Vlahović regna sulla classifica degli ingaggi, Inter domina come squadra con la spesa più onerosa.
La Serie A 2024-25 presenta uno scenario salariale notevole, con cifre che sorprendono per entità e diseguaglianze interne. In cima alla classifica spicca Dusan Vlahović, che percepisce 10,5 milioni di euro netti (9 milioni + bonus) come miglior ingaggio individuale del campionato. La graduatoria dei club, invece, è guidata dall’Inter, che spende cifre astronomiche per la rosa titolare.
Individui: da Vlahović ai top dieci stipendi
Nella classifica stilata da Sky, i primi dieci stipendi netti sono dominati da attaccanti e centrocampisti offensivi. Oltre a Vlahović, troviamo Lautaro Martínez con circa 9 milioni netti più bonus, e Paulo Dybala che si attesta su 7 milioni netti + 1 di bonus.

Altri nomi spiccano per il loro ingaggio elevato: Nicolò Barella e Hakan Çalhanoğlu guadagnano 6,5 milioni, Marcus Thuram 6 milioni, Bastoni 5,5 milioni. Anche giocatori come Lukaku, Calhanoglu, Douglas Luiz e Bremer figurano tra i più pagati (5-6 milioni netti). Tra i “top 20”, molti giocatori delle grandi squadre compaiono con stipendi che oscillano tra 4 e 5 milioni netti, spesso con bonus inclusi.
Questa concentrazione evidenzia come una parte significativa della spesa complessiva sia destinata a pochi nomi di punta, soprattutto attaccanti e centrocampisti di qualità.
Club: il dominio dell’Inter e le distanze tra le squadre
Sul fronte delle società, l’Inter guida la classifica monte stipendi: l’undici titolare costa al club circa 91,9 milioni lordi annuali, cifra che riflette un mix di contratti milionari e bonus pesanti. Al secondo e terzo posto troviamo Juventus e Milan, che completano il podio delle spese più elevate.
In generale, la Serie A 2024-25 ha un monte ingaggi stimato attorno a 1,06 miliardi di euro lordi, una cifra in linea con le stagioni precedenti ma che conferma l’ampia disponibilità economica delle squadre top. Le differenze tra grandi e medie squadre restano marcate, con club minori che si mantengono ben al di sotto delle cifre di vertice.
Tendenze, criticità e spunti da seguire
La struttura salariale attuale suggerisce che i club investono molto nei profili offensivi e nei giocatori di grande visibilità, puntando su nomi che attraggono sponsor e attenzione mediatica. Il rischio, però, è che una squadra diventi dipendente da poche star, con costi che possono compromettere la sostenibilità finanziaria.
Altro elemento da osservare: la partita dei bonus e dei contratti variabili. Molti giocatori percepiscono una parte significativa delle loro entrate da premi, incentivi o diritti d’immagine, elementi che rendono meno lineare la comparazione tra gli stipendi “base”.
Infine, la pressione sui club minori cresce: per restare competitivi devono trovare formule alternative (giovani, valorizzazioni, contratti più oculati), altrimenti la forbice salariale rischia di ampliarsi ulteriormente e di rendere il campionato meno equilibrato.
