Brasile, un super esordio per riportare la calma

Non sono state settimane facili per il calcio in Brasile: la Copa América ospitata last minute in casa aveva creato non pochi problemi a livello politico, sia per quanto riguarda la gestione dell’evento in sé che per quanto concerne lo spogliatoio. Tite e i calciatori europei si sono opposti all’organizzazione interna del torneo, minacciando di lasciare la Seleção, ma al termine della questione l’unico a non essere rimasto proprio posto è stato il presidente della federazione.

E quindi nella gara inaugurale dell’edizione più controversa di sempre della storia della Copa América, la squadra che si è presentata con veri disagi è stata il Venezuela: la Vinotinto fino al momento dell’annuncio delle formazioni ufficiali non aveva reso nota la lista dei giocatori che avrebbero partecipato alla competizione, ma quando sono state messe le carte in tavola la sorpresa per i tifosi è stata terribile. Gli assenti erano di enorme rilevanza: oltre ai noti Machís, Rincón e Rondón mancavano anche il portiere Faríñez, la stella Herrera, lo storico bomber Josef Martínez, più le possibili sorprese Savarino e Soteldo che sarebbero stati sicuramente fondamentali per la squadra.

E con certi interpreti il risultato sembrava abbastanza scontato: il Brasile si è limitato a vincere, ha mostrato i muscoli quando necessario solo per non inceppare in imprevisti. Gol nel primo tempo, show nel secondo, con tante azioni di grandissimo livello che avrebbero potuto rendere anche molto più pesante il passivo per il Venezuela. Ma alla fine Tite ha ottenuto quello che voleva ottenere: i 3 punti, la cosa fondamentale, ma soprattutto il fatto che si distaccasse l’attenzione da quelle questioni extra-campo che possono destabilizzare una squadra comunque da tenere unita il più possibile.

Adesso la testa va verso l’obiettivo del primo posto: il Brasile deve cercare di mettersi dall’altra parte del tabellone rispetto all’Argentina in modo da poter portare più avanti possibile la finale che tutti si aspettano da questa edizione. La Verdeoro non vince due Copa América in fila dall’accoppiata 2004-2007, dove il successo arrivò proprio contro l’Albiceleste. I segnali sono arrivati forte: Neymar ha mostrato di essere pienamente dentro questa squadra, la difesa ha fatto capire di essere solida nonostante le assenze di Thiago Silva e Dani Alves (non convocato per infortunio), e Gabigol con il suo gol ha dato animo anche all’anima locale di questa nazionale che non può non essere considerata la favorita numero uno del torneo.

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