Cardona: un biglietto per l’Europa

Una prova di forza con la palla tra i piedi, l’ennesima danza per arrivare alla quasi completa consacrazione: Edwin Cardona non finisce più di stupire e continua ad aggiungere grandi giocate al suo bagaglio tecnico meritandosi il posto da titolare in nazionale.

La partita di questa notte ha evidenziato ancora una volta i margini di crescita di questo ragazzo, già sgrezzato dal punto di vista tecnico e pronto per il grande salto. Già, perché dopo aver recitato il ruolo di bambino prodigio all’Atletico Nacional Cardona ha incantato anche con la maglia del Monterrey, ricchissima squadra messicana che però difficilmente riuscirà a trattenere il suo talento nel caso in cui dovesse arrivare la chiamata giusta dall’Europa.

L’educazione del suo piede e la coordinazione nei dribbling lo rendono un trequartista a tutto tondo, ideale sia in un 4-2-3-1 accompagnato da due esterni, sia in un 4-3-1-2 nella classica versione di enganche sudamericano a sostegno della dupla offensiva.

Prestazioni del genere non possono passare inosservate perché Cardona riesce a stupire con qualsiasi maglia: la prossima Copa America Centenario può e deve essere il trofeo della sua consacrazione, la manifestazione in cui si va a conquistare un palcoscenico che per quanto fatto vedere fino ad ora potrebbe già tranquillamente meritarsi.

Cardona rispetto ai suoi colleghi di reparto ha la grande qualità di saper spaziare su più fronti: giocando da trquartista ha più libertà di movimento ma anche quando è costretto ad allargarsi sulla sinistra (come nella gara di questa notte) riesce sempre a trovare giocate vincenti grazie all’abilità di saper puntare sia il fondo del campo che gli spazi centrali.

La Colombia adesso può fidarsi di lui e lo dimostra la crescita di giocatori come Bacca, decisamente più libero con Edwin alle spalle, e dallo sviluppo del gioco dei centrocampisti, come dimostra lo splendido gol di Sebastian Perez di ieri.

Adesso la voglia e le motivazioni del ragazzo devono fare la differenza: le qualità per fare bene in Europa ci sono tutte, manca solo il coraggio di attraversare l’Oceano per vivere un sogno.

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