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Arabia Saudita e il sogno Mondiale

Arabia Saudita al Mondiale, dove l’avevamo lasciata? Ah sì, Corea e Giappone 2002: 8 gol incassati dalla Germania, uno dal Camerun e 3 dall’Irlanda senza segnarne nemmeno uno, non una gran figura per una nazionale al terzo palcoscenico iridato consecutivo. Ne è passato di tempo da quella generazione capace di partire per le spedizioni di USA, Francia e per finire la appena citata nippo-coreana.

Adesso l’Arabia Saudita vive un’altra realtà e dopo 14 anni di anonimato è pronta a far sentire nuovamente la sua voce. Le qualificazioni asiatiche sono estenuanti e molto selettive vista la grandissima quantità di nazionali iscritte: per i Figli del deserto arrivare all’ultima fase era l’obiettivo prefissato, fare così bene era quasi un sogno.

E invece le cose un anno fa sono cambiate drasticamente grazie all’arrivo di un allenatore esperto come Bert van Marwijk. Sì, esatto il CT dell’Olanda vice campione del Mondo in Sudafrica nel 2010 passato anche per panchine prestigiose come quella del Feyenoord, del Borussia Dortmund e dell’Amburgo. Ricoperto di petroldollari l’allenatore olandese ha portato le sue idee di calcio e rivoluzionato l’andazzo del movimento saudita che adesso sogna di tornare a giocarsi un Mondiale.

Il primo punto è stato quello di valorizzare la generazione deli ’89-’90, il meglio che ha da offrire il calcio saudita al momento, dopo aver scrutato al meglio cosa il campionato locale potesse offrire. Marwijk ha pescato tanto nell’Al Ahli, squadra più famosa del calcio del deserto dove da anni gioca la stella della nazionale Al Jassim. È proprio attorno al fantasista che veste la maglia numero 17 che si sviluppa la squadra: dotato di un gran dribbling e di una ottima tecnica di base Al Jassim parte da sinistra e inventa le azioni più pericolose permettendo soprattutto agli altri uomini del 4-2-3-1, vedi Al Shamrani, autore del 2-2 contro l’Australia.

Il cammino verso il Mondiale in Russia nell’ultima fase è cominciato alla grande: una vittoria di misura contro la Thailandia per aprire bene il girone ed un successo pesantissimo per 2-1 sul campo dell’Iraq, sulla carta squadra più dotata a livello tecnico. Poi l’incontro casalingo di ieri contro l’Australia rappresentava il test definitivo per misurare il valore della nazionale saudita e il 2-2 strappato ai socceroos ha portato nuovo ottimismo tra le fila dei Green Falcon.

In questo momento l’Arabia Saudita è davanti al Giappone in classifica e nel prossimo turno potrebbe addirittura approfittare della trasferta dei nipponici in Australia per aumentare il gap e avvicinarsi all’aereo che porta a Mosca tra due anni. La sfida contro gli Emirati Arabi di Omar Abdulrahman sarà un banco di prova fondamentale che ci dirà se il lavoro di Marwijk può ottenere anche un risultato prestigiosissimo e riaprire una porta mondiale chiusa 14 anni fa.

Simone Gamberini

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