L’arrivo di Luciano Spalletti alla Continassa avrebbe dovuto rappresentare una svolta tecnica e mentale. Invece, dopo poche settimane, la Juventus appare ancora intrappolata in una spirale di incertezze generate anche dalle contraddizioni del tecnico di Certaldo che dopo Napoli ha accusato i calciatori, mentre prima della sfida al Pafos li tutela.
Spalletti e una Juventus senza identità
Il tecnico toscano ha provato a innestare idee nuove, chiedendo intensità, costruzione dal basso e maggiore coraggio nella gestione del pallone. Tuttavia, il gruppo si è rivelato fragile, poco adatto a metabolizzare rapidamente principi complessi e strutture variabili. La squadra fatica a imporsi contro avversari di livello, alterna buone fasi a blackout improvvisi e mostra una fragilità allarmante proprio nei momenti decisivi. Gli esperimenti di Spalletti dalla scelta di Koopmeiners più basso in regia alle rotazioni tra Yildiz, David e Openda hanno evidenziato più limiti che soluzioni. Thuram fatica a trovare collocazione in un sistema di gioco che richiede più fraseggio e meno strappi. David alterna luci e ombre. Openda vive una fase di scarsa fiducia.
Un impatto inferiore alle aspettative
Quando Spalletti ha raccolto l’eredità di Tudor, a sua volta successore di Motta, l’obiettivo era dare continuità a un percorso già fragile. Invece, la Juve ha proseguito sulla stessa rotta: rendimento incostante, risultati altalenanti. Al netto della retorica, il distacco dalla vetta è aumentato. Le prestazioni contro le big, come quella del Maradona, hanno mostrato una Juventus poco incisiva, e spesso schiacciata dal ritmo imposto dagli avversari. Le scelte del tecnico, più che imprimere una nuova direzione, sembrano avere accentuato la sensazione di precarietà. Le rotazioni costanti, l’assenza di ruoli definiti e l’ennesima ripartenza tattica hanno generato quella confusione che ormai accompagna la Juventus da oltre un anno.
Un futuro da decifrare: panchina e progetto in bilico
Guardando avanti, il quadro è tutt’altro che rassicurante. Il calendario di dicembre si mette in salita: prevede la trasferta a Bologna, la Roma e la sfida europea contro il Pafos in casa. Quanto basta per indirizzare in modo decisivo la stagione. Qualora la Juventus fallisse uno o più degli appuntamenti imminenti, il rischio di compromettere sia la corsa Champions sia la credibilità del progetto sarebbe concreto. E anche Spalletti potrebbe essere messo in discussione. Continuare con Spalletti significa dargli tempo, mercato e fiducia, ma la storia recente racconta di un ambiente che fatica a mantenere la rotta quando il vento soffia contrario. Ecco perché anche il destino del tecnico di Certaldo è legato ai prossimi risultati. A oggi tutte le strade sembrano aperte: dalla conferma sofferta a un nuovo cambio in panchina.
