La Juventus di Igor Tudor non decolla: il tecnico creato è sotto esame e la sosta per le nazionali non aiuta. Alla sua squadra mancano equilibrio, coraggio e continuità. Sullo sfondo, il caso Koopmeiners, la scommessa Zhegrova e un futuro tecnico tutto da scrivere e non è detto che possa proseguire.
Tudor e le difficoltà di crescita della Juventus
La Juventus è ferma a metà del guado. Dopo un avvio incoraggiante, il progetto tecnico sembra essersi impantanato tra certezze tattiche e limiti strutturali. Il tecnico croato resta fedele al suo 3-4-2-1, simbolo di coerenza ma anche di rigidità. Il problema, però, è che la squadra non cresce: alterna fasi di grande intensità a momenti di preoccupante confusione, senza mai trovare il giusto equilibrio tra difesa e attacco. Il difetto più evidente è la mancanza di equilibrio. Quando la Juventus attacca, si sbilancia con troppa facilita. Se si difende diventa sterile. La sensazione è che Tudor, pur non perdendo quasi mai, non riesca a far crescere la squadra. E così, anche a ottobre, la Juventus sembra una squadra incompiuta, prigioniera del suo stesso equilibrio precario.
Koopmeiners e la scommessa Zhegrova: equilibrio cercasi
Il mercato estivo avrebbe dovuto regalare al tecnico croato una Juventus più tecnica e imprevedibile, ma finora le promesse sono rimaste sulla carta. Il caso più evidente è quello di Teun Koopmeiners, ormai nel mirino delle critiche. Il suo rendimento è ben lontano dalle aspettative: lento, discontinuo e avulso dal gioco. Accanto a lui, la scommessa Zhegrova, ancora tutta da vincere. Il kosovaro è l’unico esterno capace di accendere la manovra, ma Tudor lo utilizza con il contagocce. Joao Mario, va testato con convinzione; Kalulu a tutta fascia non può essere la risposta definitiva. Se non cambiano i risultati, si devono rivedere i concetti: servono cambiamenti per ritrovare la fluidità offensiva e una solidità difensiva che oggi appare solo un ricordo.
Futuro incerto: Spalletti e Mancini sullo sfondo
Sullo sfondo di un rendimento altalenante si affaccia un interrogativo pesante: quanto durerà Tudor sulla panchina della Juventus? Il tecnico è legato al club fino al 30 giugno 2027, con un contratto da 3 milioni netti a stagione. Un eventuale esonero comporterebbe un costo complessivo di circa 6 milioni di euro. Non insostenibile. I nomi per un’eventuale successione non mancano. In pole ci sarebbe Luciano Spalletti, attualmente libero e desideroso di tornare in campo dopo la parentesi con la Nazionale. Più defilato Roberto Mancini, con un ingaggio importante, mentre Raffaele Palladino rappresenta la soluzione giovane ed economica. Tutto, però, passa dai risultati: la qualificazione alla prossima Champions League è l’obiettivo minimo.
