Atalanta, Ivan Juric al capolinea: esonero inevitabile

Ivan Juric, allenatore dell'Atalanta

Ivan Juric, allenatore dell'Atalanta Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Novembre 9, 2025

La sconfitta casalinga dell’Atalanta contro il Sassuolo per 0-3 è l’ennesimo campanello d’allarme a Bergamo. Dopo la vittoria a Marsiglia, la squadra di Ivan Juric è ricaduta in un blackout preoccupante, confermando il momento di forte difficoltà in Serie A.  Con un bilancio di appena 2 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte, i nerazzurri si ritrovano al tredicesimo posto, ben lontani dalle zone europee e sempre più vicini alla metà bassa della classifica.

Juric sempre più a rischio esonero

La società riflette, ma la sensazione è che la separazione sia ormai vicina. L’Atalanta non rischia certo la retrocessione, ma da anni il pubblico bergamasco è abituato a vedere spettacolo e risultati. E oggi, di entrambe le cose, non c’è più traccia. Fra l’altro, sia dentro che fuori dal campo, il clima attorno a Juric è ormai teso. La sconfitta interna, ha spinto parte dei tifosi ad abbandonare lo stadio prima del triplice fischio. Dopo il ko, Antonio Percassi ha lasciato la tribuna visibilmente contrariato, evitando dichiarazioni. Toccherà ora al figlio Luca Percassi decidere se proseguire con Juric o avviare un cambio tecnico. L’Atalanta non vince in campionato dal 21 settembre e i segnali di involuzione sono evidenti.

I capi d’accusa: Juric e una squadra senza identità

Le critiche verso Ivan Juric si sono moltiplicate nelle ultime settimane. L’allenatore croato, arrivato a Bergamo per raccogliere l’eredità di Gian Piero Gasperini, non è riuscito a imprimere una chiara identità alla squadra. A lui vengono imputati diversi “capi d’accusa”: una squadra senza gioco, priva di intensità e ritmo, con scelte tattiche spesso discutibili. I cambi di formazione tra una partita e l’altra, così come le sostituzioni durante i match, sono stati giudicati incoerenti e poco efficaci. Inoltre, Juric non avrebbe saputo creare empatia con l’ambiente: La mancanza di risultati e di spettacolo ha incrinato il rapporto con la tifoseria. La sensazione è che il progetto tecnico abbia perso direzione, e che serva una scossa immediata. Complice la sosta, sarà immediata.

I successori: Palladino, Thiago Motta e Paulo Sousa

La dirigenza nerazzurra sta valutando con attenzione le alternative a Juric. Tra i nomi più caldi figurano Raffaele Palladino, profilo emergente che piace per idee e freschezza tattica, Thiago Motta, apprezzato per la sua filosofia di gioco propositiva, e a caccia di rivincite, Paulo Sousa, tecnico d’esperienza e di respiro internazionale. Più defilata, invece, l’ipotesi Roberto Mancini, considerata economicamente complessa e poco realistica. Quanto a Ivan Juric, è notte fonda: l’esonero dall’Atalanta rappresenterebbe il terzo in dodici mesi, dopo le esperienze negative con Roma e Southampton. Un dato che evidenzia la crisi di un allenatore che sembra non riuscire più a incidere. Il suo progetto, nato per dare continuità ai successi recenti della Dea, si è arenato troppo presto.

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