6 giorni alla finale di Copa Libertadores: 5 giocatori che non ricordavi in maglia Palmeiras

Archiviata la finale di Copa Sudamericana, con la vittoria del Defensa y Justicia, è ora giunto il momento di avvicinarci al gran finale di questa annata 2020 tanto strana e assurdo da terminare alla fine del gennaio 2021. La Copa Libertadores ha saputo intrattenere con partite di grande qualità e affermazioni di corazzate in grado di lanciare sul palcoscenico internazionale giovani dal sicuro avvenire. Oggi andremo a vedere il passato del Palmeiras e scoveremo cinque giocatori che probabilmente non ricordavate in maglia Verdão.

JOSÉ ALTAFINI
È stato uno dei centravanti più iconici degli anni ’60 in Serie A, un mix letale di rapidità di esecuzione e concretezza sotto porta. José Altafini iniziò da giovane nel XV di Piracicaba prima di trasferirsi nel 1956 al Palmeiras con il soprannome di “Mazola” in onore del grande Valentino. Fu proprio a San Paolo che si guadagnò la convocazione in nazionale e per due anni fu un cannoniere implacabile. Ottantacinque reti in poco più di cento partite lo fecero diventare l’attaccante principe della Seleçao in vista del Mondiale in Svezia nel 1958, ma l’esplosione di Pelé gli tolse il posto da titolare. Dopo il successo in Scandinavia venne acquistato dal Milan dove vinse lo Scudetto e soprattutto la Coppa dei Campioni del 1963, dove segnò due reti in finale contro il Benfica. Divenne per sette anni l’eroe di Napoli e a fine carriera vestì anche il bianconero della Juventus diventando un prezioso ingresso dalla panchina. Chiuse la carriera in Svizzera tra Chiasso e Mendrisio.

 

MICHEL BASTOS
Esterno mancino dotato di grande corsa e buon dribbling è stato un grande giramondo del calcio e in tutte le piazze dove ha giocato si è sempre fatto apprezzare. Michel Bastos lasciò giovanissimo la sua Pelotas per andare in Olanda la Feyenoord, ma dopo un prestito all’Excelsior tornò in Patria all’Atlético Paranaense. Un paio di prestiti tra Grêmio e Figueirense prima del viaggio verso la Francia, terra che gli diede le più grandi soddisfazioni. Nei tre anni a Lille venne apprezzato come il miglior terzino sinistro del campionato e nel 2009 passò al Lione riuscendo anche ad arrivare alla semifinale di Champions League. Nel 2012 vinse la Coppa di Francia, unico titolo in carriera, prima di passare allo Schalke 04 prima e all’Al Ain poi. Dopo una breve parentesi italiana alla Roma tornò in Brasile e per tre anni si fece apprezzare al San Paolo e nel 2017 passò al Palmeiras. Fu l’ultima grande esperienza in carriera ma l’età avanzata lo penalizzò e non poco. Solo diciassette presenze e un prestito allo Sport Recife.

 

CAFU
Uno dei terzini destri più forti nella storia del calcio, capace di giocare in tre finali di Coppa del Mondo consecutivamente e di vincere da Capitano quella del 2002. La carriera di Cafu è stata richissima di successi e già gli inizi al San Paolo furono più che positivi. Fu assoluto protagonista nelle vittorie delle due Libertadores del 1992 e 1993, giocando spesso anche da esterno alto, e nel ’94 provò l’esperienza europea al Saragozza. In Spagna però le cose non andarono per il meglio e dopo un solo anno tornò nello Stato Paulista per indossare la maglia del Palmeiras. Nel 1996 vinse il campionato statale e disputò una splendida partita in campo internazionale contro il Grêmio che gli permise di tornare in Europa. L’Italia divenne la sua seconda casa e vinse tutto quello che c’era da vincere con le maglie di Roma e Milan.

 

LUCIANO
Ala destra veloce e dotato di un fisico robusto nonostante l’altezza non eccessiva. Di Luciano ci si ricorda soprattutto per lo scandalo passaporto che lo portò in Italia con il nome di Eriberto. Il giovane di Rio de Janeiro iniziò la sua carriera nel Palmeiras, tanto che nella stagione 1998 si rivelò una delle più belle rivelazioni del Brasileirão. Quell’anno vinse anche la Coppa del Brasile e il Bologna fu stregato e lo portò in Italia. Dopo due anni divenne la freccia ideale nel Chievo dei miracoli di Del Neri, ma quando era all’apice della carriera venne bloccato. Tornò con il nome di Luciano e riuscì comunque a guadagnarsi un piccolo posto nell’Inter prima di diventare un veterano dei veneti e chiudere carriera nel 2013 con il Mantova.

 

LUCIO
Uno dei centrali difensivi più forti nel Brasile del nuovo millennio, capace di grandi chiusure e qualche sgroppata offensiva terrore degli allenatori. Lucio è stato un’icona degli ultimi anni della Seleçao e già a ventidue anni lasciò la sua terra, e l’Internacional, per volare in Germania al Bayer Leverkusen. Fu tra i protagonisti della splendida cavalcata europea nel 2002, segnando addirittura una rete nella finale contro il Real Madrid, e nel 2004 passò al Bayern Monaco. In Baviera vi rimase per cinque stagioni laureandosi tre volte campione di Germania prima di passare all’Inter diventando una colonna della squadra del Triplete nel 2010. Dopo tre anni ebbe una breve e dimenticabile esperienza alla Juventus e dopo sei mesi tornò in Brasile al San Paolo. I problemi fisici ne limitarono il rendimento ma una volta passato al Palmeiras riuscì a disputare l’ultima grande stagione della carriera contribuendo in modo determinante alla salvezza del Verdão.

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