Italia – Norvegia del 1994, Sacchi contro Baggio: “Questo è matto”

Arrigo Sacchi e Roberto Baggio

Arrigo Sacchi e Roberto Baggio nel 1994 Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Novembre 16, 2025

Italia e Norvegia non si affrontano spesso, ma in diverse occasioni la partita ha scritto la storia azzurra. È uno dei pochissimi incontri che si è giocato nella stessa città (Marsiglia) dello stesso paese ospitante dei mondiali (la Francia). Nel 1938, in Francia, gli azzurri di Vittorio Pozzo vincono 2-1 ai supplementari il loro ottavo di finale. 60 anni dopo concedono il bis, ancora una volta agli ottavi di finale: questa volta a decidere è Bobo Vieri. E c’è anche un altro precedente che ha scritto la storia del calcio italiano. Quello del Mondiale 1994, il mondiale di Arrigo Sacchi e Roberto Baggio.

Italia – Norvegia del 1994: il crocevia del Mondiale

Italia–Norvegia del Mondiale 1994: si gioca il 23 giugno e la Nazionale di Arrigo Sacchi si presenta con più interrogativi che certezze. L’esordio contro l’Irlanda era stato un fallimento: sconfitta per 1-0, prestazione impalpabile e prime critiche al Commissario Tecnico, accusato di forzare il gruppo dentro i binari del suo integralismo tattico. Polemiche alimentate anche dalla scelta, già controversa, di utilizzare Beppe Signori capocannoniere del campionato, nel ruolo di esterno sinistro per assecondare il dogma della squadra “corta e aggressiva”. In quel contesto, la partita con la Norvegia assumeva un valore cruciale: perdere significava rischiare un’eliminazione precoce e clamorosa.

Sacchi, Baggio e il celebre “questo è matto”

La gara, già complicata, esplode quando un errore difensivo costringe  Gianluca Pagliuca a un’uscita disperata fuori area: tocco di mano e inevitabile espulsione. Serve un portiere e Sacchi ha pochi secondi per decidere chi sacrificare. La scelta ricadde sul numero 10: Roberto Baggio vede il suo numero sollevato dal tabellone del quarto uomo. Attonito, guarda la panchina, guarda i compagni, poi il labiale destinato a diventare iconico: “Questo è matto”. In quell’istante l’Italia intera si schiera con Baggio, incrinando il rapporto tra campione e allenatore. Sacchi difenderà in seguito la sua decisione con logica ferrea: serviva un attaccante capace di correre in profondità e mettere in difficoltà la fisicità norvegese, dunque Baggio non era l’uomo adatto a quel piano gara.

La svolta della partita, e il cammino fino a Pasadena

La scelta più impopolare della carriera di Sacchi è decisiva. A tenere in vita gli Azzurri è sempre un Baggio, ma Dino Baggio, autore del colpo di testa del decisivo1-0. L’Italia resta aggrappata al Mondiale e si presenta agli ottavi contro la Nigeria, quando esplode il Mondiale di Roberto Baggio. Con l’Italia sotto 0-1, il “Divin Codino” firma una doppietta memorabile, prima al 90’ e poi nei supplementari su rigore. Poi è il trascinatore assoluto: gol decisivo contro la Spagna, altra doppietta in semifinale contro la Bulgaria. Nella finale di Pasadena contro il Brasile il Mondiale azzurro si chiude lasciando in eredità un’altra immagine iconica: il rigore calciato alto da Baggio, è il simbolo di un sogno interrotto a un passo dalla gloria.

Change privacy settings
×