UEFA nel CAOS: oltre 50 atleti firmano per ESCLUDERE Israele dalle competizioni internazionali

Aleksander Ceferin UEFA Mondiale per Club

Immagine | Epa

Luca Antonelli

Ottobre 6, 2025

Una lettera aperta chiede la sospensione delle squadre israeliane: tra i firmatari anche giocatori noti e il club Palestino del Cile.

Il primo ottobre 2025 è stata diffusa una lettera che porta la firma di oltre cinquanta atleti internazionali. Il documento, pubblicato sulla piattaforma Athletes 4 Peace, chiede all’Uefa di escludere Israele da tutte le competizioni calcistiche europee. Una presa di posizione che arriva in un momento di forte tensione internazionale e che ha già suscitato reazioni contrastanti.

La lettera e i firmatari

Il testo, accompagnato da dichiarazioni di sostegno da parte di diversi sportivi, sottolinea come “lo sport non possa restare in silenzio” di fronte alle vicende politiche e militari che coinvolgono Israele e Palestina. Tra i firmatari spiccano calciatori ancora in attività e alcuni ex professionisti, oltre al club cileno Palestino, storicamente legato alla comunità palestinese emigrata in Sud America.

Supercoppa UEFA Trofeo
Immagine | Ansa

 

Il documento mette in evidenza la responsabilità delle federazioni sportive e invoca un intervento simile a quello che, negli anni passati, aveva portato all’esclusione di altre nazioni da eventi internazionali a causa di conflitti. Il richiamo non è solo simbolico: i promotori intendono sottolineare che l’Uefa non può limitarsi a osservare, ma deve assumere una posizione netta.

Tra i nomi citati emergono figure conosciute nel panorama calcistico europeo e mondiale, con adesioni provenienti anche da discipline diverse. Alcuni atleti hanno scelto di non rendere pubblico il proprio nome, ma di sostenere in maniera riservata l’iniziativa. La raccolta firme, iniziata nelle settimane precedenti, proseguirà nei prossimi giorni con l’obiettivo di allargare ulteriormente la base di sostegno.

Le reazioni e il possibile impatto sull’Uefa

La presa di posizione non è passata inosservata. In Israele, federazioni e club hanno respinto le accuse contenute nella lettera, definendole strumentali e politiche. Allo stesso tempo, diversi osservatori sportivi hanno ricordato come la decisione finale spetti all’Uefa, che fino a questo momento non si è espressa ufficialmente sul caso.

Un’eventuale esclusione avrebbe conseguenze notevoli: le squadre israeliane sono regolarmente impegnate nelle coppe europee e la nazionale partecipa alle qualificazioni ai tornei continentali. Una sospensione cambierebbe gli equilibri sportivi e politici, aprendo un precedente che potrebbe incidere anche su altre situazioni di conflitto.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se la richiesta verrà accolta o archiviata. Intanto il dibattito resta acceso: da una parte chi vede nello sport uno spazio neutrale da preservare, dall’altra chi ritiene che proprio la forza del calcio possa dare un segnale di condanna in contesti di guerra.

La lettera firmata dagli atleti non chiude la questione, ma la rilancia in modo fragoroso. E costringe l’Uefa a una scelta che non riguarda solo lo sport, ma anche il peso simbolico e politico che il calcio esercita sulla scena internazionale.

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