Roma – Genoa finisce 3-1 e rilancia le ambizioni della squadra di Gasperini ma al netto del risultato la partita lascia in eredità un carico emotivo speciale. Alla fine della partita, tutti i calciatori in campo sono rimasti per rendere tributo a Daniele De Rossi, per la prima volta a Roma da avversario.
Un tributo commovente: emozioni e ricordi
Inutile nascondersi: Daniele De Rossi accende un turbinio di emozioni difficili da tenere a freno. Nostalgia, orgoglio, affetto, ma anche quella tensione legata alla sconfitta del Genoa mescolata a quello che è stato bruscamente interrotto. Raramente si vede qualcosa del genere. Nessuno in campo, né del Roma né del Genoa, ha lasciato il terreno di gioco e più di qualcuno ha faticato a trattenere qualche lacrima. All’Olimpico il tempo sembra piegarsi su sé stesso: il 2025 si chiude su un prato che per anni è stato casa sua. È una notte speciale, che attraversa epoche e generazioni di tifosi uniti dal fil rouge anzi giallorosso, allacciandosi intorno alla figura di chi è stato molto più di un capitano: un riferimento identitario.
Daniele De Rossi: al di là del risultato
La Roma ha vinto e l’Olimpico sa essere romantico, ma la sensazione, molto vicina a una certezza, è che la reazione dello stadio sia stata data a prescindere. Nelle ore che precedevano la sfida, le voci raccolte all’esterno dello stadio raccontavano tutte la stessa storia. Cambiano i volti, le età, le sciarpe al collo, ma il pensiero è univoco. “Daniele è uno di noi”. Una frase che i tifosi ripetono come un ritornello, ma con naturalezza. Del resto, è qualcosa di oggettivo, incontestabile. De Rossi è la Roma, lo è stato e ci resta nell’immaginario collettivo. Con queste premesse Roma – Genoa è stata quel che doveva e poteva essere. Una notte di applausi sinceri e cuore diviso, di rispetto profondo ma senza sconti.
Un arrivederci romantico: una storia indelebile
Anche quando Daniele De Rossi ha guadagnato la via del tunnel il suo nome continuava a essere intonato da tutto l’Olimpico, che ha aspettato e accompagnato l’allenatore del Genoa sino all’ultimo scalino. Un tributo che evidenzia, ove fosse ancora necessario, il profondo legame fra De Rossi e la Roma. La sensazione è che sia stato comunque più un arrivederci che un addio. Difficile, quasi impossibile, considerando anche la giovanissima età del tecnico del Genoa che un domani le strade non possano ritrovarsi, dopo otto mesi interrotti con modi e perché ancora difficili da spiegare e trovare. L’unica certezza è che la storia di De Rossi e la Roma abbia ancora tanto da scrivere e raccontare.
