Bundesliga, la stagione dell’Hertha Berlino

Una stagione veramente complicata quella vissuta dall’Hertha Berlino con la salvezza ottenuta nel finale; traguardo raggiunto a fatica ma alla fine meritato per quanto vissuto nel corso della Bundesliga. Le difficoltà con Bruno Labbadia, la ripresa grazie all’arrivo di Pál Dárdai, la paura retrocessione con il covid e l’orgoglio di una squadra che non voleva scendere in Zweite; tutti ingredienti che hanno caratterizzato la stagione di una squadra che ora deve ricaricare le batterie prima del prossimo campionato perché l’obiettivo è disputare una Bundesliga con obiettivi ben diversi da quella di una sopravvivenza.

Hertha Berlino, alla fine è arrivata la salvezza

Diciassette punti nelle prime diciotto partite; l’Hertha con Labbadia, a livello di punti, ha fatto praticamente come con Dárdai ma dal punto di vista caratteriale si è vista una squadra completamente diversa. Una squadra che rappresenta al meglio il concetto di come il cambio allenatore possa dare quella scintilla necessaria per raggiungere l’obiettivo. L’arrivo in panchina del nuovo tecnico ha permesso alla squadra di andare oltre anche alla difficoltà del covid, elemento che ha contribuito per forza di cose alla stagione di tutti i club. Il problema dell’Hertha è stato il momento in cui è arrivato il virus, ovvero nel finale di stagione quando ci si stava giocando la vita calcistica. Le due settimane di quarantena hanno cementato il gruppo e la reazione si è vista in quei nove giorni di fuoco dove sono stati raccolti otto punti; quello è stato il momento decisivo per ottenere la salvezza.

Retrocedere in Zweite sarebbe stato obiettivamente troppo pesante per una squadra partita sì con altri obiettivi ma che, tra errori propri e difficoltà extra campo, ha rischiato di vivere il peggiore incubo. Adesso è giusto rilassarsi in attesa della prossima stagione; l’Hertha Berlino ha l’obbligo ma soprattutto la voglia di giocare per ben altri obiettivi.

Impostazioni privacy