All’Emirates si affrontavano due squadre in un momento non proprio positivo. L’Arsenal, nonostante il cambio di allenatore, non sembra aver trovato il click necessario per risalire una classifica sempre più complicata; leggermente diverso il discorso per il Chelsea al suo primo vero momento di difficoltà visto le due sole vittorie nelle ultime sette partite. Match fondamentale per entrambe; alla fine hanno vinto i Blues grazie al solito Abraham ma soprattutto alla capacità di Lampard di cambiare l’assetto tattico dei suoi. Sorride il Chelsea, affonda l’Arsenal; i Gunners, due successi nelle ultime tredici partite di Premier, stanno attraversando uno dei momenti peggiori della loro storia.
Nel giro di cinque minuti è cambiato tutto; prima il clamoroso errore di Leno, poi la rete da attaccante puro di Abraham. Due episodi che hanno ribaltato la storia del match; dal successo, rigeneratore dell’Arsenal, ai tre punti del Chelsea. I Blues, nell’ultimo periodo, sono stati capaci di perdere allo Stamford Bridge contro avversari alla portata come West Ham, Bournemouth e Southampton ma vincere in casa di Tottenham e Gunners. I tre punti conquistati oggi incoronano Lampard; il tecnico ha capito di aver sbagliato l’undici iniziale e, dopo trentaquattro minuti, ha inserito Jorginho al posto di Emerson. Cambio che ha permesso al Chelsea di aver un giocatore in grado di far girare palla e far partire, con qualità, la manovra offensiva. Proprio l’ex Napoli, si generosa concessione di Leno, ha realizzato il momentaneo uno a uno.
Se il Chelsea elogia Lampard, l’Arsenal non può fare lo stesso con Arteta; il tecnico, in due partite, ha totalizzato un solo punto (contro il Bournemouth in lotta per la salvezza) e non ha dato quella scossa sperata dalla società. I Gunners restano privi di una vera e propria identità e, dopo la sconfitta odierna, sono a meno sei dall’Europa League. Alle difficoltà di gioco si aggiunge un calendario che prevede la sfida con il Manchester United al prossimo turno. L’Arsenal ha bisogno di una scossa perché il solo Aubameyang (tredici goal in venti partite) non è sufficiente.
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