La Fiorentina esce sconfitta anche dal campo di Losanna. Il ko in Svizzera non è indolore: i viola mancano l’accesso diretto agli ottavi e saranno costretti a passare dai playoff di Conference League, ulteriore ostacolo in una stagione che continua a offrire più ombre che luci. Il clima attorno alla squadra resta teso e l’orizzonte immediato, a cominciare dalla sfida con l’Udinese, si carica di significati che vanno ben oltre i tre punti.
Fiorentina costretta ai playoff di Conference
Il passo falso europeo pesa più di quanto dica la classifica. La sconfitta contro il Losanna condanna la Fiorentina a un doppio turno supplementare in Conference League, allungando un calendario già saturo e togliendo energie fisiche e mentali a un gruppo che fatica a trovare continuità. La sensazione è che la competizione europea sia stata affrontata senza il necessario livello di attenzione. Una scelta strategica, forse, orientata a concentrare risorse sul campionato. Ma una strategia che ora espone il club a un rischio concreto: aver sacrificato un’opportunità senza ottenere, in cambio, certezze sul fronte dei risultati in Serie A. La Conference League, da possibile risorsa, diventa così un ulteriore problema di gestione.
Una prestazione insufficiente sotto ogni aspetto
Al di là del risultato, a preoccupare è soprattutto come è maturato. La prestazione della Fiorentina è stata tra le più opache della stagione: il turnover massiccio deciso da Paolo Vanoli non ha prodotto risposte incoraggianti, nemmeno da parte di quei giocatori chiamati a sfruttare una chance importante. L’attacco è apparso sterile, privo di movimenti e cattiveria sotto porta, mentre la manovra si è spesso arenata nella trequarti avversaria. In generale, è mancata quella reazione emotiva che dovrebbe accompagnare una squadra in difficoltà. Una gara da dimenticare, che lascia aperti interrogativi profondi sulla tenuta mentale del gruppo e sulla reale competitività dell’organico.
Vanoli cambia volto e si gioca il futuro contro l’Udinese
Il momento delicato della Fiorentina si riflette anche nel comportamento del suo allenatore. Paolo Vanoli ha mostrato un netto cambio di atteggiamento rispetto alle prime settimane in viola: meno parole, toni più dimessi, comunicazione ridotta all’essenziale. Un segnale che non passa inosservato e che racconta la pressione crescente attorno alla panchina. La sfida interna contro l’Udinese diventa così uno snodo cruciale. Non solo per la classifica, ma per il futuro dello stesso Vanoli, che ora sembra davvero giocarsi la panchina. Una nuova battuta d’arresto potrebbe accelerare riflessioni già in corso all’interno della società, chiamata a decidere se proseguire sulla strada intrapresa o intervenire in modo drastico.
