Dopo lo scialbo zero a zero di ieri tra City e Real Madrid, stasera va in scena la seconda semifinale di Champions League che vede di fronte L’Atletico di Simeone e il Bayern di Guardiola. Una sfida tra due squadre completamente diverse a partire dai loro principali punti di forza; mentre i “Colchoneros” fanno della fase difensiva la loro principale forza, i ragazzi di Pep hanno sicuramente nell’attacco la loro arma più importante. Difesa contro attacco, sembra l’allenamento del giovedì ed invece è la semifinale di Champions.
La difesa alla prova tedesca
Sedici goal subiti in campionato, cinque in Champions. Numeri impressionanti che fanno della retroguardia dell’Atletico una delle migliori difese europee; dato che è ancora più importante se si pensa alla cessione di Miranda, passato in estate all’Inter. Affianco a Godin si sono alternati Gimenez e Lucas Hernandez ottenendo risultati eccellenti. Ma il merito non è solo ed esclusivamente dei centrali difensivi, ma anche di una compattezza di squadra sembra disposta a darsi una mano e che, nella battaglia, si trova pienamente a suo agio. Dopo aver superato l’esame, peraltro durissimo, del Barcellona ora la difesa dell’Atletico si trova di fronte ad un’altra prova durissima: affrontare la proposta offensiva del Bayern.
Bayern, attacco stellare
Guardiola può vantare un pacchetto offensivo pregiatissimo: Ribery, Gotze, Muller, Douglas Costa, Coman, Lewandowski; sei frecce dello stesso arco che durante una stagione e, ancor meglio, una singola partita possono facilmente far pendere la bilancia a favore del Bayern. Centotredici goal realizzati in tutte le competizioni (solo il Barcellona ha fatto meglio) rendono la squadra tedesca pericolosissima in qualsiasi momento. Stasera i campioni di Germania dovranno fare affidamento a tutta la loro potenza offensiva perché di fronte troveranno una squadra sa difendersi piuttosto bene.
Semifinale di Champions, Atletico-Bayern, gara di andata. Due filosofie opposte si sfidano per la gloria. Chi avrà la meglio? Il tatticismo del Cholo o la spensieratezza offensiva dei ragazzi di Guardiola?
