Juventus, la cura Spalletti non funziona

Luciano Spalletti, Juventus

Luciano Spalletti, Juventus Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Novembre 22, 2025

La Juventus esce dal “Franchi” con un nuovo pareggio, l’ennesimo di una stagione che fatica a decollare. L’1-1 contro la Fiorentina non cancella una sensazione ormai evidente: Luciano Spalletti non è ancora riuscito a imprimere la propria impronta su una squadra che procede a strappi, incapace di trovare continuità e personalità nei momenti decisivi.

Spalletti e una Juventus che non trova la svolta

Nonostante qualche fiammata sporadica nella parte finale del match, la Juventus ha mostrato limiti strutturali già noti. Il possesso palla si è rivelato sterile, la costruzione dal basso lenta e prevedibile, e la squadra ha dato la sensazione di muoversi più per inerzia che per convinzione. Le vittorie arrivate dopo il cambio in panchina, così come la buona prestazione in Champions contro lo Sporting, sembravano aprire a un nuovo ciclo, ma si stanno rivelando più episodi isolati che l’inizio di una trasformazione reale. Spalletti lo aveva intuito: serve tempo, serve una scossa profonda, ma per ora la Juventus resta inchiodata alle stesse paure e agli stessi errori che l’hanno frenata sin dall’inizio dell’anno.

Yildiz, una serata senza luce: il talento è in calo

Se la Juventus ha mostrato limiti collettivi, la prova individuale di Kenan Yildiz ha amplificato le difficoltà del reparto offensivo. Il numero 10 bianconero, titolare nel tridente alle spalle della punta, ha offerto una prestazione sottotono e discontinua, ben lontana dalla brillantezza che lo ha reso una delle stelle emergenti della squadra. Nessun guizzo, nessuna giocata delle sue: una delle prestazioni più anonime da quando veste la maglia bianconera. Yildiz è apparso isolato, poco incisivo e raramente in grado di saltare l’uomo. La promessa turca non è riuscita a creare superiorità o a dare imprevedibilità alla manovra, confermando i segnali di flessione già emersi nelle ultime settimane. La scelta di Spalletti di sostituirlo è stata la fotografia perfetta della sua serata opaca.

Cosa serve per rilanciarsi: identità, coraggio e qualità

Il pareggio di Firenze evidenzia ciò che oggi manca alla Juventus: una vera identità tecnica e mentale. La squadra si muove con timidezza, sbaglia molto in fase di impostazione e non sfrutta adeguatamente il talento dei suoi giocatori più offensivi. Il potenziale c’è, ma resta imprigionato in una struttura poco fluida, troppo prevedibile e ancora fragile nei momenti decisivi. Per cambiare rotta servirà molto più di un forcing finale o di qualche sprazzo di orgoglio. La Juventus deve tornare a essere aggressiva, verticale e convinta, ritrovando quei principi tattici che Spalletti predica da inizio percorso. Il messaggio è chiaro: la Juventus può crescere, ma il tempo delle illusioni è finito. Ora servono fatti, continuità e un’identità riconoscibile.

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