Italia – Irlanda del Nord: rivincita dopo la disfatta di Belfast

Play Off Italia - Irlanda del Nord

Play Off Italia - Irlanda del Nord Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Novembre 21, 2025

Nel panorama azzurro, l’Irlanda del Nord rappresenta un crocevia ricorrente, quasi un simbolo di quei momenti in cui la Nazionale è chiamata a misurarsi con la propria storia. Nel gennaio 1958, questo confronto assume un significato epocale.

Corsi e ricorsi: l’Irlanda del Nord e la prima esclusione mondiale

Il match di Belfast, giocato in un clima ostile e su un terreno ai limiti della praticabilità, diventa il teatro di una delle pagine più amare del nostro calcio. Per la prima volta nella sua storia, l’Italia, due volte campione del mondo, manca l’accesso alla fase finale di un Mondiale dopo aver fallito sul campo. Anche in quella occasione Il percorso verso il Mondiale di Svezia si complica fin dalle prime battute. L’Italia affronta il Girone 8 insieme a Portogallo e Irlanda del Nord e, nonostante il favore dei pronostici, fatica a trovare equilibrio e continuità. Le scelte del commissario tecnico Alfredo Foni, che punta in modo massiccio sugli oriundi, diventano un tema caldo: se da un lato garantiscono qualità tecnica, dall’altro rivelano fragilità fisiche e difficoltà di adattamento alle partite più dure. La sconfitta pesante in Portogallo e la prestazione incostante della squadra costringono gli Azzurri a giocarsi tutto nell’ultima sfida a Windsor Park.

La disfatta di Belfast

Si arriva così al 15 gennaio 1958, in un pomeriggio gelido e segnato da tensioni rimaste aperte dopo il match “amichevole” di un mese prima, trasformato in rissa per l’assenza dell’arbitro ufficiale. Nel ritorno, Foni è costretto a rinunciare a pedine chiave e opta per scelte rischiose: una formazione ricca di estro ma poco attrezzata alla battaglia fisica. L’Irlanda del Nord parte forte, sfrutta gli errori italiani e trova due reti nei primi trenta minuti. L’Italia reagisce, accorcia con Da Costa, poi resta in dieci per l’espulsione di Ghiggia e perde lucidità nel momento decisivo. Il 2-1 finale sancisce una disfatta che nessuno immagina possibile alla vigilia. La mancata qualificazione scatena un’ondata di polemiche senza precedenti. La stampa accusa Foni di un impiego eccessivo degli oriundi e di aver abbandonato proprio quel calcio difensivo che gli aveva garantito due Scudetti.

Le conseguenze dell’eliminazione

Il commissario tecnico paga perdendo il posto: dopo un’ulteriore sconfitta in Coppa Internazionale contro l’Austria, viene sollevato dall’incarico. Anche diversi protagonisti della gara di Belfast sono esclusi dal giro azzurro, tra cui Ghiggia, Schiaffino, Da Costa, oltre a difensori e centrocampisti ritenuti non all’altezza di vestire l’azzurro.. La disfatta di Belfast diventa così un punto di non ritorno: l’Italia è costretta a riconsiderare metodi, scelte tecniche e identità tattica. Da quell’episodio nasce una riflessione profonda sulla formazione dei talenti e sull’utilizzo degli oriundi. Il movimento calcistico comprende per la prima volta (ma evidentemente lo ha dimenticato) quanto il passato non basti a garantire il futuro. Un monito che riecheggia ancora oggi ogni volta che gli Azzurri incrociano l’Irlanda del Nord. Una storia di calcio che a Coverciano non si può dimenticare per non ricadere nello stesso,sportivamente parlando, drammatico errore.

 

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