Agustín Urzi, la voglia e la forza di rimanere al Banfield

Lo sguardo in Sudamerica da parte dei club europei non manca mai, soprattutto se si tratta di giovani di grande talento. Agustín Urzi è uno di questi, nuovo esponente della generazione futura di esterni d’attacco, dotato di una grandissima tecnica individuale e soprattutto di un tiro dalla distanza davvero notevole: in tanti si sono prenotati per l’acquisto del calciatore classe 2000 in forza al Banfield, in Italia Roma, Inter e Torino, in Spagna Atlético Madrid e altri club di alta fascia, ma per il momento sembra che il suo talento sia destinato a rimanere in Argentina.

Non ci penso neanche ad andare in Europa“, aveva fatto sapere Urzi durante la sua quarantena, chiaro messaggio di un calciatore che ha voglia di lavorare su se stesso per presentarsi pronto al momento di cambiare continente. Il suo minutaggio in prima squadra non gli ha ancora permesso di esprimersi al meglio e vorrebbe cercare di lasciare il Banfield già da calciatore costruito e non da giovane ancora con troppe cose da aggiustare: i colpi non mancano, e non solo per alcuni giochi di prestigio visti sui social, ma anche per le tante belle cose fatte in campo, che testimoniano che il repertorio è di prima qualità.

Innanzitutto per la capacità di calciare, e bene, con entrambi i piedi: Urzi segna indifferentemente con destro e sinistro, a volte anche con delle clamorose bordate da fuori. Punta l’uomo e lo spazio, ha lacapacità di entrare nelle partite e deciderle. Ma ha bisogno di tempo per evidenti motivi fisici e anagrafici, che al momento non gli permetterebbero di avere un impatto importante in Europa. Soprattutto se si parla di grandi squadre come l’Atlético che hanno tanta concorrenza in quel reparto, il suo approdo europeo sarebbe rallentato dalllo scarso impiego.

Meglio piuttosto seguire il suo istinto, che a oggi si mescola anche col sogno di vincere qualcosa. Difficile farlo al Banfield, ma in un periodo così fertile per le grandi sorprese chissà che non possa riuscirci da protagonista. Vuole temporeggiare, aspettare il momento giusto, possibilmente vivendo una stagione da vero protagonista in prima squadra.

Perché con i giovani ha fatto benissimo, soprattutto con l’Argentina U23, trampolino di lancio per la sua carriera. Oggi lo si aspetta come uno dei grandi talenti, assieme ad Almada e Velasco, tra i giocatori di ultima generazione: ma già dalle sue scelte si intravede la testa di un calciatore conscio dei propri limiti, che deve solo capire quando sarà il momento di trasformarsi da giovane in calciatore determinante.

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