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Remake della semifinale 2010: il Bayern va, il Lione sta

Vittoria per 3-0 in semifinale: dopo dieci anni il Bayern Monaco strapazza ancora una volta il Lione con lo stesso risultato e sempre in una semifinale di Champions League. Prima finale in carriera per Hans-Dieter Flick: nulla ha potuto Rudi Garcia contro i bavaresi, bravi e in parte fortunati nella prima parte di gara, ma poi padroni della partita per i restanti minuti. La vittoria porta la firma di Serge Gnabry, alla sua miglior stagione di sempre, anche se non è mancata la firma di Robert Lewandowski, in rete in tutte le partite di questa edizione e arrivato a -2 dal record di CR7 con 17 gol in una singola Champions.

Il Lione ha provato a chiudere le linee di passaggio facendo densità sul lato destro del campo, dove Alphonso Davies avrebbe potuto giocarsi tanti uno contro uno con il pur diligente Dubois, dotato di minori capacità atletiche. Sulle rispettive fasce sinistre si è giocato un importante duello a distanza con Cornet usato in fase di distensione della manovra in più di un’occasione. La spinta del classe ’97 porta a una discesa sul fondo arginata dalla scivolata di Jérome Boateng che ha tolto un’ottima possibilità a Toko-Ekambi.

Memphis Depay ha sicuramente due occasioni ottime per sbloccarla e, al quarto minuto, basta l’errore di Thiago a spalancargli la porta di Neuer su suggerimento di Caqueret: il 34enne portiere, alla presenza numero 110 in Champions, non si butta coprendogli lo specchio fino alla fine. L’olandese ha mostrato tutta la sua fame anche tentando un tiro-cross invitante che poteva fare molto male sul secondo palo. Toko-Ekambi arriva in ritardo, ma cerca di diventare protagonista quando sfrutta una defaillance difensiva di Davies per accentrarsi e calciare: solo il palo gli nega la gioia del gol.

 

 

L’ottima partenza francese viene stroncata dal 22esimo gol stagionale di Serge Gnabry che si carica la squadra sulle spalle in un momento molto difficile della gara e rientra dalla destra resistendo alla carica di Bruno Guimaraes prima di scagliare un missile mancino su cui Anthony Lopes si butta per dovere di cronata. Pallone imparabile e vantaggio che taglia le gambe all’ottimismo dei ragazzi di Rudi Garcia. Si perde presto la freschezza mostrata inizialmente sulle ripartenze e Anthony Lopes, che già era stato decisivo stroncando l’uno-due tra Lewandowski e Goretzka, ci mette la mano destra su un’altra botta di Gnabry.

A completare il quadro, l’allargamento del divario tra Dubois e Davies con il canadese che vince ogni duello onorando con un tunnel uno dei primi palloni giocati della sua prima semifinale in carriera. I francesi spariscono dal campo fino alla pausa subendo l’aggressività bavarese con i 4 giocatori più offensivi tutti riversati in area a fare densità e occupando lo spazio utile alla conclusione. Da un dialogo Gnabry-Perisic nasce il raddoppio: Muller taglia sul primo palo, Lewandowski ‘stecca’ sul secondo, ma torna sul pallone l’ex Werder Brema a fare giustizia.

 

 

A nulla è servito l’innesto di Thiago Mendes per tamponare le iniziative offensive dei tedeschi e, a nulla, sono serviti gli ingressi più offensivi di Tete per Dubois e Dembelé per Depay. L’unica vera occasione per tentare di riaprire il match è ancora sui piedi di Toko-Ekambi, ma è mancato di freddezza sulla pur rapida uscita di Manuel Neuer. Poca spinta anche da parte di Aouar che si è fatto notare per un paio di inserimenti e nulla più. Il nervosismo dei francesi, alla ricerca del gol della speranza, poteva portare poco altro che qualche cartellino in più. A farla da padrone è un Bayern cattivo quando si tratta di dentro o fuori. Ci prova Coutinho, ci riesce Lewandowski. Fischio finale e appuntamento a domenica sera per un PSG-Bayern Monaco non per deboli di cuore.

Francesco Di Stefano

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