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Borussia Dortmund, il Klassiker è una maledizione: vince ancora il Bayern

Le statistiche del Klassiker sono impietose e non mentono: dalla stagione 2012-2013, il Borussia Dortmund ha vinto appena tre partite con il Bayern Monaco. Un dato impressionante, se si pensa che i gialloneri hanno rappresentato e tuttora rappresentano l’unica vera rivale dei bavaresi nella corsa al Meisterschale. Un dato che non è stato “ribaltato” dalla sfida di oggi, che, come sin troppo spesso è accaduta in una sfida di questo spessore, ha visto il Borussia Dortmund cadere pur dominando buona parte del match.

La squadra di Rose, infatti, è stata protagonista di una grandissima partita, una delle migliori della sua stagione: a dimostrarlo non ci sono solamente le statistiche, che ci restituiscono un Borussia che avrebbe certamente meritato di pareggiare, ma anche e soprattutto l’atteggiamento che la squadra giallonera ha messo in campo, affrontando una delle squadre più forti della storia del calcio mondiale a viso aperto, senza alcuna paura. A guidare le folate offensiva del Borussia Dortmund, come sempre, è stato Haaland, autore dell’ennesima prestazione di altissimo livello. Un suo gol, infatti, ha permesso di pareggiare il Klassiker a inizio secondo tempo, mettendo allo stesso tempo in grande difficoltà Nagelsmann.

Un Nagelsmann che, però, ha dimostrato di aver interiorizzato decisamente bene la “filosofia Bayern“: come spesso è successo negli ultimi Klassiker, il Bayern Monaco non ha dominato la partita, ma, alla fine, ha portato a casa il risultato con il cinismo e il pragmatismo che è tipico dei grandi club. Un cinismo, questo, che è purtroppo mancato al Borussia Dortmund, ancora troppo immaturo per poter competere davvero con i bavaresi. Per quanto talentuosi, dopotutto, i ragazzi di Rose non sono riusciti ad andare oltre alla loro naturale immaturità, e la loro crescita sicuramente trarrà giovamento da un match come quello del Signal Iduna Park.

La Bundesliga, al contrario, si prepara ad eleggere nuovamente campione il Bayern Monaco. Con il Meisterschale che, ormai, sembra una “questione privata”.

Federico Zamboni

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