan potrà puntare su un cambio di mentalità: la difesa non deve essere più solo reparto passivo, ma diventare un punto di forza condiviso. Coinvolgere i centrocampisti in protezione, innalzare la pressione, alzare il baricentro se possibile: strategie che redistribuiscono la responsabilità.

Se Tomori recupererà, sarà un sollievo ma anche un banco di prova: la sua condizione fisica dovrà essere gestita con cautela, evitando ricadute. L’errore sarebbe bruciarlo in fretta. In ogni caso, i prossimi match saranno una cartina al tornasole: la solidità difensiva del Milan verrà messa alla prova.

Nel calcio moderno, perdere un difensore di peso può essere l’evento che cambia un’intera stagione. Ma può anche essere lo stimolo per crescere, scoprire nuove soluzioni e rafforzare la consapevolezza. Il Milan è chiamato ora a reagire, con coraggio e intelligenza, per non far vacillare un reparto che rischia di diventare crepa.

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