Durante Roma-Lilla in Europa League, il pubblico dell’Olimpico ha assistito a un episodio che resterà nella memoria collettiva del calcio europeo: tre rigori consecutivi falliti dalla squadra giallorossa. Una sequenza grottesca, che richiama alla mente vecchi ricordi e curiosi precedenti storici. Come quello di Martin Palermo.
Dovbyk e Soulé, tre chance dal dischetto tutte sprecate
All’81’, dopo una revisione al VAR, l’arbitro ha concesso un rigore alla Roma per un chiaro fallo di mano di Mandi. Sul dischetto si è presentato Artem Dovbyk, che ha sbagliato il primo tentativo. L’arbitro, però, ha fatto ripetere per invasione di due giocatori in area. Seconda occasione: ancora Dovbyk, che calcia peggio del primo rigore. Il portiere turco Ozer para, ma commette irregolarità partendo con entrambi i piedi oltre la linea. Si ripete. Sul dischetto Matías Soulé, deciso a prendersi la responsabilità. Ma anche l’argentino fallisce: tiro debole e poco angolato, Ozer para di nuovo, questa volta regolarmente. Con Dybala infortunato e Pellegrini già sostituito, i rigoristi di fiducia non erano in campo. Risultato: tre rigori di fila, zero gol. Una vera beffa.
Martin Palermo, il “recordman” dei tre rigori sbagliati
Un episodio simile porta la memoria al 4 luglio 1999, quando la storia del calcio sudamericano registrò un primato tanto incredibile quanto negativo. Nella sfida di Coppa America tra Colombia e Argentina, l’attaccante Martín Palermo fallì tre rigori nella stessa partita. L’attaccante del Boca Juniors calciò alto il primo penalty, si fece respingere il secondo e sbagliò completamente mira nel terzo. L’Argentina, già in difficoltà, uscì sconfitta con un netto 3-0. Il paradosso è che né l’allenatore né i compagni impedirono a Palermo di presentarsi per ben tre volte sul dischetto. Un caso unico nella storia del calcio internazionale, che ha consegnato l’argentino all’etichetta di “eroe al contrario” ancora oggi viene ricordato ogni volta che si parla di rigori sbagliati in serie.
Lazio-Napoli 1984, tre rigori di fila ma vittoria biancoceleste
Anche l’altra squadra della Capitale, la Lazio, ha un precedente simile nella sua storia. Era il 21 aprile 1984, allo stadio Olimpico, quando i biancocelesti affrontavano il Napoli nella 27ª giornata di Serie A. Dopo il vantaggio lampo di Bruno Giordano, l’arbitro Agnolin assegnò un rigore alla Lazio per fallo di mano in area. Giordano sbagliò il primo tentativo, segnò sulla respinta ma il tiro fu ripetuto per invasione. Dal dischetto si ripresentò ancora lui: altro errore, con il portiere Castellini protagonista. A quel punto toccò a Vincenzo D’Amico, che calciò fuori. Tre rigori di fila sbagliati, come nel Roma-Lilla. Quella Lazio, trascinata dalla doppietta di Michael Laudrup, riuscì comunque a vincere la partita 3-2.
